Sotto il salice
Sovra la cristallina
Spera d’acqua lucente
Un salice piangente
Le verdi chiome inclina
Melanconicamente.
E baciata dall’onde,
Tra quelle verdi chiome,
Una croce, siccome
Vergognosa, s’asconde,
Logora e senza nome.
La croce ignuda e brulla,
Senza un ricordo, un fiore,
La croce, o mie signore,
D’una bella fanciulla
Morta pazza d’amore.
Morta in quell’acqua cheta
Un mattino d’aprile,
Un mattin che lo stile
Di sua doglia secreta
Passolle il cor gentile.
Più di lei non favella
Anima nata: è corta
La sua storia: che importa
S’ella amò, se fu bella?
Son tant’anni ch’è morta!
Non è chi pianga e l’ami;
Solo di quando in quando
Il zeffiro passando
Fra que’ pallidi rami
Scioglie un gemito blando.
Cinta di pruni in giro,
L’acqua chiara e tranquilla,
Come una gran pupilla
Guarda il ciel di zaffiro
E sotto al ciel sfavilla.
Passa nell’alto il sole,
Passa la bianca luna:
Cadono ad una ad una
L’aride fronde sole
Sovra la croce bruna.
Arturo Graf
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