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lunedì 30 giugno 2025

a K., ripenso il tuo sorriso.., di Eugenio Montale

a K.

Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un’acqua limpida
scorta per avventura tra le petraie d’un greto,
esiguo specchio in cui guardi un’ellera i suoi corimbi;
e su tutto l’abbraccio d’un bianco cielo quieto.

Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,
se dal tuo volto s’esprime libera un’anima ingenua,
o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrire con sé come un talismano.

Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie
sommerge i crucci estrosi in un’ondata di calma,
e che il tuo aspetto s’insinua nella mia memoria grigia
schietto come la cima d’una giovinetta palma…

Eugenio Montale

Tra i risvolti dell'essere
giace un pensare lontano
di amici, sepolti dal tempo,
di visi che ancora ci sono...

domenica 29 giugno 2025

Protocollo cittadino #171 (Fiori - tulips), di Gujil

Fiori
(tulips)

Fiori coloratie note musicali,
il testo, il concetto, gli amori;
frenato da un indicibile dubbio
mi getto in una nuova impresa...

Gujil

sabato 28 giugno 2025

Tulipani, di Sylvia Plath

Tulipani

I tulipani sono troppo eccitabili, e’ inverno qui,
guarda quanto ogni cosa sia bianca, quieta e innevata.
Imparo la pace, mentre si posa quieta a me vicina
come la luce su questi muri bianchi, questo letto, queste mani.

Non sono nessuno; niente a che fare con le esplosioni.
Ho dato il mio nome e i vestiti alle infermiere
la mia storia all’anestesista e il mio corpo ai chirurghi.

Hanno appoggiato la mia testa tra cuscino e bordo del lenzuolo
come un occhio fra palpebre bianche che non si chiuderanno.
Stupida pupilla, di tutto deve fare incetta.
Le infermiere passano e ripassano, non disturbano,
passano come i gabbiani verso terra nelle loro cuffie bianche,
facendo cose con le mani, uguali l’una all’altra,
cosi’ che e’ impossibile dire quante siano.

Il mio corpo e’ un sasso per loro, vi si apprestano come l’acqua
ai sassi sui quali deve scorrere, levigandoli garbata.
Mi danno il torpore con i loro aghi luccicanti, mi danno il sonno.
Adesso ho perduto me stessa sono stanca di bagagli –
la mia borsa di pelle come un nero portapillole,
mio marito e il bambino sorridono nella foto di famiglia;
i loro sorrisi mi agganciano la pelle, piccoli ami sorridenti.

Ho gettato cose in mare, io cargo di trent’anni

tenacemente attaccata al mio nome e indirizzo.
Hanno strofinato via tutti i miei affetti.
Impaurita e denudata sulla plastica verde della barella
ho guardato la mia teiera, il como’ della biancheria, i miei libri
affondare lontani, e l’acqua arrivarmi sopra la testa.
Sono una suora adesso, mai stata cosi’ pura.

Non volevo fiori, volevo soltanto
sdraiarmi a palme in su completamente vuota.
Come si sia liberi, non avete idea quanto liberi –
la pace e’ cosi’ grande che abbaglia,
non chiede nulla, un’etichetta col nome, qualche bazzecola.
Con questa, alla fine, chiudono i morti; li immagino
masticarsela come un’ostia da Comunione.

I tulipani sono troppo rossi in primo luogo, mi feriscono.
Anche attraverso la carta da regalo li sentivo respirare
piano, attraverso la bianca fasciatura, come un bimbo mostruoso.

Rossastri parlano alla mia ferita, le rispondono.


Sono traditori: sembrano ondeggiare, anche se mi tirano giu’,
scompigliandomi con le loro lingue inattese e il colore,
una dozzina di rossi piombi intorno al mio collo.

Prima nessuno mi sorvegliava, adesso sono sorvegliata.
I tulipani si voltano verso di me, e la finestra dietro
dove quotidianamente la luce si allarga e si assottiglia,
io mi vedo, piatta, ridicola, ombra di carta ritagliata
fra l’occhio del sole e gli occhi dei tulipani,
non ho faccia, ho voluto cancellarmi.
I vividi tulipani consumano il mio ossigeno.

Prima che arrivassero l’aria era abbastanza calma,
pulsava, respiro dopo respiro, senza scompiglio.
Poi i tulipani l’hanno riempita di un gran rumore.
Ora l’aria spinge e gli vortica attorno come un fiume
spinge e vortica attorno a una macchina rosso-ruggine affondata.
Concentrano la mia attenzione, che era felice
giocando e riposando senza impegnarsi.

Anche i muri sembrano riscaldarsi tra loro.
I tulipani dovrebbero stare dietro le sbarre come bestie pericolose;
si aprono come la bocca di un grosso felino africano,
ed io mi accorgo del mio cuore: apre e chiude
la sua ampolla di rossi boccioli per vero amor mio.
L’acqua che assaggio e’ calda e salata come il mare,
e viene da un paese lontano come la salute. 

Silvia Plath

Colori a profusione, i tulipani,
fiori delicati e alteri, nel sole;
quel verde a sorreggerli tutti,
steli a completare nei toni...

venerdì 27 giugno 2025

Silenzio, di Giuseppe Ungaretti

Silenzio
Mariano il 27 giugno 1916

Conosco una città
che ogni giorno s’empie di sole
e tutto è rapito in quel momento

Me ne sono andato una sera

Nel cuore durava il limio
delle cicale

Dal bastimento
verniciato di bianco
ho visto
la mia città sparire
lasciando
un poco
un abbraccio di lumi nell’aria torbida
sospesi

Giuseppe Ungaretti

E nel silenzio scrivo cose,
si fermano al senso comune;
aneddoti scarni riabbracciano
cuori sepolti da tanti dolori...

giovedì 26 giugno 2025

Contemplazione, di Arturo Graf

Contemplazione

Quand’io contemplo da quest’erma altura,
Ove sospira tra’ ginepri il vento,
Sfavillar senza fin lo smarrimento
Degli astri accesi nella notte oscura;

Vinto da uno stupor, da uno sgomento
Di cieca, ignota, universal sciagura,
Che sempre fu, che interminabil dura,
Il cor nel petto avviluppar mi sento.

E penso le infinite anime erranti
Nell’abisso de’ cieli e senz’aita
Cacciate, offese, piangenti, preganti:

E imploro la pietà d’una infinita
Forza che il tronco maledetto schianti
E la radice onde fiorì la vita.

Arturo Graf

Contemplo spesso anime perse,
quasi lontane nel tempo e cuore;
eppure sento premere in petto il sole
di quando la luce era chiara e forte...

mercoledì 25 giugno 2025

Una poesia per mia moglie, di David Meltzer

Una poesia per mia moglie

Sono nella mia stanza a scrivere
a parlare dentro me
e ti sento
scendere nell’ingresso
per annaffiare le tue piante

Scrivo verità sulla pagina
ribatto la parola mille volte
tuttavia mi preoccupo che tu possa versare troppa acqua sulle piante
e che questa possa traboccare sui libri
sciupandoli

Se non riesco a parlare ad alta voce
come posso dirti che non m’importa delle piante?
come posso dirti che non m’importa se i libri si bagnano?

Siamo assieme da sette anni
e soltanto ora inizio
a schiarirmi la gola per parlarti.

David Meltzer

Avrai forse anche tu ragione e
essere quello che provasti e sei;
ventata di aria sicura e calda
nel freddo inverno della vita...

martedì 24 giugno 2025

E la tua veste è bianca, di Salvatore Quasimodo

E la tua veste è bianca

Piegato hai il capo e mi guardi;
e la tua veste è bianca,
e un seno affiora dalla trina
sciolta sull’omero sinistro.

Mi supera la luce; trema,
e tocca le tue braccia nude.

Ti rivedo. Parole
avevi chiuse e rapide,
che mettevano cuore
nel peso d’una vita
che sapeva di circo. 

Profonda la strada
su cui scendeva il vento
certe notti di marzo,
e ci svegliava ignoti
come la prima volta. 

Salvatore Quasimodo

Serge Mashenikov
"Sleeping beauty"
Splendente in sogno bianca appari
indomita e sola come sempre sei;
roride gocce di pensiero fluiscono
in rivoli di malcelato intimismo...

lunedì 23 giugno 2025

L'attesa, di Amalia Guglielminetti

L'attesa

Di questa lunga attesa che vi snerva
non vi dolete, o anime fraterne.
Dolce è ondeggiar fra le lusinghe alterne
d'un sogno che nessun vincolo asserva.

La vita, non ancor fatta proterva,
ci vezzeggia con sue grazie materne.
E un'alba fausta, forse, in sè discerne
quella che intatto un bene suo conserva.

Costei ha ancora all'arco suo la freccia
della fortuna e quella dell'amore:
cerca il suo segno e a sè corone intreccia.

Si faccian sterpi i fiori del giardino,
tragga l'arco ad un segno ingannatore.
Noi non mancammo, a noi mancò il Destino.

Amalia Guglielminetti

Destini disegnati rileggo sui visi
passati; coloro che mi corrisposero,
imbacuccato nel tepore di allora
ripercorro tratti disegnati a matita...

domenica 22 giugno 2025

Le fanciulle bianche, di Aldo Palazzeschi

Le fanciulle bianche

La gente cammina pian piano
sull’erta che mena alla chiesa.
È un lungo viale fra grandi cipressi,
la chiesa è la cima del monte.
La gente cammina pian piano.
A mezzo dell’erta, a sinistra,
è il breve cancello che chiude un giardino.
Là dentro passeggiano al sole
le fanciulle bianche.
Passeggiano adagio pel grande giardino,
non hanno un sorriso.
La gente passando si ferma a guardare.

Aldo Palazzeschi

Finzioni imprecise albergano
pensieri distinti, solitari;
fanciulle scorte si piegano,
la mente, le mani implodono...

sabato 21 giugno 2025

Ho visto partire il tuo treno.., di Italo Calvino

Ho visto partire il tuo treno, tu al finestrino,
t’ho salutata, non visto,
dal finestrino del mio treno, bellissima…
Il treno che mi sta trascinando su per l’Italia
e quello che ti porterà verso il Sud
mi paiono un’immagine di feroce violenza,
come due cavalli frustati in direzioni opposte,
che dilaniano un unico corpo.

 Italo Calvino

Treni come vettori di emozioni,
lontani, su binari inconcludenti;
le stazioni, noi, spesso deserte,
le banchine, noi, a volte affollate...

venerdì 20 giugno 2025

Non rifugiarti nell'ombra.., di Eugenio Montale

 Non rifugiarti nell'ombra
di quel folto di verzura
come il falchetto che strapiomba
fulmineo nella caldura.

È ora di lasciare il canneto
stento che pare s'addorma
e di guardare le forme
della vita che si sgretola.

Ci muoviamo in un pulviscolo
madreperlaceo che vibra,
in un barbaglio che invischia
gli occhi e un poco ci sfibra.

Pure, lo senti, nel gioco d'aride onde
che impigra in quest'ora di disagio
non buttiamo già in un gorgo senza fondo
le nostre vite randage.

Come quella chiostra di rupi
che sembra sfilaccicarsi
in ragnatele di nubi;
tali i nostri animi arsi

in cui l'illusione brucia
un fuoco pieno di cenere
si perdono nel sereno
di una certezza: la luce.

Eugenio Montale

Il disagio dell'ora incombe
come un pensiero inespresso;
ancora attesa di lumi, messaggi,
stupidamente teso all'ascolto...

giovedì 19 giugno 2025

Protocollo cittadino #170 (Fatigue), di Gujil

Fatigue

Stremato dal sonno mi sveglio
già stanco di sogni indicibili;
affianco i contesti consolidati
con anima greve e un sospiro...
 
Gujil

 

mercoledì 18 giugno 2025

«Sui doni nuziali», di Ernest Hemingway

«Sui doni nuziali»

Tre orologi da viaggio
Fanno tictac
Sul camino
Virgola
Ma il giovanotto muore di fame.
Chicago, 1921
«Toronto Star Weekly» (17 dicembre 1921)

Ernest Hemingway

Con inteso il conformismo
viviamo di gesti studiati;
rimane nel cuore un angolo
di ancestrali fragili emozioni...

martedì 17 giugno 2025

Nessuna donna.., (87) di Publio Valerio Catullo

87

Nessuna donna potrà dire 'sono stata amata'
piú di quanto io ti ho amato, Lesbia mia.
Nessun legame avrà mai quella fedeltà
che nel mio amore io ti ho portato.

Publio Valerio Catullo

Amori grandi, delusi, andati
perpetrando il mistero respiro
la fatica del primo mattino;
più non devo retrarre dolori...

lunedì 16 giugno 2025

Fragranza, di Arturo Graf

Fragranza

Come l’ampolla ove lo spirto alato
Di prezïosa essenza ebbe dimora,
Poi che quel dileguò ne serba ancora
Dopo molt’anni l’odoroso fiato;

Così l’anima mia che già, nell’ora
Sua giovanil, dell’amor tuo beato
Tutta fu piena, or ch’è suo dì passato,
Tutta dell’amor tuo pur sempre odora.

E la fragranza fervida e sottile
M’incuora sì che nell’infesta sorte
E contro il mondo vil mi fa non vile.

E la fragranza delicata e forte
Dall’anima per lei fatta gentile
Più non isvanirà fino alla morte.

Arturo Graf

Di quei profumi ricordo l'acre
sapore che mai non bevvi allora;
fragranze impalpabili stonano 
ricoprendo miei languidi sogni...

domenica 15 giugno 2025

Angeli, di Salvatore Quasimodo

Angeli

Perduta ogni dolcezza in te di vita,
il sogno esalti; ignota riva incontro
ti venga avanti giorno
a cui tranquille acque muovono appena
folte d'angeli di verdi alberi in cerchio.

Infinito ti sia; che superi ogni ora
nel tempo che parve eterna,
riso di giovinezze, dolore,
dove occulto cercasti
il nascere del giorno e della notte. 

Salvatore Quasimodo

Può includere: Un angelo verde con le ali spiegate, che tiene una lancia, si erge su uno sfondo blu stellato. L'angelo ha un'aureola e un'espressione serena. 
Filiere in filari infiniti di alberi,
pianure di pioppi e sole e calura;
fresche sorgive invitano ancora
al ristoro del corpo e del cuore...