Cerca nel blog

giovedì 31 agosto 2017

Aspettando le vesti, di Leanne O'Sullivan

Aspettando le vesti

Il giorno che i dottori e le infermiere
hanno i loro colloqui settimanali coi pazienti,
siedo aspettando il mio turno fuori dello studio,
schiena al muro, gambe raccolte sotto il mento,

giocando con il lembo della mia camicia bianca da
     ospedale.
Hanno preso ogni cosa che a loro giudizio
doveva esser presa – le mie vesti, i miei libri,
la mia musica, come se venir spogliata

facesse parte della cura, come rimuovere il fodero
da una lama che ha fatto strage.
Hanno detto: aspetta qualche giorno, e se fai la
     brava
potrai riavere le tue cose. Avevano preso

il mio diario, la mia parola fatta carne, e penso
a questi dottori che mi conoscono nuda,
mi tengono per la spina dorsale, due dita
sotto il collo, come si tiene un bimbo,

mi cavano l'anima dalle costole,
sfogliano le pagine dei miei pensieri,
come se mi leggessero la mano,
il mio nome sotto di loro come una confessione,

che sono padroni di questa ragazza, che rivendicano
questo mondo di oscurità, leggerezza, morte
e nascita. È nelle loro mani come una sagola di
     salvataggio,
e io mi sento in caduta libera o a pezzi.

Sentono la mia voce mentre leggono
e pensano: Chi è questa ragazza che parla?
Io conosco la fine, a loro lo dice lei.
È l'ultima riga, sia sorgente che termine.

È ciò per cui gli oceani cantano, come si muove
     il sole,
un luogo per i cartografi dove cominciare.
Dietro la porta, niente è detto.
Come sogni, le mie vesti escono dalle scatole.

Leanne O'Sullivan
da " Sogno di nascita"
traduzione di Alessandro Gentili
 
 
non ho mai amato i vestiti,
qualche camicia colorata si,
no mi sono mai piaciuti i fronzoli;
aspetto ancora approvazioni palesi...

mercoledì 30 agosto 2017

Due canzoni di silenzio, di Vinicius De Moraes

Due canzoni di silenzio
 
Ascolta come il silenzio
s'è fatto all'improvviso
per il nostro amore
 
orizzontalmente…

Credi solo all'amore
e in nulla più
taci: ascolta il silenzio
che ci parla
più intimamente; ascolta
tranquilla
l'amore che sfoglia
il silenzio…
 
Lascia le parole alla poesia…
Oxford, 1939
 
Vinicius De Moraes
da "per vivere un grande amore"
 
 
l'amore, quello vero,
un tempo, un forse, forse mai;
ricordo i baci, carezze impudiche,
i seni, la lingua, i sospiri...

martedì 29 agosto 2017

Giorni di minime estive #8

ritorni, dopo tempo, finalmente,
nel usuale, nel consueto, risaputo;
mi stanco facilmente a correre,
ho rivisto, per una attimo la luce,
un lampo negli occhi buoni...
 
Gujil
 
 

lunedì 28 agosto 2017

La melagrana, di Lino Curci

La melagrana
 
Dio così ricco, così vivo, come
una melagrana aperta:
e i chicchi sono gli uomini, compatto
sangue che brilla di color rubino.
Dio terrestre, colore del mattino,
sangue puro, entusiasta, che ribolle
serrato in te nelle tue brevi ampolle,
sangue, color del vino!
1950
 
Lino Curci
da "Mi rifarò vivente"
 
 
sul mio balcone, piccolo,
senza frutti quest'anno ma vivo;
il melograno dai fiori vermigli,
un attimo nel caos di ogni oggi...

domenica 27 agosto 2017

giorni di minime estive #7

 
come spesso una notte di ansia,
risvegli, sonni agitati, pensieri;
nel solito crescendo mi perdo,
come una sparuta cosa nel nulla...
 
Gujil
 
 

sabato 26 agosto 2017

Australia, di Franco Costabile

Australia

Era come te
nella vigna
un giorno di marzo
di vento e di sole.
Di tanto, o padre,
non t'è rimasto
che qualche cartolina
a un angolo,
sul vetro della cristalliera.
 
Franco Costabile
 
 
un passato ormai lontano,
quando fui, quando percorsi;
dettate dal ricordo immagini
riagganciano l'immaginario...

venerdì 25 agosto 2017

Notte nella giungla..., di Nguyen Chi Thien

Notte nella giungla – continua a piovere, i tetti gocciolano,
Tremando di freddo ci abbracciamo le ginocchia, commerciamo sguardi.
Il punto azzurro di fuoco di una lampada a olio.
Il secchio per l’urina, quello per gli escrementi.
Il letto pieno di insetti che mordono.
Il Capodanno di un prigioniero, nel 1961.
 
Nguyen Chi Thien
 
 
come quelle passate, che ricordo,
tra strida notturne, urli;
animali liberi e padroni,
noi storditi dal sonno e dal caldo...

giovedì 24 agosto 2017

A cosa mi è servito correre..., di Maria do Rosario Pedreira


A cosa mi è servito correre per tutto il mondo,
trascinare, di città in città, un amore
che pesava più di mille valigie; mostrare
a mille uomini il tuo nome scritto in mille
alfabeti e un’immagine del tuo volto
che io giudicavo felice? A cosa mi è servito

respingere questi mille uomini, e gli altri mille
che fecero di tutto perché mi fermassi, mille
volte pettinando le pieghe del mio vestito
stanco di viaggi, o dicendo il tuo nome
così bello in mille lingue che io mai
avrei compreso? Perché era solo dietro a te

che correvo il mondo, era con la tua voce
nelle mie orecchie che io trascinavo il fardello
dell’amore di città in città, il tuo nome
sulle mie labbra di città in città, il tuo
volto nei miei occhi durante tutto il viaggio,
ma tu partivi sempre la sera prima del mio arrivo.
Maria do Rosário Pedreira

 
correre, ansiosi, con fretta,
raggiungere, arrivare, fermarsi;
siamo meteore nel tempo,
siamo un respiro, un attimo... 

mercoledì 23 agosto 2017

Giorni di minime estive #6

eppure non sono desto ancora!
le immagini pensano, scorrono,
in un crescendo di sevizie mentali
rischio di scorgere il lato sfocato;
lasciamo che il tempo risolva,
lasciamo che ogni cosa si adatti...
 
Gujil
 
Domenico Morelli
"Giovane donna dormiente"
Genova, raccolte Frugone
 

martedì 22 agosto 2017

Cielo di pioggia sul mare, di Nelson Cenci

Cielo di pioggia sul mare
 
La voce quieta del mare
in questo cielo oscurato
da nuvole di pioggia
ti porta lontane memorie
e meno triste appare
il buio della sera.
 
Nelson Cenci
 
 
non l'avrei mai detto, mi manca,
la casa, le cose, l'arenile, il calore;
forse ho agganciato quel feeling
che da sempre andavo cercando...

lunedì 21 agosto 2017

Aspettami ed io tornerò, di Konstantin M. Simonov

 
Aspettami ed io tornerò
                     

Aspettami ed io tornerò,
ma aspettami con tutte le tue forze.
Aspettami quando le gialle piogge
ti ispirano tristezza,
aspettami quando infuria la tormenta,
aspettami quando c’è caldo,
quando più non si aspettano gli altri,
obliando tutto ciò che accadde ieri.
Aspettami quando da luoghi lontani
non giungeranno mie lettere,
aspettami
quando ne avranno
abbastanza
tutti quelli che aspettano con te.

Aspettami ed io tornerò,
non augurare del bene
a tutti coloro che sanno a memoria
che è tempo di dimenticare.
Credano pure mio figlio e mia madre
che io non sono più,
gli amici si stanchino di aspettare
e, stretti intorno al fuoco,
bevano vino amaro
in memoria dell’anima mia...
Aspettami. E non t’affrettare
a bere insieme con loro.

Aspettami ed io tornerò
ad onta di tutte le morti.
E colui che ormai non mi aspettava,
dica che ho avuto fortuna.
Chi non aspettò non può capire
come tu mi abbia salvato
in mezzo al fuoco
con la tua attesa.
Solo noi due conosceremo
come io sia sopravvissuto:
tu hai saputo aspettare semplicemente
come nessun altro.


Konstantin M. Simonov
Traduzione di Angelo Maria Ripellino
 
 
aspettare, attendere,
due verbi colmi di sensazioni,
ansie, gioie, scrutare orizzonti;
io, per me, preferisco le cose...

domenica 20 agosto 2017

Tristezza, di Cecilia Casanova

Tristezza
 
Stamattina gli uccelli si sono radunati
davanti alla mia finestra.
Cantavano tutti assieme
senza mettersi d’accordo.
Li udivo appena,
sotto le lenzuola
e questa tristezza che mi prende la notte.
Indifesa, in posizione fetale,
desidero la vastità
che talvolta mi gonfia
come una colomba.
 
Cecilia Casanova
 
 
come non capire, non condividere,
quando il respiro è sospiro,
quando le lacrime premono forte;
"missing you... so much..."

sabato 19 agosto 2017

Cerchio, di Sebastiano Carta

Cerchio

Non sogni, umani suoni.
Idee girano, mai spendono.
Intenzione di spazi, la terra.
Mare fondo, immagini, acque.
Miracolo non guasta continuo giro terso.
Scheletri di gesso, memorie.
Acquista forma, Materia: catalogarla.
Per questo s’è inventato l’uomo.
Passiva coscienza dei colori.
Est troppo giallo, senza motori.
L’argento di una curva sottile già decade.
Tubi con indicazioni matematiche salgono.
 
Sebastiano Carta
 
un tondo siamo noi, soli,
cerchiamo altri cerchi, uguali,
a fonderci come anelli di catena;
non sempre gli anelli reggono...

venerdì 18 agosto 2017

Giorni di minime estive #5

il silenzio, dopo orrore e morte,
nei visi scavati di foto artefatte,
negli occhi di chi cercava la gioia;
mi trovo sperso in un mondo così...
 
Gujil
(Barcellona 17 Agosto 2017)
 
 

giovedì 17 agosto 2017

Preghiera, di Giorgio Caproni

Preghiera
 
Anima mia, leggera
va’ a Livorno, ti prego.
E con la tua candela
Timida, di nottetempo
fa’ un giro; e, se n’hai il tempo,
perlustra e scruta, e scrivi
se per caso Anna Picchi
è ancora viva tra i vivi. 

 
Proprio quest’oggi torno,
deluso, da Livorno.
Ma tu, tanto più netta
di me, la camicetta
ricorderai, e il rubino
di sangue, sul serpentino
d’oro che lei portava
sul petto, dove s’appannava.

 
Anima mia, sii brava
e va’ in cerca di lei.
Tu sai cosa darei
se la incontrassi per strada.
 
Giorgio Caproni
 
 
pregare serve a noi, dentro,
per colmare il senso di impotenza,
quello forte di solitudine:
serve a noi, solo a noi...

mercoledì 16 agosto 2017

Vele, di Aldo Capasso

Vele
 
Due vele, a pena nate e di sorpresa,
sull'orizzonte, agli occhi chiari che apre
il mattino del mondo nel mio viso,
son l'evento che instaura un tempo albare.
E se il silenzio mi riduce a un lieve
giuoco come un vel d'acqua fra due pietre,
m'è bastato, perché mi sia la vita
candida, quella coppia aerea d'ali
apparsa d'improvviso fra due cieli.
Il passato s'esilia. Antichi lutti
del mio cuore si sciolgono nell'ora
come il sale nell'acqua che s'acciglia.
 
Aldo Capasso
 
Demò
"Vele"
 come due vele nel mare,
quello della vita, aspro,
due vele insieme, stessa scia,
uno dietro l'altra fino al naufragio...

martedì 15 agosto 2017

Rinascita, di Luca Canali

Rinascita
 
Dimesso il pensiero
d’un addio alla vita, ho voglia
di giocare anch’io nel bene
e nel male la mia esistenziale
partita, di guardare sereno
da una soglia.
 
Luca Canali
 
 
ogni volta, sempre, rinascere;
concetti profusi a badilate,
credere o perire,  fedeli
nel nostro piccolo passaggio...

lunedì 14 agosto 2017

C'è chi nasce un mattino, di Helle Busacca

C'è chi nasce un mattino
 
C’è chi nasce un mattinotirato a lucido, un banco
di nubi che indietreggia di là dal limite
dell’orizzonte a incurvare
i grattacieli e i campanili
di Milano in una bolla di quarzo
il viale sotto casa con le foglie rosse
e d’oro a felpargli il passo in un sontuoso
tappeto indiano,
mattini
tersi di novembre che pare
aprile e la rosa sul terrazzo
illusa mette le foglioline
nuove,
“crede che sia
primavera”, ti dicevo.
E c’è
come te e me, chi è nato
con la nebbia che nessun sole potrà forare
cupa da cataclisma
giornata conchiusa in un giro
inesorabile di ventiquattro
ore, la nebbia precipita
in pioggia melma le strade
le gore che straripano la tramontana
che rapprende al tuo brancolare
un lastrico di ghiaccio su cui stramazzi,
e quando è l’ora ventiquattresima
non ti riguarda più se entro un attimo
il cosmo scatterà in una nuova alba.
 
Helle Busacca
 
 
qualche cinguettio di passeri,
sono ancora tanti qui, senza cornacchie;
qualche respiro e lungo silenzio,
rinasco ogni mattina

domenica 13 agosto 2017

Vita quotidiana, di Rainer Brambach

Vita quotidiana
 
Andare dove devo andare
Piantare un nuovo albero
Irrigare il giardino anche se continua a piovere
Ingrassare la ruota
e controllare i freni
Leggere il giornale senza il desiderio
di emigrare
Ricevere gli amici
Dimenticare
Rose o galline?
Scrivere poesie
e non far caso alla musica dei violini
del cielo
che sia azzurro o coperto.
 
Rainer Brambach
 
 
quella da cui sei preso, arpionato,
dove sei un numero nella folla;
la vita quella dei giorni,
quella con tutti gli altri...
 
 

sabato 12 agosto 2017

Montaliana, di Anonimo


Montaliana

Mareggiare pallido e forte
presso scogli e rocce ritorte
notare nel grigio marosi possenti
e uccelli marini nel volo radenti
 
Sabbiose distese le spiagge spianate
da libeccio insistente, da onde iridate;
astanti figure sagomate nel sole
un gioco di ombre lontane e da sole...
 
Anonimo
del XX° Secolo
poesie ritrovate

venerdì 11 agosto 2017

L'albero, il lume di Yves Bonnefoy

L'albero, il lume
 
L’albero invecchia nell’albero: è l’estate.
L’uccello valica il canto dell’uccello e si allontana.
Il rosso della veste illumina e disperde
lontano, in cielo, il carreggio dell’antico dolore.
Oh fragile paese,
fragile come la fiamma del lume che portiamo
quando è vicino il sonno nella linfa del mondo,
semplice il battito dell’anima condivisa.
Anche tu ami l’istante in cui la luce dei lumi
trascolora e sogna nel giorno.
Tu sai che è l’oscurità del tuo cuore che guarisce,
la barca che raggiunge la riva e vi ricade.
 
Yves Bonnefoy
 
 
l'estate al suo culmine, nuvole,
il vento di libeccio sferza il mare
onde possenti battono le rive;
gli alberi piegano le loro chiome...

giovedì 10 agosto 2017

Raccolta di chiocciole, di Giuseppe Bonaviri

Raccolta di chiocciole
 
Dopo che piovve abbondantissimamente
sull'altopiano in sassi crisopazi
e cantò la civetta dall'albero millicucco,
i due ragazzi e le tre bambine
andarono in cerca - con lumelli
di luna nel paniere -
di chiocciole, lumachelle e grilli.
Orlando giovane paladino errante
addormentato nella casa
per la finestrella mandava fortissimo
lo scintillio delle armi. La madre
dei ragazzi per l'aperta campagna
già in sera pregava la terra
e l'onnipotente Dio Macone.
 
Giuseppe Bonaviri
 
 
era tanto tempo fa, a Capannori,
chiocciole dappertutto, sui muri,
sull'erba profumata di pioggia;
noi, come bimbi, passeggiammo tra loro...

mercoledì 9 agosto 2017

L'allodola e la luna,, di Vittorio Bodini


L'allodola e la luna
 
L'allodola e la luna sole nel cielo:
lei sorta appena e il passero spaurito
dal pino nero e i silenziosi spari
dei finti cacciatori in mezzo al grano nascente.
Nessuno l'attendeva. Nessuno attende.
Volava di traverso con tutto il cielo in gola.
Sotto di lei crollavano i papaveri,
un'ombra cancellava coi grossi pollici
il dolce vino e il viola del tramonto.

In una stanza in fondo, la memoria,
lasciata ai suoi più torbidi solitari,
di te non s'informava, fine d'un grande giorno:
giorno da meditare
davanti a una finestra, col silenzio alle spalle.
 
Vittorio Bodini
 
 
come un allodola, stupida o curiosa,
lo specchietto mi chiama e rispondo;
il riflesso è una luce abbagliante
ma rivedo ciò che ho sempre amato...

martedì 8 agosto 2017

Chissà se i posti..., di Anonimo

 
 
Chissà se i posti lo sanno

Chissà se i posti lo sanno
dell'ultima volta che stai,
di quando una lieve tristezza
sembra sapere, sicuramente conosce,
noi sì ferma l' istante...

Anonimo
del XX  secolo
poesie ritrovate
 
 

lunedì 7 agosto 2017

Giorni di minime estive #4

 
In un contesto, solo,
come uccello marino additivi
ai naviganti approdi,
nascosti, celati e remoti...

Gujl

domenica 6 agosto 2017

Amore, di Piero Bigongiari


Amore
 
C'è poco spazio per l'amore, tra
una chiamata telefonica, un viaggio,
un grido, a malapena un esser qui
tra un sorriso, un morire del sorriso,
ma questo è amore, questo poco spazio
che viene meno: screzio del possibile,
strazio dell'impossibile che può.
 
Se è intatta la coppa, l'incrinata
coppa ma che non versa, è che l'amore
che l'incrina la tiene, che la sbriciola
la rifonde in un tutto. Nulla passa:
la ferita non versa, par guarita.
Ma non l'amore, esso non è guaribile.
 
Non guarisce l'amore, l'inguaribile
scende stilla a stilla dagli occhi, e uno dice: vedo;
stilla a stilla dal cuore, e uno dice: sento,
sento un vuoto, un dolore, sento venir meno
la notte o l'alba che dovrebbero seguirsi
a breve distanza, caute, tacendo.
 
È notte o l'alba, non so: il fiume qui è grossoma pur fine, fatto di stille di temporali miti.
Gridano di andarsene dal cuore le poche cose che lo
posseggono
ma come una stiva che una tempesta mette a soqquadro,
quanto spazio là, quanto spazio tra le cose mercanteggiate,
in qualche pericolo
qualcuno grida lassù in alto con un urlo lacerante qualcosa.
 
Ha veduto, o non ha veduto, il pack aprirsi
a un' improvvisa primavera che ha percorso le acque
fredde
in canali profondi; ha veduto, o non ha veduto,
anche il carico aprirsi, sbandare, ritrovare quel disordine
antico che all'improvviso provoca non udito,
 
ultrasuono infrasuono, non una voce per chi è sordo a ogni ordine estremo
o forse all'opposto di ogni ordine. Se tutto, dentro e fuori,
ugualmente e tutto insieme si apre, attento
attento a non cadere in questa grafia fine che l'amore crea
tra le cose
come se volesse descriverle, lui l'indescrivibile,
attento a non scinderti in un significato che non può
significare l'insignificabile
perché l'amore può stritolarti là in mezzo dove ti lascia
dolcemente cadere
se tu non ne sei la tenaglia ma il mallo amaro.
 
Piero Bigongiari
da Antimateria, Mondadori 1972
 
 
 
amore lontano ricordo,
o era sol passione, non so;
mi curvo nelle anse del tempo
per ricreare quei profumi lontani...

sabato 5 agosto 2017

Dettagli a sangue, di Alberto Bevilacqua

Dettagli a sangue
 
Di tanto amarti perdutonon resterà che questo:
il ricordare a strappi come ci si leva
una benda per rabbia da una ferita
fresca
solo frammenti, dettagli a sangue, o svolte
fulminee,
il senso del dolore prima che il dolore esulti:
il poco, il breve
che non sapevamo vivendoli capaci d'immenso.
 
Alberto Bevilacqua
 
 
perdersi nei dettagli, bello,
lasciare che le cose frivole
vengano a noi come grandi verità:
stringiamoci nell'ovvio...

venerdì 4 agosto 2017

Hymnus ad nocturnum, di Pier Paolo Pasolini

Hymnus ad nocturnum

Ho la calma di un morto:
guardo il letto che attende
le mie membra e lo specchio
che mi riflette assorto.

Non so vincere il gelo
dell’angoscia, piangendo,
come un tempo, nel cuore
della terra e del cielo.

Non so fingermi calme
o indifferenze o altre
giovanili prodezze,
serti di mirto o palme.

O immoto Dio che odio
fa che emani ancora
vita dalla mia vita
non m’importa più il modo.


Pier Paolo Pasolini

La poesia che dice tutto 
                    

 
notturni caldissimi, estivi,
aria condizionata per dormire;
un tempo sudavo le notti
e non sempre era per il caldo...