Cerca nel blog

mercoledì 31 marzo 2021

La belle dame sans merci, di Eugenio Montale

La belle dame sans merci

Certo i gabbiani cantonali hanno atteso invano
le briciole di pane che io gettavo
sul tuo balcone perché tu sentissi
anche chiusa nel sonno le loro strida.

Oggi manchiamo all'appuntamento tutti e due
e il nostro breakfast gela fra cataste
per me di libri inutili e per te di reliquie
che non so: calendari, astucci , fiale e creme.

Stupefacente il tuo volto s'ostina ancora, stagliato
sui fondali di calce del mattino;
ma una vita senz'ali non lo raggiunge e il suo fuoco
soffocato è il bagliore dell'accendino.

Eugenio Montale

Leon Spilliaert
"
Vertigo", 1909
saper rendere nel giusto modo le immagini
quasi fossero fotogrammi di vita, impressi;
mai potrei scorgere oltre il confine i profili
di morbide colline e vallate fino al non finire...

martedì 30 marzo 2021

Amori impossibili come.., di Andrea Zanzotto

Amori impossibili come

Amori impossibili come
sono effettivamente impossibili le colline
Non è possibile che tanto amore
in esso venga apertamente
dato
e al tempo stesso dissimulato, anzi
reso inaccessibile

Serie senza reliqui di inaccessibilità che pur fa da accattivante

ingradante tappeto sulla
più grande breccia demenza desuetudine
Colline ricche di mille percorsi di morte
per quietamente
per avventato soccorrere
tra cielitudini
per insufficienza di attenzione a sé –
di sorte in sorte
“intralcerà” “si defilerà”

Andrea Zanzotto

 

nell'infinito che siamo trova spazio
un silenzioso senso di appartenenza;
siamo animali di affetti e pretendiamo da altri
mondi indiscussi che non sappiamo dare...

lunedì 29 marzo 2021

Non ho che appassito un fiore, di Anonimo

Non ho che appassito un fiore

 Geometriche aspirazioni i sogni
pervadono il senso del dire, del fare,
in imprecisioni minime s’infrangono

le speranze, i sorrisi, i giorni.

 Salate, silenti amiche rigano
scavate guance di un soffrire acerbo,
rivedo il viaggio, i porti, le tracciate rotte
a solcare la contorta geografia del cuore.
 

Non ho che appassito un fiore
ne recisi il gambo un tempo, ricordo,
ora perdura una risentita fiaba,
di un cavaliere stanco, di una fata volta.
 

Anonimo
del XX° Secolo
da "Le implicazioni sentimentali
" 

domenica 28 marzo 2021

Solo et pensoso i più deserti campi.., di Francesco Petrarca

Solo et pensoso i più deserti campi
vo mesurando a passi tardi et lenti,
et gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio human l’arena stampi.

Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti,
perché negli atti d’alegrezza spenti
di fuor si legge com’io dentro avampi:

sì ch’io mi credo omai che monti et piagge
et fiumi et selve sappian di che tempre
sia la mia vita, ch’è celata altrui.

Ma pur sì aspre vie né sì selvagge
cercar non so ch’Amor non venga sempre
ragionando con meco, et io co·llui.

Francesco Petrarca

rimasugli di sogni mi danno al mattino
rimane quel vago torpore, di sonno;
resisto al richiamo imperioso dei sensi
costringo e rimando rallento il respiro...

sabato 27 marzo 2021

Canzone e riflesso

siamo tutti preda di indicibili sogni
la ricerca è continua spesso costante;
simulacri del passato ritornano in mente,
come le canzoni, come le emozioni...

 

 When the moon is in the Seventh House
and Jupiter aligns with Mars
Then peace will guide the planets
And love will steer the stars

This is the dawning of the age of Aquarius
The age of Aquarius
Aquarius! Aquarius!

Harmony and understanding
Sympathy and trust abounding
No more falsehoods or derisions
Golden living dreams of visions
Mystic crystal revelation
And the mind's true liberation
Aquarius! Aquarius!

When the moon is in the Seventh House
and Jupiter aligns with Mars
Then peace will guide the planets
And love will steer the stars
 
This is the dawning of the age of Aquarius
The age of Aquarius
Aquarius! Aquarius!
As our hearts go beating through the night
We dance unto the dawn of day
To be the bearers of the water
Our light will lead the way

We are the spirit of the age of Aquarius
The age of Aquarius
Aquarius! Aquarius!

Harmony and understanding
Sympathy and trust abounding
Angelic illumination
Rising fiery constellation
Travelling our starry courses
Guided by the cosmic forces
Oh, care for us; Aquarius

venerdì 26 marzo 2021

Riflesso

 Scellerate azioni proiettano visioni
in un loop continuo e fastidioso
errori si sommano a sbagli
delicate imprecisioni di insani gesti.

 Claude Monet
"Impressioni, levar del sole"

 

giovedì 25 marzo 2021

Riflesso

la vita, gli incontri, la sessualità, l'amore,
un compositore che amo combattuto tra i flutti;
il secondo movimento mi porta sempre lontano,
come una canzone, una di quelle ancora da scrivere...


 

mercoledì 24 marzo 2021

Quarantena #24

Quarantena #24

fuoriesce un sogno dalla prigione globale,
letteralmente impegnati in attimi ritorti siamo
quadri, tele e cornici di vite ristrette
in angusti posti, in silenziose stanze;

reclusi anche nel contesto più intimo,
spaventati da situazioni represse,
compressi insomma in attimi che durano...

Gujil

Jean-Jules-Antoine Lecomte du Nouÿ
"Il sogno dell'eunuco"

martedì 23 marzo 2021

Marzo, di Angelo Silvio Novaro

Marzo

Marzo: una lacrimetta
che una ventata asciuga,
e qualche nuvoletta
che il sole mette in fuga.

Minaccia di bufera
e poi, tutto ad un tratto,
riso di primavera.
Oh! marzo, marzo matto.

Angiolo Silvio Novaro

mese strano, sole e freddo, insieme,
come il riso e il pianto, il bene e il male;
ditro un angolo la fine dell'inverno,
passa ancora un anno, un altro...

lunedì 22 marzo 2021

Generalizzando, di Giorgio Caproni

Generalizzando

Tutti riceviamo un dono.
Poi, non ricordiamo più
né da chi né che sia.
Soltanto ne conserviamo
– pungente e senza condono –
la spina della nostalgia.

Giorgio Caproni
da Res Amissa, Milano, Garzanti 1991

il ricordo si stempera nei frammenti
ne conserviamo solo gli attimi più intensi;
ricordiamo visioni ma scordiamo gli odori,
il sapore è ormai una labile impressione...

domenica 21 marzo 2021

Isola arcana, di Arturo Graf

Isola arcana

Sovra un tacito mar, che del catrame
Più buje le assonnate acque distende,
Come uno smisurato orbe di rame
Obliquo il sol dall’orizzonte splende. 

Quivi (se il ver si narra) in sovrumana
Quiete sorge al dubbio dì, remota
Da tutte genti, a tutte genti ignota,
Una miracolosa isola arcana.

Il neghittoso marinar, che in sua
Muta contemplazïon smarrito siede
Sul mar, dinanzi all’errabonda prua,
Come un sogno talor splender la vede.

Vede su lieti poggi, entro giardini
Meravigliosi, sfavillar palazzi
D’oro e dïaspro, e nitidi terrazzi,
E scalee che d’argento hanno i gradini.

Ode vagar sopra l’immobil onda,
Pel cheto ciel, con lente ali sonore,
Una soave melodia profonda,
Ebbra di voluttà, ebbra d’amore.

Arturo Graf

Laura Sisti
"L'isola non trovata"
come quelle del mare che sappiamo di essere,
isola nascosta alle rotte degli esseri umani;
il nostro paradiso perduto che nessuno vede,
traccia vera di quello che siamo e non appariamo...


sabato 20 marzo 2021

...e a poco a poco si sentì chiamato.., di Ivan Turgenev

...e a poco a poco si sentì chiamato
indietro: in campagna, nel giardino oscuro
dove i tigli sono così ombrosi e immensi,
e i mughetti hanno un profumo così virgineo,
dove i tondi salici in fila
dall’argine s'inchinano sull'acqua,
ove la florida quercia cresce dalla terra fertile,,
dove odora di canapa e d’ ortica...
Laggiù, laggiù nei campi sconfinati
dove la terra, nereggia simile a velluto,
dove la segale, ovunque poggiate l’occhio,
oscilla dolcemente, in onde tranquille.
E cade un pesante raggio dorato,
di là dalle bianche, tondeggiante nuvole diafane;
la si sta bene...

Tratto da un poema dato alle fiamme.

Ivan Sergeevič Turgenev

le difficili salite, le discese affrettate,
si oscilla tra sbuffi improvvisi di vento;
il progressivo salire dell'anima è scomposto
come effimere che volano insieme...

venerdì 19 marzo 2021

Dove stanno bene i fiori, di Corrado Govoni

Dove stanno bene i fiori

I ciclami, nei chiostri di marmo.
Le ortensie, nelle rosse Certose.
Le margherite, nei prati.
Le viole, tra le foglie secche lungo i fossi.
La malva, nelle pentole dei poveri, alle finestre.
Gli oleandri, nei vestiboli dei ricchi.
Le rose, dentro gli orti di campagna.
I tuberosi, nei giardini dei collegi.
Le aquilegie, nei cortili dei castelli antichi.
Le ninfèe, come bianche lavandaie, sotto i ponti.
Gli edelvai, vicino ai nidi delle aquile.
I convolvoli, nelle siepi delle strade.
I glicini, sui ruderi.
L' edera, come una decorazione verde
intorno agli alberi veterani.
I gigli, sugli altari e in processione.
Le orchidee, simili ad aborti, nei bicchieri.
Le azalèe, nelle chiese protestanti.
Le camelie, nei vasi di maiolica sulle scale.
I narcisi, davanti agli specchi.
I garofani rossi, nella bocca delle amanti.
I crisantemi, sulle tombe e nelle tavole.
I pensè, come maschere curiose alle finestre.
I papaveri, nel frumento.
I begliuomini dai fiori ascellari
simili ad arlecchini, negli orti delle zitelle.
Le violacciocche, lungo i viali delle passeggiate.
I semprevivi, nelle camere dei malati e davanti ai santi.
I gelsomini, alle finestre degli ospedali.
I funghi, nei boschi umidi
nelle travi marcite
e neir anima mia.

Corrado Govoni

Primavera incipiente si annuncia coi fiori,
colori sgargianti sul mio balcone, le violette,
i gialli narcisi e i muscari... le bocche di leone...
l'anima sobbalza e gli occhi sorridono oggi...

giovedì 18 marzo 2021

Protocollo marino #25, di Gujil

Protocollo marino #25

Il mare lambisce la mia anima da sempre,
ragazzo imberbe sfidavo le onde a Bergeggi,
la scogliera di Tanah Lot impressa negli occhi da adulto,
avanti con gli anni inspiro la spezzina brezza nostrana.
Il mare accarezza le mie solitarie imprese,
il vento, la battigia, le risacche foriere di spuma,
cammino un pensiero costante, solo,
il mio dentro si fa fortunale e agita

indiscusse virtù ritenute superate;
mi accingo al mattino, come sempre,

un rivolo di dolcezza percuote il mio animo,
lo spazio nel cuore si stringe, comprime,
una parte di me rimane sull'ala del gabbiano,

quell'altra, la risaputa e stanca, riprende la solita vita..

 Gujil

mercoledì 17 marzo 2021

Il sole dei vecchi, di Alda Merini

Il sole dei vecchi
è un sole stanco.
Trema come una stella
e non si fa vedere,
ma solca le acque d'argento
dei notturni favori.
E tu che hai le mani piene
d'amore per i vecchi
sappi che sono fanciulli
attenti al loro pudore.

Alda Merini

Enda Bardell
"Afterglow"
acquarello
è un sole al tramonto, immagino, il nostro,
poco importa il forte bagliore residuo, "afterglow"
la luce ancora illumina volti, momenti, scene,
ma scema di un lento languore nei nostri intimi...

martedì 16 marzo 2021

E' da un suono remoto.., di Anna Maria Carpi

È da un suono remoto
dalla casa, dalla stanza in fondo,
o è un mio tremito interno
o è quel giovane ailanto
che s’agita là fuori, all’imbocco del parco,
il selvatico che alligna dappertutto
senza riguardi.

Di dove viene che non la vedo,
questa speranza
io non so in che cosa,
questa gioia improvvisa
fuori del cuore,
quest’aliena che canta
la sua infinita ragione d’esistere?

Anna Maria Carpi
da "Quando avrò tempo"

le nostre gioie appese ai muri
fotogrammmi di vita passata;
cerchiamo stralci di pensieri futuri,
il tempo incalza, la ragione lo sà...

lunedì 15 marzo 2021

Riflesso musicale

 un improbabile fauno insegue una ninfa
bellezza raccolta, musicata, resa viva;
il tempo che scorre non cancella

un carattere stanco ma ancora orgoglioso...


domenica 14 marzo 2021

Tienimi per mano al tramonto..., di Herman Hesse

Tienimi per mano al tramonto,
quando la luce del giorno si spegne e l’oscurità fa scivolare il suo drappo di stelle…
Tienila stretta quando non riesco a viverlo questo mondo imperfetto…
Tienimi per mano…
portami dove il tempo non esiste…
Tienila stretta nel difficile vivere.
Tienimi per mano…
nei giorni in cui mi sento disorientato…
cantami la canzone delle stelle dolce cantilena di voci respirate…
Tienimi la mano,
e stringila forte prima che l’insolente fato possa portarmi via da te…
Tienimi per mano e non lasciarmi andare…
mai…

Herman Hesse

Hermann_Hesse

potenza di una poesia è collimare, descrivere,
quando calza perfettamente ad una situazione
stringe la morsa dell'immaginario che siamo
struggente vicessitudine del quotidiano...

sabato 13 marzo 2021

Sempre assorto, di Camillo Sbarbaro

Sempre assorto in me stesso e nel mio mondo
come in sonno tra gli uomini mi muovo.
Di chi m'utra col braccio non m'accorgo,
e se ogni cosa guardo acutamente
quasi sempre non vedo ciò che guardo.
Stizza mi prende contro chi mi toglie
a me stesso. Ogni voce m'importuna.
Amo solo la voce delle cose.
M'irrita tutto ciò che è necessario
e consueto, tutto ciò che è vita,
m'irrita come il fuscello la lumaca
e com'essa in me stesso mi ritiro.

Chè la vita che basta agli altri uomini
non basterebbe a me.
E veramente
se un altro mondo non avessi, mio,
nel quale dalla vita rifugiarmi,
se oltre le miserie e le tristezze
e le necessità e le consuetudini
a me stesso non rimanessi io stesso,
oh come non esistere vorrei!
Ma un'impressione strana m'accompagna
sempre in ogni mio passo e mi conforta:
mi pare di passare come per caso
da questo mondo...

Camillo Sbarbaro

 cosa c'è di più bello e sicuro di un mondo interiore,
ma non sempre basta, non sempre è sufficiente;
fortunatamente la vita incrocia, trama infinite vie,
siamo balia delle correnti, piccole barche...

venerdì 12 marzo 2021

Il risveglio, di Amalia Guglielminetti

Il risveglio

Gli occhi tu apristi in una buia sera
afferrata da un torbido sgomento,
mentre il viale di tigli del convento
piegava urlando sotto la bufera. 

Quasi un'anima nuova, prigioniera
in te, gemeva un fievole lamento,
si lagnava d'un male ignoto e lento,
e un gran pianto piangea la notte nera. 

Su le bianche dormenti la fiammella
vegliava, come un occhio appassionato
sotto una fronte virilmente bella. 

L'adolescente in quel fulgor s'affise
marmorea, ostil. Poi, l'angelo svegliato
raccolse l'ali e al sogno umano rise.

Amalia Guglielminetti

Mary Cassatt
"Risveglio mattutino. Eva Gonzales"

i sogni, la realtà, le stringenti contingenze,
ci arrabattiamo in contesti lucidi e lineari;
vorrei la mia anima libera di esprimersi,
vorrei volare senza alcuna pregiudiziale...


giovedì 11 marzo 2021

Inquietudini sentimentali VII, di Teresa Wilms Montt

Inquietudini sentimentali VII

Due seni pallidi e inquietanti insieme; occhi rapiti
di lubricità, e una carezza impudica e carnale,
di traverso al mio passo e al mio cammino. E una voce
dal suono indefinibile, come il duro singhiozzo
di un bambino, che mi sussurra: Vieni! Io sono l’eros.
Ed io andavo seguendo questa menade folle, come
un lembo d’acciaio segue la calamita. Avanzavo
sospinta dal mistero… S’eran fatte di ghiaccio le
mie labbra, chiusa la gola da sbarre di ferro. Il mio
sguardo era lucido d’umore, gli occhi raggianti come
pietre alcoliche…
E ritornai, le labbra insonnolite, gli occhi accecati e
trepide le mani contro se stesse in orrido conflitto,
assetate di scempio e, nel mio cuore, una sorta
di marchio rosso fuoco, denso della più amara delusione.
Ma io non ero lì: non mi porgeva, la baccante folle,
alcun rimedio per il mio mal d’amore.

Teresa Wilms Montt
 traduzione di Cristina Sparagana

nel contesto di cose insondabili rimane
un alone di misteriosa condizione;
in noi si perpetuano risapute alchimie
siamo preda di passionali  riscontri...

mercoledì 10 marzo 2021

Tramonta la luna.., di Saffo

Tramontata è la luna e le Pleiadi:
a mezzo è la notte:
il tempo trascorre;
e io dormo sola.

Saffo 

Elihu Vedder
"Le Pleiadi"

il buio della notte è rischiarato a volte,
stelle, luna, sogni e fantasticherie;
gli attimi di serinità danno percezioni diverse,
il buio, per convenzione, nasconde tutto...

martedì 9 marzo 2021

Colore nel tempo. di Anonimo

Colore nel tempo

 Silenzio interrotto dal vento
un profumo nuovo, nell'aria,
ascolte, finalmente risento
il mio corpo, direzione contraria.
 
Un solo confuso è un istante

che penetra dentro, sconquassa l'umore
di questo continuo e costante
rimedio del tempo, assaporo il colore.
 
Distante, lungo il corso del senso

si consuma quel dramma che siamo,
mi eccito, scalpito, ripenso
che ieri è passato veloce, è lontano.

Anonimo
del XX° Secolo
da "Le implicazioni sentimentali"
 

 

lunedì 8 marzo 2021

Protocollo cirradino #39

Protocollo cittadino #39

Ho raggirato ancora il mio cuore,
ho mentito alla mente, ai sogni,
sono rimasto in silenziosa attesa.
La musica ancora, la vera costante,
ricerca, assonanza, distinguo previsto;
lenisce il dolore la musica, accarezza.
Manco di una fisicità imprevista,
mi torco in labirinti scoscesi,

(patetica imitazione del gelo)
ma prevale la bruma,

il mondo è ancora in inverno

la mia anima no...

Gujil

domenica 7 marzo 2021

Solo, di Edgar Allan Poe

Solo 

Da bambino non ero come gli altri,
non vedevo come gli altri vedevano,
né le mie passioni scaturivano
da una fonte comune, e le mie pene
non avevano la stessa sorgente.
Il mio cuore, poi, non si destava
alla gioia in armonia con gli altri.
Io, tutto ciò che amai, l’amai da solo.
Allora, nell’infanzia, nell’aurora
d’una vita tempestosa, trassi
il mistero che ancora m’imprigiona
da ogni abisso del bene e del male,
e dal torrente o dalla sorgente,
dalla roccia rossa della montagna,
dal sole che tutto m’avvolgeva
nel suo autunno colorato d’oro,
dal fulmine del cielo che improvviso
mi sfiorava, scoppiava accanto a me,
dal tuono, dalla furia della pioggia,
e dalla nube che prendeva forma
di un dèmone ai miei occhi,
mentre il resto del cielo era sereno.

Edgrad Allan Poe

solitudine in mezzo alla gente preme

sul cuore, schiaccia e percuote l'anima;
un raggio di sole basta, lo facciamo bastare,
la luce è uno squarcio nel buio che siamo...

sabato 6 marzo 2021

Riflesso

 Solitarie imprese si stampano crude
su smalti bianchi, fine ingloriosa di un sogno;
nel chiaroscuro prevale il dormiveglia, il torpore,

rimane risacca nei pensieri del mio essere mare...

Claude Monet
"Tramonto sulla Senna in inverno"

venerdì 5 marzo 2021

Chi mi cammina dentro, di Raffaele Carrieri

Chi mi cammina dentro
 
Chi mi cammina dentro
e orma lascia di fuga?
Chi rimuove l'antica collera,
chi brucia, chi mi fruga?
Chi si serve del mio piede
e attraversa la strada
non mia?
Chi l'amico percuote
con la mia buona mano?
Frammenti d'altre vite,
memorie di peccati
antichi io mi porto.
 
Morte del fiume
Non c'erano donne a piangere
la morte del fiume
né madonne con le spade
e fazzoletti: all'oscuro moriva
come un cavaliere caduto
da cavallo. Non c'era luna
a piangere né fidanzata
mentre i neri battellieri
percuotevano all'oscuro
con mazze e martelli
il corpo morto dei fiume.
Non c'erano monache a piangere
né orfanelle: non c'era l'angelo.
l'angelo delle sere d'inverno
chissà dov'era con la sua slitta
bianca e le sue lane.
 
Raffaele Carrieri
da "Lamento del gabelliere"
 
insondabile la mente ricerca vie d'accesso,
siamo esseri umani insomma, animali ancora;
mentre sfuma il silenzio si anima il mondo,
un caffè mi riporta al pensiero dove vorrei...

giovedì 4 marzo 2021

XI La disdetta, di Charles Baudelaire

XI.
La disdetta

Per sollevare un peso così grave ci vorrebbe il tuo coraggio,
o Sisifo!
Per quanta energia si abbia al lavoro, l'Arte è lunga e
la Vita è breve.
Lontano da le sepolture celebri, verso un cimitero remoto,
il mio cuore, come un tamburo velato, va battendo
funebri marcie.
Molti gioielli dormono sepolti ne le tenebre e ne
l'oblio, assai lontani dai picconi e dalle sonde;
molti fiori spandono a malincuore il loro profumo
dolce come un segreto ne le solitudini profonde.

Charles Baudelaire
da "I fiori del male"

Tiziano Vecelio
"Sisifo"
 

insondabili pensieri si riflettono in sogno,
vedo cime da raggiungere, da scalare;
il difficile corso della vita ci mostra gli appigli,
il macigno che siamo sempre rotola giù...


mercoledì 3 marzo 2021

Oscar Wilde a San Miniato, di Dino Campana

Oscar Wilde a San Miniato

O città fantastica piena di suoni sordi...
Mentre sulle scalee lontano io salivo davanti
A te infuocata in linee lambenti di fuoco
Nella sera gravida, tra i cipressi.
Salivo con un'amica giovane grave
Che sacrificava dai primi anni
All'amore malinconico e suicida dell'uomo:
Ridevano giù per le scale
Ragazzi accaniti briachi di beffa
Sopra un circolo attorno ad un soldo invisibile.
Il fiume mostruoso luceva torpido come un serpente a squame;
Salivamo, essa oppressa e anelante,
Io cogli occhi rivolti alla funebre febbre incendiaria
Che bruciava te, o nero alberato naviglio
Nell'ultime febbri dei tempi o città:
Odore amaro d'alloro ventava sordo dall'alto
Attorno al bianco chiostro sepolcrale:
Ma bella come te battello bruciato tra l'alto
Soffio glorioso del ricordo, gridai o città,
O sogno sublime di tendere in fiamme
I corpi alla chimera non saziata
Amarissimo brivido funebre davanti all'incendio sordo lunare.

Dino Campana

ma invecchio io, non il mio ritratto,
conosco gli anni che vanno e che stanno;
questo istante di delicatezza si incornicia
ma il tempo non dà tregua, continua...

martedì 2 marzo 2021

Protocollo cittadino #38

Protocollo cittadino #38

Mi metto in pace il cuore ogni volta
che spreco parole sui fogli virtuali del tempo
è un pensare raccolto, solitario di immagini e segni.
Zingare immaginarie leggono la mia mano
disegnano futuri possibili, semplici,
la via del destino preclude immense vastità, le intravedo;
sospiro nel senso del vento che sferza il bavero
di quando sono tempesta, di quando mi adombro,

si sgretola il mio corpo mortale e libera l'anima
mi disperdo nello spazio qui intorno...

Gujil

lunedì 1 marzo 2021

La soglia varcai, di Anonimo

La soglia varcai

 Entrai come tempo addietro
in quella porta, in quel tiepido posto,
la mente inanellava pensieri, ricordi;
sovente richiamiamo i controlli
riattiviamo segnali d'allarme,
entrai ugualmente, la soglia
varcai.
L'incerto cammino, il sentiero,
e quelle foglie lontane, farfalle
ai miei occhi inumiditi e grati;
siamo animali d'affetti
e gli anni non spezzano sogni...

Anonimo
del XX° Secolo
da "Le implicazioni sentimentali"