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mercoledì 22 gennaio 2020

La mia musa, di Heinrich Böll

La mia musa
 
La mia musa sta sull’angolo della via
dà a ciascuno quasi per niente
ciò che io non voglio
quando è allegra
mi regala ciò che vorrei
rare volte l’ho vista allegra.
 
La mia musa è una suora
nella casa oscura
dietro doppie inferriate
mette presso il suo Diletto
una buona parola per me.
 
La mia musa lavora in fabbrica
quando ha finito di lavorare
vuol andare a ballare con me
ma io
non finisco mai di lavorare.
 
La mia musa è una vecchia
mi picchia sulle dita
strilla con bocca coriacea
è inutile matto
matto è inutile
 
La mia musa è una donna di casa
non biancheria
nell’armadio ha parole
Raramente ne apre le ante
e me ne porge una.
 
La mia musa ha la lebbra
come me
ci baciamo via la neve
dalle labbra
ci dichiariamo mondi
 
La mia musa è tedesca
non mi dà alcuna protezione
solo se mi bagno nel sangue del drago
mi posa la mano sul cuore
così resto invulnerabile
 
 Heinrich Böll
 
Anton Raphael Mengs,
Parnaso,
Museo dell'Ermitage
tutti dovremmo averne una,
che ci ispiri, ci guidi, ci ami;
una musa, un mito, una gioia,
appesi al nostro estro...
 

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