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Se non ti dispiace troppo, ti prego,
dimmi in quali tenebre ti nascondi.
Ti ho cercato al piccolo Campo Marzio,
al Circo, in tutti i buchi dei librai,
nel tempio consacrato a Giove Massimo.
E poi sotto i portici di Pompeo
ho fermato, amico, tutte le femmine
che vedevo col volto soddisfatto.
Urlavo cosí, chiedendo di te:
'Ridatemi Camerio, malefemmine'.
'Scoprimi il petto,' mi risponde una
'l'ho qui fra le rose dei miei capezzoli.'
Certo trovarti è una fatica d'Ercole.
Nemmeno se diventassi il custode
di Creta, l'alato Perseo o Ladas,
nemmeno se fossi portato in volo
da Pegaso o dai candidi cavalli
di Reso e tu, Camerio, mi offrissi
in aiuto chiunque abbia ali,
gli uccelli o l'impeto stesso dei venti,
riuscirei a non essere distrutto
di stanchezza, sfinito di fatica
a furia di cercarti, amico mio.
Perché ti nascondi con tanto sdegno?
Avanti, amico, dove sei finito?
Coraggio, rischia, esci allo scoperto.
Ti attira il latte di bambina, ora?
Ma se tieni la bocca suggellata
perdi tutti i piaceri dell'amore.
Venere ama chi non sa tacere.
Se vuoi però, serra pure la bocca,
purché anch'io divida il vostro amore.
Publio Valerio Catullo
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