In piedi, sulla soglia,
il mio occhio nella tua
mano, la tua lingua
sul mio orecchio:
così ci conosciamo,
toccandoci, perché
la pupilla è sgranata
per lo sforzo, le papille
come scartavetrate.
Se l’asse cede, se la
voce affonda,
c’è qui,
nell’aria, la
parola-ramo
che ci tiene.
Elisa Biagini
resti di disamorevoli gesti;
nel consumarsi impera il passo
veloce, di che sempre ha fretta...
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