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venerdì 8 febbraio 2019

Impronte, di Yang Mu

Impronte

Vieni con me nel ronzio delle cicale, nell’inquietudine
alza la testa e conta i cavalli sulla trave
sauri che sollevano polvere
contane gli anni al margine dell’acqua. Tu che dormi
le tue mani sono pitoni

Egli supera il palazzo, procede come l’ombra del sole
sale lentamente
dove siedo a pensare
lasciando quello spazio vuoto a me
il me di ieri

Il posto dove un tempo andavi a bere, tu sei lì
chino la testa e ti guardo
il mestolo blu scivola via sull’acqua
scivolano via le labbra del viandante
dammi ceneri! Dammi silenzio nel clamore
luna e stelle future sono un rosario
contando i grani, la tua mano con un gesto spegne la luce
che cercavo

Nord-nordovest, bel guardiano
venuto dalla foresta, hai udito il lamento delle stelle a
oriente?
Con la luna alla destra, veloci attraversiamo il fiume

1959
 
Yang Mu
traduzione di Rosa Lombardi


impronte, quelle che vorremmo
lasciare a nostro imperituro ricordo;
eppure cerchiamo consensi sempre
eppure siamo volubili e piccoli...

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