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giovedì 31 ottobre 2024

Ritorno, di Giorgio Caproni

Ritorno

Sono tornato là
dove non ero mai stato.
Nulla, da come non fu, è mutato.
Sul tavolo (sull’incerato
a quadretti) ammezzato
ho ritrovato il bicchiere
mai riempito. Tutto
è ancora rimasto quale
mai l’avevo lasciato.

Giorgio Caproni

Non fu mai che io volli
intriso di pensieri vaghi;
posti indiciìbile albergano
tra le pieghe dell'anima...

mercoledì 30 ottobre 2024

La sfinge, di Amalia Guglielminetti

La sfinge

Il pensier più sagace invano indaga
la purezza di tua fronte scultoria,
turbato dalla bocca derisoria,
dagli occhi bui di maliarda maga.

Pur, questa tua seduzione vaga
di bell'enigma che ti rechi a gloria,
copre sol una oscurità illusoria
d'anima ambigua ch'ombra fredda allaga.

L'intima vanità mente a te stessa:
tu presumi l'assenza del pensiero
profondità di un'anima complessa.

E mentre un occhio osservator ti scruta
tu, certa di celar qualche mistero,
t'atteggi a sfinge impenetrata e muta.

Amalia Guglielminetti

Silenzio nel mistero nascosto,
vorrei penetrare i tuoi occhi;
il cuore chiuso non fa trapelare
risposte, rimangono i dubbi...

martedì 29 ottobre 2024

Celio, la mia Lesbia.., (58) di Publio Valerio Catullo

 58

Celio, la mia Lesbia, quella Lesbia,
quella sola Lesbia che amavo
piú di ogni cosa e di me stesso,
ora all'angolo dei vicoli spreme
questa gioventú dorata di Remo.

Publio Valerio Catullo

Insultare invece di amare,
lo feci, lo faccio, lo vidi;
ora che tutto scorre e basta
sarei, vorrei, farei, direi...

lunedì 28 ottobre 2024

Ansimando, di Anonimo

Ansimando

Silenzio e fiato rotto
come singhiozzi e brandelli
di cuore in poltiglia e dolore;
le precluse leggi del cosmo
in tiritere assurde, lunghe
verso orizzonti distratti,
avvizzire ccome fiori recisi.
l'agitazione si percepisce,
il suono tarda ancora;
aspetto la luce del giorno.
 
Anonimo
del XX° Secolo
"Poesie ritrovate"

domenica 27 ottobre 2024

La gabbia, di Sergio Corazzini

La gabbia

Ben salda era di grétole e di staggi
la gabbia, a primavera, se di fuori
benigno sole offriva a’ bei canori
pennuti la dolcezza dei suoi raggi;

ma poi che nostalgia di viaggi
tenne i cari a Leonardo cantori,
fuggiron via pei cieli ampi e sonori,
desiosi di piú limpidi maggi.

Or fatta muta de’ suoi canti onde era
superba, come di sue corde, lira,
la gabbia triste e pur fidente sta:

come l’anima mia che piú non spera
e continuamente si martira
in un desio di giocondità.

Sergio Corazzini

In una gabbia chiuso credo
di vivere, dolorosamente stare;
le ansie pesano come macigni
e il cuore palpita provato...

sabato 26 ottobre 2024

Valigie, di Marino Moretti

Valigie

Voglio cantare tutte l'ore grigie
in questa solitudine pensosa
mentre raduno ogni mia vecchia cosa
a riempir le mie vecchie valigie.

Oh le valigie, le compagne buone
dei poveri viaggi in terza classe
vecchie, sfiancate, fatte con qualche asse
sottile e con la tela e col cartone.

Le camicie van qui da questa parte,
quaggiù ai colletti cerco di far posto,
lì le cravatte e qua, quasi nascosto,
un manoscritto, e ancora libri e carte.

Ecco il pacchetto della mamma. Odora
vagamente di cacio e di salame.
Già, se avessi in viaggio ancora fame.
E questo libro e un altro, un altro ancora.

Dove vado? Non so. Ma mi sovviene
d'averla pur desiderata questa
partenza come, il piccolo, la festa
che col serraglio e con la giostra viene.

Dove vado? Non so. Ma pare a me ch'io debba
vivere senza scopo, allo sbaraglio;
e a tratti con l'inutile bagaglio
partir per i paesi della nebbia...

Marino Moretti

Eppure vorrei andare, via, ora,
lontano da affanni e pensieri;
i miei viaggi, come pellegrino
incostante con le ali di Icaro...

venerdì 25 ottobre 2024

Ottobre, di Attilio Bertolucci

Ottobre

Sporge dal muro di un giardino
La chioma gialla di un albero.
Ogni tanto lascia cadere una foglia
Sul marciapiede grigio e bagnato.

Estasi, un sole bianco fra le nubi
Appare, caldo e lontano, come un santo.
Muto è il giorno, muta sarà la notte
Simile ad un pesce nell’acqua.

 Attilio Bertolucci

Tornerà per sempre il grigiore
che permea l'autunno di vite
che come la mia discendono
la china che porta alla fine...
 

giovedì 24 ottobre 2024

Protocollo cittadino #145 (Timore), di Gujil

Timore

Timore nel cuore e dolore
per sempre costretto e deluso
il petto, con i battiti rapidi,
il viso di lei che ora è scuro...
 
Gujil

mercoledì 23 ottobre 2024

Raccapriccio, di Arturo Graf

 Raccapriccio

Per la selva folta e scura,
Sotto il cielo spento,
Passa come un raccapriccio di paura
Un gran brivido di vento.

Ecco, il mare delle fronde
Freme, s’agita, si lagna:
Vasto il gemito si leva e si diffonde
Tutto intorno alla campagna.

Ma di nubi incoronato,
Dietro l’erta rovinosa,
Lentamente spunta il volto insanguinato
Della luna tempestosa.

Truce volto di Medusa,
Boccheggiante, innorrescente,
Che di sbieco, fra la tenebra confusa,
Guarda in giù sinistramente.

Tosto il vento vagabondo
Nel lontan vanisce:
Sopraggiunta da novello orror profondo
La foresta ammutolisce.

Arturo Graf

Poesie come lenitivo al male
che entra dentro, che squassa;
compostamente diligente creo
mie immagini false mondo...

martedì 22 ottobre 2024

Pensiero pio, di Giorgio Caproni

Pensiero pio

Sta forse nel non essere
l’immensità di Dio?

Giorgio Caproni

Le volte che impreco il nome,
le rabbie sopite e deluse;
sono un pessimo essere
che non sa limitare il dire...

lunedì 21 ottobre 2024

Istantanea, di Anonimo

Istantanea

Un angolo di città ancora riluce
di baci ed abbracci e carezze;
fummo due giovani vite risorte,
almeno in quegli attimi, grandi
figure stagliate, ferme e serene
nell'epidemia del mondo moderno.
Presto finì, come tante cose fanno,
rimasti immobili ancora un istante
scese il sole e l'imbrunire soggiunto
rabbuiò quella storia di poveri amanti.
 
Anonimo
del XX° Secolo
"Poesie ritrovate"

domenica 20 ottobre 2024

L'amico, di Amalia Guglielminetti

L'amico

Per noi l'amico sconosciuto vive
una sua vita tenue e profonda,
quando un bianco stupore ancor ci inonda
ma già al volo addestrammo ali furtive.

A noi con le sue risa suggestive,
lo trasse il sogno quasi a fior di un'onda,
come il cigno traeva ad Elsa bionda
Lohengrin lungo le fiorite rive.

Cavalier di leggenda, o eroe antico,
mistico sposo, ignoto fidanzato,
l'ombra di un'ombra è solo il dolce amico.

Ma è tal che sdegna un meno puro altare,
tal che la carne già desta al peccato
vede, effimero amore, dileguare. 

Amalia Guglielminetti

Amico che tentasti tutto e poi
appeso al tuo sogno partisti,
ti penso nella pioggia battente
che qui ancora insiste e bagna...

sabato 19 ottobre 2024

L'invito, di Guido Gozzano

L'invito

Uscite, o capre, or che la luna attinga
la prateria! Il pecoraio dorme.
Giunge sul vento, nella pace enorme
il suono della mitica siringa.

Dolce richiamo! Il dèmone vi cinga
danzando erette. Andate orme su l'orme
dell'amatore musico biforme,
inebbriate dalla sua lusinga.

Danzate, o capre! Steso sulla madia,
chiusi gli orecchi nel berretto frigio
il pecoraio dorme alle Capanne.

O risognate i monti dell'Arcadia,
dimenticate l'onta ed il servigio
sulla dolcezza delle sette canne!

Guido Gozzano

Ninfe boschive adulano sensi
ritenuti spenti e il cammino
s'inerpica su rive fangose;
chiamano i monti, non rispondo...

venerdì 18 ottobre 2024

Saggia apostrofe a tutti i caccianti, di Giorgio Caproni

Saggia apostrofe a tutti i caccianti

Fermi! Tanto
non farete mai centro.
La Bestia che cercate voi,
voi ci siete dentro.

Giorgio Caproni

L'idea di sparare, si uccide
uomini, animali, cose;
eppure a volte ci si sente
nel giusto, si fa e basta...

giovedì 17 ottobre 2024

Protocollo cittadino #144 (Ora), di Gujil

Ora

 Ora che tutto rimane steso
in miridi di rivoli sciolgo
le lacrime troppo a lungo contese
in trattenute e singhiozzi...
 
Gujil

mercoledì 16 ottobre 2024

Il lume a petrolio, di Alfonso Gatto

Il lume a petrolio

Questo grigio d’opale d’ogni vuota
bottiglia che rammemora la luce,
e la sera si dedica all’ignota
che veglia la sua mano mentre cuce.
L’appannato liquore, un taglio obliquo
nel vetro, si consuma questa cera
d’impronte vane, resta un lume esiguo
di trasparenza per la notte nera.

Alfonso Gatto

Temporali improvvisi e candele
a rischiarare paure ancestrali;
ricordi da bimbo sbiaditi nel cuore
passato incrinato, pace e dolore...

martedì 15 ottobre 2024

Alone, di The cure

Alone
 
This is the end of every song that we sing
The fire burned out to ash and the stars grown dim with tears
Cold and afraid, the ghosts of all that we’ve been
We toast, with bitter dregs, to our emptiness

And the birds falling out of our skies
And the words falling out of our minds
And here is to love, to all the love
Falling out of our lives
Hopes and dreams are gone
The end of every song

And it all stops
We were always sure that we would never changе
And it all stops
We were always surе that we would stay the same
But it all stops
And we close our eyes to sleep
To dream a boy and girl
Who dream the world is nothing but a dream

Where did it go?
Where did it go?
Broken voiced lament to call us home
This is this end of every song we sing
Where did it go?
Where did it go?
Where did it go?
Where did it go?
Broken voiced lament to call us home
This is the end of every song we sing
Alone

The Cure

E solo rimasi mesi, anni,
col cuore ritratto nel petto,
e solo mi sento, nel cuore,
viso contratto, costretto...

Solo

Questa è la fine di ogni canzone che cantiamo
Il fuoco ridotto in cenere e le stelle spente dalle lacrime
Freddi e impauriti, i fantasmi di tutto ciò che siamo stati
Brindiamo, con amari fondi, al nostro vuoto

E gli uccelli che cadono dai nostri cieli
E le parole che cadono fuori dalle nostre menti
Ecco un brindisi all’amore, a tutto l’amore
Che sta uscendo dalle nostre vite
Speranze e sogni sono svaniti
La fine di ogni canzone

E tutto si ferma
Eravamo sempre sicuri che non saremmo mai cambiati
E tutto si ferma
Eravamo sempre certi che saremmo rimasti gli stessi
Ma tutto si ferma
E chiudiamo gli occhi per dormire
Per sognare un ragazzo e una ragazza
Che sognano che il mondo non è altro che un sogno

Dove è andato?
Dove è andato?
Un lamento di voce spezzata per chiamarci a casa
Questa è la fine di ogni canzone che cantiamo
Dove è andato?
Dove è andato?
Dove è andato?
Dove è andato?
Un lamento di voce spezzata per chiamarci a casa
Questa è la fine di ogni canzone che cantiamo
Solitudine

 The Cure

lunedì 14 ottobre 2024

Cade una foglia.., di Grazia Deledda

Cade una foglia che pare
tinta di sole, che nel cadere
ha l’iridescenza di una farfalla;
ma appena giunta a terra
si confonde con l’ombra, già morta.

Grazia Deledda

Residui inerti di cuore colorano
mesi d'autunno e i toni pastello
circondano stanchi occhi curiosi;
la vita si spegne, torna a dormire...

domenica 13 ottobre 2024

Se non ti dispiace troppo.., (55), di Publio Valerio Catullo

55
Se non ti dispiace troppo, ti prego,
dimmi in quali tenebre ti nascondi.
Ti ho cercato al piccolo Campo Marzio,
al Circo, in tutti i buchi dei librai,
nel tempio consacrato a Giove Massimo.
E poi sotto i portici di Pompeo
ho fermato, amico, tutte le femmine
che vedevo col volto soddisfatto.
Urlavo cosí, chiedendo di te:
'Ridatemi Camerio, malefemmine'.
'Scoprimi il petto,' mi risponde una
'l'ho qui fra le rose dei miei capezzoli.'
Certo trovarti è una fatica d'Ercole.
Nemmeno se diventassi il custode
di Creta, l'alato Perseo o Ladas,
nemmeno se fossi portato in volo
da Pegaso o dai candidi cavalli
di Reso e tu, Camerio, mi offrissi
in aiuto chiunque abbia ali,
gli uccelli o l'impeto stesso dei venti,
riuscirei a non essere distrutto
di stanchezza, sfinito di fatica
a furia di cercarti, amico mio.
Perché ti nascondi con tanto sdegno?
Avanti, amico, dove sei finito?
Coraggio, rischia, esci allo scoperto.
Ti attira il latte di bambina, ora?
Ma se tieni la bocca suggellata
perdi tutti i piaceri dell'amore.
Venere ama chi non sa tacere.
Se vuoi però, serra pure la bocca,
purché anch'io divida il vostro amore.

Publio Valerio Catullo

La ricerca, quella continua, costante
per trovare il nesso, la logica, il senso;
resto incredulo e tacito nel sospetto
di cose passate, credute, vissute...

sabato 12 ottobre 2024

Placcaggio, di Ernest Hemingway

Placcaggio

Due grandi pugni rossi che pestano l’aria
Un volto teso, macchiato di sudore,
Ciocche di biondi capelli che spuntano da un casco giallo,
Protese, lunghe braccia da gorilla,
Un petto che, affannoso, va su e giù,
Gambe agili, mobili, inzaccherate di fango.
Una corsa veloce, uno scatto, un tuffo a capofitto
Verso una selva di gambe in movimento.
Uno scontro duro e fragoroso,
E la folla che urla:
«Ah! Gli ha fatto perdere due metri!»

Ernest Hemingway

Placcato da situazioni pervase
di molti dubbi e sospiri di cuore;
rimango spesso solitario nascosto,
come un residuo malinconico...

venerdì 11 ottobre 2024

Protocollo cittadino #143 (Ansioso), di Gujil

Ansioso

 Rimane nei sensi l'ansia
per lei, per quelli che amo;
sommerso dal nodo alla gola
cerco respiri calmi e ritmati....
 
Gujil

giovedì 10 ottobre 2024

Rivelazione, di Giorgio Caproni

Rivelazione

Mi sono risolto.
Mi sono voltato indietro.
Ho scorto
uno per uno negli occhi
i miei assassini.
Hanno
– tutti quanti – il mio volto.

Giorgio Caproni

Introspezione assoluta riporta
dentro me costanti e variabili;
ci si sente impotenti di fronte
agli immensi carteggi con Dio...

mercoledì 9 ottobre 2024

Mater inviolata, di Amalia Guglielminetti

Mater inviolata

Come avvisaron suora Benedetta
che la sua dolce alunna era partita,
senza un addio a chi nella sfiorita
ombra, materno cuor, l'ebbe diletta,

ella restò a fissar la finestretta
graticolata e a torcer fra le dita
il suo rosario, un poco impallidita,
quasi in un cerchio di stupor costretta.

L'oratorio era vuoto. Fuori un volo
di rondini saliva ed ella rise
un riso bianco come il suo soggolo.

– La mia bambina volò via stamani,
sapete? – rise fievole, e s'assise:
– Ora l'aspetto, tornerà domani.

Amalia Guglielminetti

Per ciò che amiamo e
nostro non è
ma frutto di altri amori eppure
nel cuore si radica e spesso rode
di un amore che a volte allontana...

martedì 8 ottobre 2024

Protocollo cittadino #142 (Sempre parole), di Gujil

Sempre parole 
 
Convinto assertore di troppe parole
rivedo quaderni sgualciti di frasi
poco importa se nel senso vacilla,
quasi mai ha raggiunto significato...
 
Gujil