Soliloquio
Non è scomodando il cielo
questo senso di perdurare strano,
gli infissi imperlati, le mani,
il gioco delle parti compresso
ridotte ali che sbattono.
Confidando nel suono ovattato
concedo requie allo sguardo,
mi pongo, dispongo e piango,
in una sospensione eterna,
dinamica solitaria e tesa.
La mano, mi aiuta e consola
la mente concentrata sul nulla,
ripiego in me stesso illazioni argute
e allungo il perdurare del tempo
in attimi infiniti di lieve sollievo.
Anonimo
del XX° Secolo
da "Le implicazioni sentimentali"
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