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domenica 30 settembre 2018

Riflesso

 
un ritrovo, ancora, gli anni...
il senso del passato oggi, nel presente;
vibranti ricordi, sogni e bevute,
il banchetto, quello si sempre a corollario...
 
Gujil

sabato 29 settembre 2018

Fili spinati, di Juan Gelman

Fili spinati
 
Nella farandola del vento
stesi gli abiti del mio amore.
Quale volo fece allora il tempo che
 ci passammo l'un l'altro/tanto
difficile da afferrare tutto.
Noi siamo
in ciò in cui ci manchiamo. Lì
ci vediamo l'un l'altro
in una strada dove
la luce cade al contrario.
 
Juan Gelman
da "La notte lentamente"
traduzione di Laura Branchini

 

la notte porta sogni e incubi,
restiamo aggrappati alla vita come filo spinato
eppure gli strappi sono tanti e duri
e ci troviamo spesso sull'orlo del bicchiere...

venerdì 28 settembre 2018

Pensierino d'autunno

 
siamo veramente foglie sui rami,
finisce l'estate del rigoglio ora,
i colori dell'autunno coi gialli ed i rossi
poi quel marrone presagio funesto e si cade
nel fango delle strade sterrate...
 
Gujil

giovedì 27 settembre 2018

Laconica, di Odisseas Elytis

Laconica


L’angoscia della morte tanto m’incendiò, che il mio bagliore si riverberò nel sole.
Quello adesso m’invia nel pieno accordo della pietra e dell’aria
E dunque, quello che cercavo, sono.
Estate di limo, riflessivo autunno
Inverno minimo
La vita reca l’obolo della foglia d’ulivo
Entro la notte degli stolti con un piccolo grillo riconvalida la norma del-
l’Inaspettato.
 
Odisseas Elytis
da Sei rimorsi più uno per il cielo, 1960
 
 
quanto spesso lo sono anch'io,
laconico intrigo di essere umano,
mi sposta di sedia ma nulla cambia;
sempre è presente quel senso di noia...

mercoledì 26 settembre 2018

Durata, di Giannis Ritsos

Durata
                 

La notte ci guarda tra il fogliame delle stelle.
Bella notte silenziosa. Verrà una notte
in cui non ci saremo. E anche allora
il granturco canterà le sue canzoni antiche,
le mietitrici s’innamoreranno accanto ai covoni,
     e tra i nostri versi dimenticati
come tra le spighe gialle
un viso giovane, illuminato dalla luna,
guarderà, come noi stanotte, quella piccola
     nube d’argento
che si piega e appoggia la fronte sulla spalla
     dell’altura.

Ghiannis Ritsos
traduzione di Nicola Crocetti
 
 
lungo vorremmo fosse,
il nostro corso terreno, lungo
e pieno di cose meravigliose e grandi;
invece qui siamo, soli a perenne ricerca...
 

martedì 25 settembre 2018

Autunno, di Vladimír Holan

Autunno

Ed ecco già qui l'autunno. I muscoli
dei rami degli alberi che si scuotono
per le raffiche del vento, come se l'un l'altro
si dessero la colpa
della caduta della prima foglia...
Là sotto gli uomini, benché puntuali,
preferiscono allungare la strada, affinché
dove c'è abitudine ci sia
anche sorpresa, salvo che
privilegino la menzogna
che non ha proprio niente da fare.

E voi, mia fiamma d'altri tempi,
vi ricordate di voi stessa, ancora,
e dunque dell'amore?
.
 
Vladimír Holan
traduzione di Vlasta Fesslová
 
 
sta arrivando, da quando?
ora il sole è calante, come la gioia,
qualcuno sta finendo un percorso
lo vedo scemare dietro la vita...

lunedì 24 settembre 2018

Notturno, di Gerardo Diego

Notturno
a Manuel Machado
 
Anche quelle che si accendono nelle notti alla moda

Nasce dal cielo tanto fumo
che mi ha ossidato gli occhi

Son sensibili al tatto le stelle
Non so scrivere a macchina senza di esse

Esse sanno tutto
Graduare il mare febbrile
e rinfrescare il mio sangue con la loro neve infantile

La notte ha aperto il piano
e io dico addio con la mano

Gerardo Diego
da "Manual de espumas", 1924
 
 
 
di notte tutto è fermo, o pare tale,
le ore notturno scorrono lente,
nascondono paure ancestrali;
le tristezze convolano e stagnano...

domenica 23 settembre 2018

Si ricorda di te l'umida terra, di Edna St. Vincent Millay

Si ricorda di te l’umida terra
di primavera, con tutti i suoi fiori,
le strade polverose, i cardi, e il lento
crescere della tonda luna, e tutte
le gole che cantarono d’estate,
le ali in partenza, i nidi, i rami spogli,
i venti che soffiarono a ogni tempo
e le tempeste di quattro stagioni.
Tu non vai più col tuo passo di gloria
sui sentieri dell’alba e della bruma,
non vegli al vento, non ascolti il palpito
d’invisibili ali alte nell’aria.
Qualcosa in più che giovane e gentile
eri tu: l’anno intero ti ricorda.
 
Edna St. Vincent Millay
traduzione di Silvio Raffo 
 
 
un tempo, il paese, la campagna,
strade sterrate e carri coi cavalli;
io, bambino allora irruente
a correre rondini e prati...

sabato 22 settembre 2018

Amore mio, se muoio e tu non muori..., di Pablo Neruda

Amore mio, se muoio e tu non muori,
amore mio, se muori e io non muoio,
non concediamo ulteriore spazio al dolore:
non c’è immensità che valga quanto abbiamo vissuto.
Polvere nel frumento, sabbia tra le sabbie,
il tempo, l’acqua errante, il vento vago,
ci ha trasportato come grano navigante.
Avremmo potuto non incontrarci nel tempo.
Questa prateria in cui ci siamo trovati,
oh piccolo infinito! la rendiamo.
Ma questo amore, amore, non è finito,
e così come non ebbe nascita,
non ha morte, è come un lungo fiume,
cambia solo di terra e labbra.
 
Pablo Neruda
 
 
restare soli dopo una morte,
ma chi davvero resta solo?
chi rimane? chi muore?
Nel mondo si continua imperterriti

venerdì 21 settembre 2018

15° riflesso estivo

 
una luce sempre più fioca all'asilo del tempo,
si sta spegnendo, serena, cosciente, forse pronta;
non so che dire, rimane l'amarezza e lo sgomento
per tutto ciò che ancora non capisco...
 
Gujil

giovedì 20 settembre 2018

Sei nata là dove i cavalli bevono, di Pedro Tamen

Sei nata là dove i cavalli bevono
 

Sei nata là dove i cavalli bevono,
dove i fiumi volgono verso il vento
e i venti l’uno all’altro si perseguono
fino al nodo del loro nutrimento.

Sei venuta da dove si scolora
lenta la notte in cactus e amaranto;
e il papavero aperto non si finge
altro che il grido, la pace e il sigillo

degli elementi puri, l’allegria
del silenzio appena generato
– proprio come te, che stai in periferia

piena di centro, e di forza di vivere
l’ora lunga dell’iniziale giorno
nella ferma umiltà di apparire.
 
Pedro Tamen
traduzione di Giulia Lanciani
 
 
luoghi sacri,segreti, ricordo,
montagne assolate o nell'ombra,
i faggi, gli abeti, funghi e bacche;
ora fatico a pensare di essere ancora...

mercoledì 19 settembre 2018

Il presagio è quell'ombra..., di Emily Dickinson

Il presagio è quell’ombra che si allunga sul prato,
Indice di tramonti,
Ad avvertire l’erba sbigottita
Che su lei presto scenderà la notte.
 (1863)
 
Emily Dickinson
 
 
la vita e i suoi presagi, fuori,
eppure noi cerchiamo di leggerli,
capirli, viverli e farli nostri;
un corvo nero sul noce, questo ricordo...

martedì 18 settembre 2018

La lunga catena dell'ancora, di Yves Bonnefoy

La lunga catena dell’àncora
(Ales Stenar)

I

Dicono
Che barche appaiano nel cielo,
E che, da alcune,
La lunga catena dell’àncora possa scendere
Verso la nostra terra furtiva.
L’àncora cerca sulle nostre praterie, tra i nostri alberi,
Il luogo dove fissarsi,
Ma presto un desiderio di lassù la strappa,
La nave d’altrove non vuole saperne di qui,
Ha il suo orizzonte in un altro sogno.

Ma accade
Che l’àncora sia, si direbbe, più pesante del consueto,
E si trascini quasi a terra e urti gli alberi.
L’avrebbero vista impigliarsi al portale di una chiesa,
Sotto l’arco a tutto sesto che cancella la nostra speranza,
E qualcuno che da quell’altro mondo sia disceso,
Goffamente, lungo la catena tesa, dura,
Per liberare il suo cielo dalla nostra notte.
Ah, che angoscia quando armeggiò contro la volta,
Stringendo a piene mani il suo strano ferro,
Perché occorre
Che qualcosa inganni in noi la mente
In questa traversata che la parola
Tenta, senza saper nulla, verso la sua altra riva?
 
Yves Bonnefoy
tradizione di Fabio Scotto
 
 
e la nave va si direbbe,
in questo mondo di strane persone
sono solo, con me, con loro;
vivo una vita di attese...

lunedì 17 settembre 2018

Rimpianto ho di te, di Blas De Otero

Rimpianto ho di te
 
La casa.Tempo perduto. Mi duole, dio mio.
Guardatela,
pioppo alto, torturante ulivo.
Ieri dipinta,
oggi gialla
lampada nella penombra della strada.
Non passa nessuno. Il fiume
avvia le foglie rapidamente.
Tempo perduto.
Acqua
passata per le armi della
dimenticanza.
Aprite
alveo alla speranza,
s'apra
l'imposta,
sbattano
le finestre,
entri la luce con un coltello
scintillante, ahi, Spagna mia!
 
Blas De Otero
 
 
anch'io rimpiango un luogo,
lo immagino, a volte, ma solo,
non trovo la forza di andarci
tantomeno quella di starci...
 

domenica 16 settembre 2018

Haiku 99, di Mario Benedetti

99

Come riderebbero
i punti cardinali
se fossero cinque.
 
Mario Bedetti
 
 
strano ma possibile,
le convenzioni stilano
i pensieri variano cose,
noi restiamo a guardare...

sabato 15 settembre 2018

14° riflesso estivo, di Gujil

 
una porta magica dell'anima,
la pietra in oro, il sole,
siamo preda dell'impossibile,
siamo schiavi delle potenze celesti...
 
Gujil

venerdì 14 settembre 2018

Come tu vuoi, di Mario Luzi

Come tu vuoi
 

La tramontana screpola le argille,
stringe, assoda le terre di lavoro,
irrita l’acqua nelle conche; lascia
zappe confitte, aratri inerti
nel campo. Se qualcuno esce per legna,
o si sposta a fatica o si sofferma
rattrappito in cappucci e pellegrine,
serra i denti. Che regna nella stanza
è il silenzio del testimone muto
della neve, della pioggia, del fumo,
dell’immobilità del mutamento.
 
Son qui che metto pine
sul fuoco, porgo orecchio
al fremere dei vetri, non ho calma
né ansia. Tu che per lunga promessa
vieni ed occupi il posto
lasciato dalla sofferenza
non disperare o di me o di te,
fruga nelle adiacenze della casa,
cerca i battenti grigi della porta.
A poco a poco la misura è colma,
a poco a poco, a poco a poco, come
tu vuoi, la solitudine trabocca,
vieni ed entra, attingi a mani basse.
 
È un giorno dell’inverno di quest’anno,
un giorno, un giorno della nostra vita.
 
Mario Luzi
 
 
"...ciò che si vuole", ancora,
pilota i nostri scafi nel mare,
controlla gli umori e le vele;
è un attimo, in balia del sole...

giovedì 13 settembre 2018

Dialettica, di Vinicius De Moraes

Dialettica
 
È chiaro che la vita è buona
e l'allegria, l'unica indicibile emozione
è chiaro che ti trovo bella
e benedico in te l'amore delle cose semplici
è chiaro che ti amo
e ho tutto per essere felice

ma capita che io sia triste…
Montevideo, 1960
 
Vinicius De Moraes
 
 
parlare, parlare, convincere,
discutere di massimi sistemi;
la bravura sta nel parlare sempre,
comunque, sempre più soli...

mercoledì 12 settembre 2018

Haiku, di Matsuo Bashò

 
Profumo di crisantemi
a Nara antiche statue
di Buddha

 
Matsuo Bashò


i fiori dei morti, a Novembre,
li vedrò, forse, nel mio giardino;
piacevano a mio padre, per il suo,
li portava sulla tomba di suo padre...

martedì 11 settembre 2018

Verginità, di Zuzanna Ginczanka

Verginità
 
Noi...
Caos di nocciòli trasandati dopo la pioggia
profumo di polpa delle grasse nocciòle,
le mucche partoriscono nell'aria afosa
nelle stalle splendenti come stelle. –
O ribes e frumenti maturi
o succulenza pronta a sgorgare,
o lupa che allatti i piccoli,
occhi di lupa dolci come gigli!
Scolano le resine destinate al miele,
la poppa della capra pesa come zucca–
– scorre il bianco latte come l'eternità
nei templi del seno materno.

E noi...
... nelle ermetiche –
come termos d'acciaio –
stanzette color pesca
impigliate fino al collo nei vestiti
facciamo
discorsi
culturali.

Zuzanna Ginczankada "La gioia eroica della vita"
Traduzione di Paolo Statuti
 
 
valori come cose importanti, di valore,
ognuno si senta ibero di fare, di dire,
le azioni spesso non permettono ritorni,
una volta compiute sono fatte e basta...

lunedì 10 settembre 2018

Messaggio, di Lino Curci

Messaggio
 
Sono qui, sulla terra, in una calma
sera d'estate e il disco della luna
arde vicino, immenso. Odo i miei passi
sul selciato, la mia dura presenza
che sola incrina di rumore e affanno
il perfetto silenzio, e l'eco breve
che subito si spegne. Odo il mio corpo
e mi repugna. Mai l'anima nuda
fu più pronta a seguirti, invito, a uscire
dalla misura che la stringe. Vedo
la mia sostanza a me fatta straniera,
gli uomini andare nella notte, vasto
brulichio sul pianeta ancora caldo
di spento sole, e questo mio passaggio
nella serena luce della luna,
crudele e antica. Mi fu scelto un mondo
per vivere, fra tanti: e sono qui,
nel chiaro cielo di un'estate, un uomo
che cammina sgomento, creatura
che qualcuno contempla, che ebbe un luogo
per morire e pregare appena: «guarda
colui che passa!» E solo in quest'altura
d'astri, remoto da me stesso, ostile
alla forma dì vita in cui consisto,
mi riconosco di uno stampo eterno.
1951
 
Lino Curci
da "un fuoco nella notte", 1959
 
 
i miei messaggi sono sparuti ora,
parlo meno, conosco poco e mi rinchiudo
nel vortice della vita che passa
nei silenzi, nei volti sbiaditi e lontani...

domenica 9 settembre 2018

13° riflesso estivo, di Gujil

 
non so più se è lecito,
mi pare, credo, spero sempre;
le circostanze alimentano dubbi, contesti,
mi ritrovo a pensare sereno e dubbioso
la musica, come sempre la musica..
 
Gujil
 
 

sabato 8 settembre 2018

da "Sessanta epigrammi" - 45 -, di Meleagro

45

Non te l’ho forse detto, o cuore mio,
che se voli sovente sopra il vischio
preso sarai? Non te l’ho forse detto?
Sei stato preso. Ed ora perché cerchi
di uscire dalle reti di Afrodite?
Legate Amore stesso t’ha le ali,
t’ha posto sopra il fuoco, e di profumi
già tutto t’ha cosparso, e la tua sete
con le tue calde lacrime ha placato.


Meleagro
da "Sessanta epigrammi"
Traduzione di Michele Coco

 
pardon my heart esprime bene
quello che il mio cuore dice
eppure rimane un attimo, sempre,
in bilico tra bene e male...

venerdì 7 settembre 2018

12° riflesso estivo, di Gujil

 
ci si dimentica a volte,
come ieri, convinto eppure inutile;
vorrei spesso essere forte come credo
vorrei, ma volere non è potere...
 
Gujil

mercoledì 5 settembre 2018

Mio Sud, di Franco Costabile

Mio Sud
 
Mio sud,
mezzogiorno
potente di cicale,
sembra una leggenda
che vi siano
torrenti a primavera.
Mio sud,
inverno mio caldo
come latte di capre,
già si dorme
fratello e sorella
senza più gusto.
Mio sud,
pianura mia,
mia carretta lenta.
Anime di emigranti
vengono la note a piangere
sotto gli ulivi,
e domani alle nove
il sole già brucia,
i passeri
a mezz'ora di cammino

non hanno più niente da cantare.
Mio sud,
mio brigante
sanguigno,
portami notizie della collina.
Siedi, bevi un altro bicchiere
e raccontami del vento di quest'anno.
Mio treno di notte
lento nella pianura

Battipaglia... Salerno...
mio paesano, stanco sulla valigia,
come vagabondo.
Mio questurino
davanti a un'ambasciata,
potevi startene adesso in collina
a dare sotto le foglie il verderame,
sentire l’aria la terra,
le ragazze dell'altro versante
darti una voce.
Potevi essere
anche un perito agrario
se a casa potevano,
intenderti di migliorie, d'allevamenti,
e pensare un trapianto a primavera.
O forse eri solo un manovale,
lavoravi a giornate, forse non lavoravi.
Adesso un silenzio, il giorno:
da qui a lì, e niente succede.
 
Franco Costabile
 
 
il mio sud è dietro l'angolo, vicino,
siamo stati sereni là, quasi felici;
ora il tempo che passa mi dice parole
che sanno di ieri, che ancora risento...

martedì 4 settembre 2018

Dalla torre, di Mario Luzi

 
Dalla torre
 

Questa terra grigia lisciata dal vento nei suoi dossi
nella sua galoppata verso il mare,
nella sua ressa d’armento sotto i gioghi
e i contrafforti dell’interno, vista
nel capogiro dagli spalti, fila
luce, fila anni luce misteriosi,
fila un solo destino in molte guise,
dice: “guardami, sono la tua stella”
e in quell’attimo punge più profonda
il cuore la spina della vita.
Questa terra toscana brulla e tersa
dove corre il pensiero di chi resta
o cresciuto da lei se ne allontana.

Tutti i miei più che quarant’anni sciamano
fuori del loro nido d’ape. Cercano
qui più che altrove il loro cibo, chiedono
di noi, di voi murati nella crosta
di questo corpo luminoso. E seguita,
seguita a pullulare morte e vita
tenera e ostile, chiara e inconoscibile.

Tanto afferra l’occhio da questa torre di vedetta.
 
Mario Luzi
 
 
guardare lontano, oltre, lungo,
una torre altissima, nel cielo;
così isolai la mia anima, principessa
altera come il mio cuore....

lunedì 3 settembre 2018

Sono rimasto in silenzio, di Nguyen Chi Thien

Sono rimasto in silenzio
 
Sono rimasto in silenzio quando il nemico mi torturava:
con il ferro e l’acciaio, l’anima debole in agonia —
le storie degli eroi sono per i bambini che ci credono.
Io sono rimasto in silenzio perché mi dicevo:
c’è qualcuno che è entrato nella giungla e che è stato assalito dalla bestia feroce
così stupido da aprire la bocca e chiedere pietà?
1974
 
Nguyen Chi Thien
 
 
quando non puoi più parlare
cala il silenzio, nella perplessità,
insieme alla disperate ricerca
di una qualsiasi cosa da poter dire... 

domenica 2 settembre 2018

Mia madre, di Patrick Kavanagh


Mia madre
 
Non ti penso finita nel fango
di un cimitero di Monaghan; ti vedo
che cammini tra filari di pioppi
verso la stazione, o che vai contenta

alla seconda messa una domenica d’estate –
ti incontri con me e dici:
“Non trascurare il bestiame –”
Parole terrene di creatura celestiale.

E ti penso che cammini lungo un promontorio
di verdi avene in giugno,
così pieno di pace, così ricco di vita –
e vedo che ci incontriamo ai margini di una città

un bel giorno per caso, dopo
che tutti gli affari sono conclusi e possiamo andare insieme
per negozi bancarelle mercati
liberi nelle vie orientali del pensiero.

No tu non sei finita nel fango,
questa è sera di raccolto e noi
ammucchiamo i covoni contro il chiaro di luna
e tu ci sorridi – eternamente.
               
Patrick Kavanagh
Traduzione di Nicola Gardini
 
 
 
penso spesso a mia madre, ancora,
la rivedo vecchia, stanca ma sorridente,
ho perso molte cose di lei, i rari baci,
qualche abbraccio senile, mi manca...

sabato 1 settembre 2018

Rimanete fratelli, di Nelson Cenci

Rimanete fratelli
 
II silenzio di ombre che copre la notte
accompagna lo spegnersi di ogni stella
nel chiarore dell'alba.
Ignote voci si odono nel bosco di ulivi
dove ribollì la terra e si aprì la vita.
E' tempo di amari ricordi
con allora presagi di sventura.
Mentre questo accade
un velo di lacrime mi copre l'anima.
Rimanete Fratelli sui gialli campi
di girasoli, ora ridestati a nuova vita,
ad ascoltare la nostra preghiera.
 
Nelson Cenci
da "Quando scende la sera", 2004
 
 
anche sorelle, rimanete sorelle,
la gioia di quando ci si vede,
quell'amore diverso che c'è, si sa,
troppo scontato a volte ma presente...