Notturno di Stone Canyon
Antico dei Giorni, vecchio amico, nessuno crede
nel tuo ritorno.
Nessuno crede più nella propria vita.
La luna, come un cuore morto, freddo e inavviabile,
appesa a un filo
all’estremità della terra,
finalmente infedele, che macchia le felci
e gli arbusti rosa.
Nell’altro mondo, bambini disfanno i nodi sulle
loro cordicelle.
Cantano canzoni, e le loro dita sfumano.
E qui, dove il cigno mugola nella sua orbita,
dove la sanguinaria
e la belladonna insistono a confortarci,
dove la volpe nel muro del canyon svuota le nostre
mani, estatica d’altro,
come una goccia d’olio limpido il Guaritore rotea
nel vento della notte,
parte occhio, parte lacrima, riluttante a riconoscerci.
Nessuno crede più nella propria vita.
La luna, come un cuore morto, freddo e inavviabile,
appesa a un filo
all’estremità della terra,
finalmente infedele, che macchia le felci
e gli arbusti rosa.
Nell’altro mondo, bambini disfanno i nodi sulle
loro cordicelle.
Cantano canzoni, e le loro dita sfumano.
E qui, dove il cigno mugola nella sua orbita,
dove la sanguinaria
e la belladonna insistono a confortarci,
dove la volpe nel muro del canyon svuota le nostre
mani, estatica d’altro,
come una goccia d’olio limpido il Guaritore rotea
nel vento della notte,
parte occhio, parte lacrima, riluttante a riconoscerci.
Charles Wright
traduzione di Antonella Francini
estivi, soprattutto estivi;
li ricordo appena, con amore,
quando era amore la passione...
Nessun commento:
Posta un commento