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martedì 2 aprile 2024

Catene, di Amalia Guglielminetti

Catene

Signore, tu venisti con catene
pesanti, come un despota. Sapevi
ch'io invocavo per me quelle sì grevi
che lunga impronta il polso ne mantiene.

– Signore, – io allor ti dissi, – un qualche bene
per questa dura servitù mi devi.
E un riso schernitore tu ridevi,
come chi vuol negar, ma si trattiene.

Già m'avvinceva e mi turbava l'ombra
dinanzi a cui la fuga è salutare,
tanto di dubbi e di viltà c'ingombra.

Ma io le spalle per fuggir non volsi,
il despota affrontai, vidi cerchiare
di sue catene i miei febbrili polsi.

Amalia Guglielminetti

Mani legate, bloccate, ferme,
catene nel cuore costretto
a gemere di lamenti sordi;
siamo prigionieri del fato...

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