Il flauto notturno
Sotto il notturno ciel che s’inzaffira,
Dalla vetta del colle ermo e fronzuto,
Un flauto nella cheta ombra perduto
Canta soave e mormora e sospira.
Sovra i campi, lontan, per l’aer muto,
Il modulato suon lento s’aggira,
E dolce piagne, e più dolce delira,
Limpido, grave, tremendo, acuto.
D’amori spenti e di sventure arcane
Il flauto narra e d’anime svanite
Non so che storie tenere e crudeli.
Oh, vani amori, oh, ricordanze vane,
Oh, sogni e voci di sommerse vite
Sotto la muta immensità de’ cieli!
Arturo Graf
emozioni scaturiscono segni vitali;
la stanchezza, quella del quotidiano,
si riduce a silenziose lacrime ...

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