San Marco
Firenze grande e morta
nella sera e nel fiume,
una lapide effimera sia vento
al dolce nome, al grigio della porta.
Come rapida polvere un alone
fulvo di chiese brulica per l’agro
cielo serale e migra ove sia tomba
lieta degli anni a ricordarmi il mare.
Alfonso Gatto
sogni in frantumi di incubi sordi;
lo sfascio si sta dilagando in me
come una nera marea di buio...
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