La gabbia
Ben salda era di grétole e di staggi
la gabbia, a primavera, se di fuori
benigno sole offriva a’ bei canori
pennuti la dolcezza dei suoi raggi;
ma poi che nostalgia di viaggi
tenne i cari a Leonardo cantori,
fuggiron via pei cieli ampi e sonori,
desiosi di piú limpidi maggi.
Or fatta muta de’ suoi canti onde era
superba, come di sue corde, lira,
la gabbia triste e pur fidente sta:
come l’anima mia che piú non spera
e continuamente si martira
in un desio di giocondità.
Sergio Corazzini
di vivere, dolorosamente stare;
le ansie pesano come macigni
e il cuore palpita provato...
Nessun commento:
Posta un commento