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venerdì 17 maggio 2024

Ebrezza, di Amalia Guglielminetti

Ebrezza

Tenace cuor, le tue forze non dome,
nè fatte già da assiduo impero ignave,
in te risorgono, ribellate schiave,
che alla tempesta scuotono le chiome.

Torbido mal t'opprime e t'arde, come
suggel di passione troppo grave;
ma l'ami; esso è quasi l'aspra chiave
d'una tua ebrezza, cui non so dar nome:

Soffrir con gioia. Respirar la vita
in sussulti d'angoscia. Lacerare
senza pietà la propria ferita.

E più goder di questo estremo affanno:
che le tue grida tanto ardenti e amare
a chi ti strazia mai non giungeranno. 

Amalia Guglielminetti

Amar di cuor ferito insisto
rimane deleterio all'anima;
bisognerebbe spegnere il sentire,
risintonizzarsi in modo migliore...

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