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venerdì 31 maggio 2024

La forza, di Guido Gozzano

La forza

Bestialità divina, amico Mario,
quando affatichi i muscoli ben atti
e cingi e premi, ansando, e scuoti a tratti
il torso dell'atletico avversario!

Bene sai l'arte della forza. In vario
modo lo spossi e incalzi e pieghi e abbatti;
ti sussulta nei muscoli contratti
non so che desiderio sanguinario.

Gràvagli sopra, crudelmente bello,
con le scapole fa ch'egli riverso
tocchi la rena e «vinto» gli si gridi!

Ridevole miseria d'un cervello
quando il proteso già pollice verso
«Uccidi – griderei – Uccidi! Uccidi!»

Guido Gozzano

Interludio, limiti sordi e brevi
di attimi in cui agitare il cuore;
significati astrusi intercedono
linee di forza, suoni, rumori...

giovedì 30 maggio 2024

Protocollo cittadino #125 (Pioggia), di Gujil

Pioggia
 
 Come piove se la vita scivola
lungo declivi stretti e sassi
coime lacrime pesanti scendono
erte rugose di anime sole...

Gujil

mercoledì 29 maggio 2024

Core, di Guido Fabiani

Core

Eri regina di cento testine
bionde, brune, soavi, birichine;
e ognun che ti vedea tra quelle in festa,
dicea: fanciulla, la tua vita è questa.

Or, quattro stanze, quasi sotto al tetto:
ivi è il tuo regno e quel del tuo diletto:
ed ivi, ognuno che ti guarda, dice:
«Bella signora, come sei felice!»

Perchè? Lo sai? Dovunque, hai messo il core:
coi bimbi, amore; col marito, amore.
E dove amore come il tuo si mostra,
ivi è felicità come la nostra

Guido Fabiani

Filastrocca degna di nota o..?
Ripenso a giorni diveri, gironi
quasi sospesi e sogni distratti;
poi il sonno sempre rimedio...

martedì 28 maggio 2024

Rio Bo, di Aldo Palazzeschi

Rio Bo

Tre casettine
dai tetti aguzzi,
un verde praticello,
un esiguo ruscello: Rio Bo,
un vigile cipresso.
Microscopico paese, è vero,
paese da nulla, ma però...
c'è sempre di sopra una stella,
una grande, magnifica stella,
che a un dipresso...
occhieggia con la punta del cipresso
di Rio Bo.
Una stella innamorata?
Chi sa
se nemmeno ce l'ha
una grande città.

Aldo Palazzechi

Paesaggio alpestre nel chiaro
del sole d'estate e il segno,
quell'attimo di pace stila
liste che la vita propone...

lunedì 27 maggio 2024

Città vecchia, di Umberto Saba

Città vecchia

Spesso, per ritornare alla mia casa
Prendo un’oscura via di città vecchia.
Giallo in qualche pozzanghera si specchia
Qualche fanale, e affollata è la strada.

Qui tra la gente che viene che va
Dall’osteria alla casa o al lupanare,
dove son merci ed uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l’infinito
nell’umiltà.
Qui prostituta e marinaio, il vecchio
che bestemmia, la femmina che bega,
il dragone che siede alla bottega
del friggitore,
la tumultuante giovane impazzita
d’amore,
sono tutte creature della vita
e del dolore;
s’agita in esse, come in me, il Signore.

Qui degli umili sento in compagnia
il mio pensiero farsi
più puro dove più turpe è la via.

Umberto Saba

Vecchie strade e mio padre guardò
il sole cadere dietro risapute case;
finì delle cose il senso quando venne
il tempo, canuti capelli, ancora vivi...

domenica 26 maggio 2024

Il tempo miserabile consumi, di Dino Campana

Il tempo miserabile consumi

Il tempo miserabile consumi
Me, la mia gioia e tutta la speranza
Venga la morte pallida e mi dica
Pàrtiti figlio.
Un dopopranzo, sdraiato sull'erba
Pieno di cibi e di languore, anch'io
Alla donna insaziata e battagliera,
E ben lontana,
Avrei fatto dei versi deliziosi:
Mi rose e avvelenò fin dall'infanzia
Una cucina perfida e nefanda
Il gusto fine.
La morte magra e seria ha nella voce
Un'armonia che pure io gusto tutta
Ma il mondo grasso l'ha scomunicata
E la disprezza
I ricchi son potenti al giorno d'oggi
Fanno le leggi e decretan la fame
Ai poveretti che cercan nel mondo
Un ideale
L'ideale emaciato e affievolito
Va con occhi infantili ed incosciente
Vende [- - -]
Pei lupanari
Per non toccarlo s'alzan la sottana
Le donne. I bruti ànno violato l'ora
Sacra che passa e che darà un domani
Fulgido enorme
I frenetici i pazzi su dal suolo
Nascono come funghi dopo pioggia
E ai loro tuoni di teatro buffo
Rispondono profondi
I gravi rospi e le ranocchie tenere
In melopea, dal lume della luna
Madreparlacea sopra la putredine
Inebriati
O Morte o morte vecchio capitano
Ischeletrito stendi le falcate
Braccia e portami in stretta disperata
Verso le stelle
O muto e cieco reduce, tra il marmo
Delle tue braccia suoni la mia testa
Eletrizzata esausta come corda
Che si dirompe miserabile consumi

Dino Campana

Crescendo di malinconie e gioie
fresche immagine di seni e sole;
appassisce la vita di oggi e stempera
attimi di solitarie passive passioni...

sabato 25 maggio 2024

In cammino, di Amalia Guglielminetti

In cammino

Io seguo il mio cammin, cieca, a tentone,
e so che molte e incerte son le mète.
Nè, restìo, la man voi mi porgete
che mi guidi a trovar salvazione.

E m'è d'uopo, con vana finzione,
ancor dissimular l'ansie segrete
del mio fatale andare, e l'acre sete
che la fredda ragion vostra m'impone.

Nè io men dolgo. Spirito diverso
da quel che vi consiglia io non vi voglio:
mi ammalia ciò ch'è in voi saggio e perverso

Mi piace avervi a mio avversario forte,
e per voi che sferzate aspro il mio orgoglio
di passione impallidire a morte.

Amalia Guglielminetti

Ora ancora cammino e cerco
versanti nuovi dove arrancare
sogni, desideri, voglie che sento
ancora sento mie sole e forti...

venerdì 24 maggio 2024

L'intruso, di Guido Gozzano

L'intruso

Le tre sorelle dalla tela rozza
levano gli occhi sbigottite, poi
che una voce pervade i corridoi
come d'uno che irride o che singhiozza.

«Il vento in casa!» Il vento cresce, cozza,
sibila, mugge come cento buoi.
Ogni sorella pensa ai casi suoi,
l'altra chiamando con la voce mozza.

In breve dai soppalchi al limitare
discacciano il nemico, nell'assedio
invocando a gran voce tutti i santi.

Ognuna torna poi ad agucchiare,
ed accompagna il ritmo del suo tedio
all'orchestra dei tremoli svettanti.

Guido Gozzano

Moire? Vicine al male dentro?
oppure sorell davvero, sogni?
Poeta che amo nasconde il senso
oppure più non capisco io...

giovedì 23 maggio 2024

Protocollo cittadino #124 (Ansie!), di Gujil

"L' ansia"
Edvard Munch (1894 - Oslo)

Ansie!

Ci ricorda il sospiro che ansie
perdurano in anima e cuore;
distratti dal tempo troviamo
infiniti sbuffi di stupida vita...

Gujil

mercoledì 22 maggio 2024

Puttanieri di quell'ignobile taverna.., di Publio Valerio Catullo (37)

37

Puttanieri di quell'ignobile taverna
nove colonne oltre il tempio dei Dioscuri,
credete d'avere l'uccello solo voi,
di poter fottere le donne solo voi,
considerandoci tutti cornuti?
O forse perché sedete cento o duecento
in fila come tanti idioti, non credete
che potrei incularvi tutti e duecento?
Credetelo, credetelo: su ogni muro
qui fuori scriverò che avete il culo rotto.
Fuggitami dalle braccia, la donna mia,
amata come amata non sarà nessuna,
anche lei, che mi costrinse a tante battaglie,
siede tra voi. E come se ne foste degni
la chiavate tutti e non siete, maledetti,
che mezze canaglie, puttanieri da strada:
tu piú di tutti, tu Egnazio, capellone
modello, nato fra i conigli della Spagna,
che ti fai bello di una barba incolta
e di denti sciacquati con la tua urina.

Publio Valerio Catullo

Nel turpiloquio spesso nascondo
paure o sogni indecifrati e vaghi;
ritempro il respiro che affoga
nell'ansia dei non sapere ancora...

martedì 21 maggio 2024

Effetto di nebbia, di Corrado Govoni

Effetto di nebbia

Nella nebbia luminosa del mattino
la casa dolcemente indietreggia e s' appanna;
si piegan sullo stelo, nel giardino,
dolci fiori di spuma e di manna.

Corrado Govoni

Le cose, nella nebbia, intravedo
appena, indistinte, confuse;
rimane quel senso di niente
protegge, nasconde, accarezza... 

lunedì 20 maggio 2024

Breve la vita?, di Arturo Graf

Breve la vita?

Breve la vita? a me talvolta sembra
Esser già mille e mille anni vissuto,
E m’avvinghia un terror gelido e muto
Quando del tempo andato mi rimembra.

E il cor mi trema, e d’un ignoto inferno
Sento l’angoscia cercarmi ogni vena,
Quando il pensier in mente mi balena
Di dover forse vivere in eterno.

Arturo Graf

Episodi transitori insistono
vite disperse, orge assurde
di poteri, amori, ricerche
nel perdurante viaggio...

domenica 19 maggio 2024

Tele al vento, di Guido Fabiani

Tele al vento

Se mai, tessitore minuscolo,
il vento ti scuote e molesta,
nel cavo del muro tirandoti,
tu vedi passar la tempesta,

e torni, al benigno sorridere
del sole, fra li umidi rami,
e su la rovina de l'opera,
l'ordito novello ricami.

Beato! Se rapido il passero
a coglierti in becco non scende,
a te, da la tela finissima
che giuso dal mandorlo pende,

è dato le zampe distendere
tranquillo, e dal mobile velo
in ozio felice cullandoti,
campar contemplando nel cielo.

Ti guardo ammirato; e t'invidio
anch'io vorrei tender la rete
e al volo le nobili cogliere
de l'alma fantasime liete;

ma indarno mi pèrito a tessere,
chè il vento, l'ordito mi sfata;
il vento che ulula rabido
battendo de l'ala affannata.

Nè il tempo mi avanza di volgere
lo sguardo a l'azzurro infinito,
nè, in cari tripudî cullandomi,
rifar pazïente l'ordito:

Il vento, la tela rompendomi,
i dolci miei piani sconvolve:
le poche mie prede, staccandosi,
si perdono giù, ne la polve. 

Guido Fabiani

Tele come dipinti istanti, amori,
episodi transitori e ordite trame ;
impresse come lastre antiche,
dagherrotipi di sbiaditi attimi...

sabato 18 maggio 2024

Ecco le voci cadono, di Vittorio Sereni

Ecco le voci cadono

Ecco le voci cadono e gli amici
sono così distanti
che un grido è meno
che un murmure a chiamarli.
Ma sugli anni ritorna
il tuo sorriso limpido e funesto
simile al lago
che rapisce uomini e barche
ma colora le nostre mattine.

Vittorio Sereni

Un ritrovarsi esteso e lento
come un tesoro sepolto
siamo balia di venti e soli;
non basta il sospiro...

venerdì 17 maggio 2024

Ebrezza, di Amalia Guglielminetti

Ebrezza

Tenace cuor, le tue forze non dome,
nè fatte già da assiduo impero ignave,
in te risorgono, ribellate schiave,
che alla tempesta scuotono le chiome.

Torbido mal t'opprime e t'arde, come
suggel di passione troppo grave;
ma l'ami; esso è quasi l'aspra chiave
d'una tua ebrezza, cui non so dar nome:

Soffrir con gioia. Respirar la vita
in sussulti d'angoscia. Lacerare
senza pietà la propria ferita.

E più goder di questo estremo affanno:
che le tue grida tanto ardenti e amare
a chi ti strazia mai non giungeranno. 

Amalia Guglielminetti

Amar di cuor ferito insisto
rimane deleterio all'anima;
bisognerebbe spegnere il sentire,
risintonizzarsi in modo migliore...

giovedì 16 maggio 2024

Poesia d’amore, di Francisco Alvarez

Poesia d’amore

Mi piacerebbe essere il tuo pensiero,
l’inseparabile ombra che ti segue
– e se non come amante, come amica,
al sole, alla luna, alla luce di casa.

Vorrei essere il fiato del tuo respiro,
l’amore inquieto che ti avvince,
del tuo edificio colonnato e trave,
delle tue ferite odoroso unguento.

Tanto voglio essere tua, farti mio,
che io lascerei il mio spirito vuoto
perché tu lo riempia con la tua essenza.

Porta il mio profilo sul tuo sentiero,
ombra legata al tuo lieve vagare,
assorbimi nella pelle, nel vivere.

Francisco Alvarez

Amore per sè ritenta percorsi e
strade scoscese nascoste da rovi;
le bellezza si scinde in dolorosi liquidi
a umettare una pelle già vecchia...

mercoledì 15 maggio 2024

Eppure- chissà – là dove qualcuno.., di Ghiannis Ritsos

Eppure- chissà – là dove qualcuno
resiste senza speranza,
è forse là che inizia la storia umana,
come la chiamiamo,
e la bellezza dell’uomo.

Ghiannis Ritsos

Nell'attesa di sogni corro
vertiginose scoscese nel vento;
vorrei, tanto vorrei ma oltre
il mare a lambire le orme...

martedì 14 maggio 2024

Protocollo cittadino #123 (Oops!) di Gujil


Oops!

Ci si scorda a volte, ieri,
avviluppato da stupide cose
ho eluso il compito, il ruolo;
rimango legato al vivere...

Gujil

domenica 12 maggio 2024

Green eyes, di Kate Wolf

Green Eyes

Every night we light the candle
that stands beside our bed,
but sometimes the flame's too much to handle,
that's what you said.
That's what you said,
and you should know,
because you built a fire in me and you made it burn,
you followed me watching every move,
matching every turn.

Your green eyes they don't miss a thing,
they hold me like the sun going down,
warm me like a fire in the night, without a sound.

You were waiting till I heard,
just as patient as that love light in your eyes,
and never threw away a word, or ever talked in a disguise -
I ought to know.

You were a beacon to a sailor lost at sea,
I saw it in your eyes when you looked at me, so openly.

The first time I ever saw your laughter break loose inside and tumble out to me,
my heart knew it had found what it was after, and it came so easily we should know.
After all the years of the hard and lonely times,
now our days go by like best friends' story lines,
yours and mine.
 
Kate Wolf 
 
 
 
Occhi verdi
 

Ogni notte accendiamo la candela

che sta accanto al nostro letto,

ma a volte la fiamma è troppo da gestire,

questo è quello che hai detto.

Questo è quello che hai detto,

e dovresti sapere

perché hai acceso in me un fuoco e l'hai fatto bruciare,

mi hai seguito guardando ogni mossa,

abbinando ogni turno.

I tuoi occhi verdi non si fanno mancare nulla,

mi tengono come il sole che tramonta,

riscaldami come un fuoco nella notte, senza suonare.

Stavi aspettando fino a quando ho sentito,

così paziente come quella luce d'amore nei tuoi occhi,

e mai buttato via una parola, né mai parlato sotto mentite spoglie:

Dovrei saperlo.

Eri un faro per un marinaio perso in mare,

L'ho visto nei tuoi occhi quando mi hai guardato, così apertamente.

La prima volta che ho visto la tua risata scatenarsi dentro e cadere verso di me,

il mio cuore sapeva di aver trovato ciò che cercava, ed è arrivato così facilmente che dovremmo

sapere.

Dopo tutti gli anni dei tempi duri e solitari,

ora i nostri giorni trascorrono come le trame dei migliori amici,

tuo e mio
 

sabato 11 maggio 2024

Protocollo cittadino #122 (Sorpresa!), di Gujil

Sorpresa!

Come in una fiction di scontate sorprese
ecco quella che non ti potevi aspettare.
Ls gestione problematica delle imprese
passa per quel nonnulla di importanza...
 
Gujil

venerdì 10 maggio 2024

Ignorabimus, di Guido Gozzano

Ignorabimus

Certo un mistero altissimo e più forte
dei nostri umani sogni gemebondi
governa il ritmo d'infiniti mondi
gli enimmi della Vita e della Morte.

Ma ohimè, fratelli, giova che s'affondi
lo sguardo nella notte della sorte?
Volere un Dio? Irrompere alle porte
siccome prigionieri furibondi?

Amare giova! Sulle nostre teste
par che la falce sibilando avverta
d'una legge di pace e di perdono:

«Non fate agli altri ciò che non vorreste
fosse a voi fatto!». Nella notte incerta
ben questo è certo: che l'amarsi è buono!

Guido Gozzano

Scema l'amore al sogno perso
di un dì ritrovati amanti e spersi
nell'ingnoranza affimera e certa
di attimi dissacranti e languidi...

giovedì 9 maggio 2024

Il poeta e la lucciola, di Corrado Govoni

Il poeta e la lucciola

Sconosciuto e ramingo, nel suo schianto;
ma quando canta, gli occhi al ciel rivolti,
tremano i cuori, si sbiancano i volti,
senton gli umani l'ebbrezza del pianto.

Come la lucciola, che si nasconde
allo splendor del dì, mosca tranquilla,
e a notte tanto più rischiara e brilla
quanto più son le tenebre profonde.

Corrado Govoni

La luce che emano scema
durante i dolori impetuosi;
il cuore ora più non rischiara
gli angoli bui dell'anima...

mercoledì 8 maggio 2024

Annali di Volusio.., di Publio Valerio Catullo (36)

36

Annali di Volusio, cartacce di merda,
sciogliete la promessa della donna mia,
che a Venere e a Cupido ha fatto voto,
se da lei fossi tornato accettando
una tregua al mio violento sarcasmo,
di sacrificare alle fiamme di Vulcano
i versi migliori di un pessimo poeta
perché bruciassero su maledetta legna.
Quella dolce canaglia sapeva benissimo
di fare voti come fossero uno scherzo.
E allora tu, figlia del mare azzurro,
tu che abiti sui monti sacri di Cipro,
nelle baie del Gargano, in Ancona,
nei canneti di Cnido, ad Amatunta e Golgi,
a Durazzo, emporio di tutto l'Adriatico,
se questo voto ha una sua grazia spiritosa,
accettalo e ritienilo pagato.
Ma ora tocca a voi: andatevene al rogo,
con tutta la vostra rozza stupidità,
Annali di Volusio, cartacce di merda. 

Publio Valerio Catullo

Meravigliosi luoghi descritti
su carta, negli occhi, nel cuore;
ricordi di scuola. di banco, a
tirare le ore di sera, lo studio...

martedì 7 maggio 2024

Sotto il salice, di Arturo Graf

Sotto il salice

Sovra la cristallina
Spera d’acqua lucente
Un salice piangente
Le verdi chiome inclina
Melanconicamente.

E baciata dall’onde,
Tra quelle verdi chiome,
Una croce, siccome
Vergognosa, s’asconde,
Logora e senza nome.

La croce ignuda e brulla,
Senza un ricordo, un fiore,
La croce, o mie signore,
D’una bella fanciulla
Morta pazza d’amore.

Morta in quell’acqua cheta
Un mattino d’aprile,
Un mattin che lo stile
Di sua doglia secreta
Passolle il cor gentile.

Più di lei non favella
Anima nata: è corta
La sua storia: che importa
S’ella amò, se fu bella?
Son tant’anni ch’è morta!

Non è chi pianga e l’ami;
Solo di quando in quando
Il zeffiro passando
Fra que’ pallidi rami
Scioglie un gemito blando.

Cinta di pruni in giro,
L’acqua chiara e tranquilla,
Come una gran pupilla
Guarda il ciel di zaffiro
E sotto al ciel sfavilla.

Passa nell’alto il sole,
Passa la bianca luna:
Cadono ad una ad una
L’aride fronde sole
Sovra la croce bruna.

Arturo Graf

L'albero a cui bimbo ristetti
a gioir dell'ombra, insicuro
e solo con il naso in aria
a immaginare cavalli e Re....

lunedì 6 maggio 2024

Primavera nel chiostro, di Guelfo Civinini

Primavera nel chiostro

Nell'orto del convento
i peschi sono in fiore:
un mite incantamento
tien l'orto del Signore.

Che lieto avvenimento
per le piccole suore,
che hanno un cuore d'argento
e tre spade nel cuore.

Umili, ad una ad una,
bianche come di cera,
discendono nell'orto:

e risorge ad ognuna
come una primavera
nel piccolo cuor morto.

Guelfo Civinini

Sentire il battito del cuore
nel petto che lento ci ama;
in un profumo di fiori e colori
arriva ora violentemente bella...

domenica 5 maggio 2024

La vita è.., di Dario Fo

Di vita in vita osservo
soli che credono la luce;
rimane un abbaglia e un sorriso
mentre il nero ci circonda...