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martedì 7 novembre 2017

Il povero poeta, di Czeslaw Milosz

Il povero poeta
 
Il primo movimento è il canto,
libera voce che riempie le valli e le montagne.
Il primo movimento è la gioia,
che però
viene sottratta.
 

 E dopo che il sangue si mutò negli anni,
e mille sistemi planetari
nacquero e si estinsero nel corpo,
siedo, poeta capzioso e iroso,
con occhi malignamente socchiusi,
e soppesando la penna nella mano

medito vendetta.
 

Drizzo la penna, e butta gemme e foglie, si ricopre di fiori,
spudorato è il profumo di quest'albero, perché là
nel mondo reale
alberi così non crescono, ed è come un affronto
fatto alla gente che soffre il profumo di quest'albero
.
 

 C'è chi trova rifugio nella disperazione, dolce
come un
tabacco forte, un bicchiere di vodka
bevuto nell'ora della perdita.
Per altri c'è la speranza degli stupidi
rosea come un sogno erotico.
 

Altri ancora trovano pace idolatrando la patria,
e può durare a lungo, ma non più di quanto

ancora dura l'Ottocento.
 

Ed a me è data un speranza cinica,
perché da quando ho aperto gli occhi ho visto solo
bagliori sinistri e stragi,
svilimento, ingiustizia, e la ridicola
infamia dei boriosi.
Data mi è una speranza di vendetta
sugli altri e su me stesso,
perché ero colui che sapeva
e da questo non trasse alcun vantaggio
.
 
 
Czeslaw Miłosz
 
Risultati immagini per povero poeta
Karl Spitzweg
"Il poeta povero"
tutti poeti nell'anima,
un po' meno sui fogli;
la rete dei pensieri si infossa
nel web, un mostro senza volto...

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