Contemplazione
Quand’io contemplo da quest’erma altura,
Ove sospira tra’ ginepri il vento,
Sfavillar senza fin lo smarrimento
Degli astri accesi nella notte oscura;
Vinto da uno stupor, da uno sgomento
Di cieca, ignota, universal sciagura,
Che sempre fu, che interminabil dura,
Il cor nel petto avviluppar mi sento.
E penso le infinite anime erranti
Nell’abisso de’ cieli e senz’aita
Cacciate, offese, piangenti, preganti:
E imploro la pietà d’una infinita
Forza che il tronco maledetto schianti
E la radice onde fiorì la vita.
Arturo Graf
quasi lontane nel tempo e cuore;
eppure sento premere in petto il sole
di quando la luce era chiara e forte...

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