Non ho che appassito un fiore
Geometriche aspirazioni i
sogni
pervadono il senso del dire, del fare,
in imprecisioni minime s’infrangono
le speranze, i sorrisi, i
giorni.
Salate, silenti amiche rigano
scavate guance di un soffrire acerbo,
rivedo il viaggio, i porti, le tracciate rotte
a solcare la contorta geografia del cuore.
Non ho che appassito un fiore
ne recisi il gambo un tempo, ricordo,
ora perdura una risentita fiaba,
di un cavaliere stanco, di una fata volta.
Anonimo
del XX° Secolo
da "Le implicazioni sentimentali"
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