Desolato abbandono
di vergine foresta
selvaggia ed impetuosa
sfila tra le mie cosce
prende l’essenza di me
che fuggo
dal laccio della ragione
-orgia fantastica
orgasmo irreale
annienta la freddezza
di un pensiero-.
Fiumi tumultuosi
cascate sferzanti
scorrono sul mio seno
e spaccano il dolore
-lapilli infinitesimali
rimangono
non riconducibili
alla coscienza-.
Può godere il mio corpo
se l’iride si cela
alla luce che ferisce
e vomita immagini
depredate.
Vergine ritorna
ma già questo sogno
ne squarcia il candore.
Chiara Moimas
nel mare dell'inquietudine di attimi
rubati al sole in penombre e scuri
così cari all'amore, tenui i colori...
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