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mercoledì 5 settembre 2018

Mio Sud, di Franco Costabile

Mio Sud
 
Mio sud,
mezzogiorno
potente di cicale,
sembra una leggenda
che vi siano
torrenti a primavera.
Mio sud,
inverno mio caldo
come latte di capre,
già si dorme
fratello e sorella
senza più gusto.
Mio sud,
pianura mia,
mia carretta lenta.
Anime di emigranti
vengono la note a piangere
sotto gli ulivi,
e domani alle nove
il sole già brucia,
i passeri
a mezz'ora di cammino

non hanno più niente da cantare.
Mio sud,
mio brigante
sanguigno,
portami notizie della collina.
Siedi, bevi un altro bicchiere
e raccontami del vento di quest'anno.
Mio treno di notte
lento nella pianura

Battipaglia... Salerno...
mio paesano, stanco sulla valigia,
come vagabondo.
Mio questurino
davanti a un'ambasciata,
potevi startene adesso in collina
a dare sotto le foglie il verderame,
sentire l’aria la terra,
le ragazze dell'altro versante
darti una voce.
Potevi essere
anche un perito agrario
se a casa potevano,
intenderti di migliorie, d'allevamenti,
e pensare un trapianto a primavera.
O forse eri solo un manovale,
lavoravi a giornate, forse non lavoravi.
Adesso un silenzio, il giorno:
da qui a lì, e niente succede.
 
Franco Costabile
 
 
il mio sud è dietro l'angolo, vicino,
siamo stati sereni là, quasi felici;
ora il tempo che passa mi dice parole
che sanno di ieri, che ancora risento...

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