Tele al vento
Se mai, tessitore minuscolo,
il vento ti scuote e molesta,
nel cavo del muro tirandoti,
tu vedi passar la tempesta,
e torni, al benigno sorridere
del sole, fra li umidi rami,
e su la rovina de l'opera,
l'ordito novello ricami.
Beato! Se rapido il passero
a coglierti in becco non scende,
a te, da la tela finissima
che giuso dal mandorlo pende,
è dato le zampe distendere
tranquillo, e dal mobile velo
in ozio felice cullandoti,
campar contemplando nel cielo.
Ti guardo ammirato; e t'invidio
anch'io vorrei tender la rete
e al volo le nobili cogliere
de l'alma fantasime liete;
ma indarno mi pèrito a tessere,
chè il vento, l'ordito mi sfata;
il vento che ulula rabido
battendo de l'ala affannata.
Nè il tempo mi avanza di volgere
lo sguardo a l'azzurro infinito,
nè, in cari tripudî cullandomi,
rifar pazïente l'ordito:
Il vento, la tela rompendomi,
i dolci miei piani sconvolve:
le poche mie prede, staccandosi,
si perdono giù, ne la polve.
Guido Fabiani
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