I viventi
A Louis Guillaume
Quelli fra noi che hanno il gusto dell’eterno
passano anch’essi,
ricordandosi una cucina di provincia
quando è Natale,
l’odore del latte che si scalda e le grida dei bimbi
seduti al chiarore delle candeline.
Cercano la cima del tempo, le insidiose chine,
ma tornano di notte nella casa che è stata venduta
con i suoi cassetti colmi di lettere ove si cancellano
le tracce della felicità oscura.
Poiché passano anch’essi,
ben conoscendo il gusto delle lacrime
e il calore dei corpi che mai più abbracceranno,
come tutti coloro che partono senza dire nulla,
avendo vissuto
in quell’effimera chiarità che si muove sulle nostre fronti
tra due masse d’ombra.
passano anch’essi,
ricordandosi una cucina di provincia
quando è Natale,
l’odore del latte che si scalda e le grida dei bimbi
seduti al chiarore delle candeline.
Cercano la cima del tempo, le insidiose chine,
ma tornano di notte nella casa che è stata venduta
con i suoi cassetti colmi di lettere ove si cancellano
le tracce della felicità oscura.
Poiché passano anch’essi,
ben conoscendo il gusto delle lacrime
e il calore dei corpi che mai più abbracceranno,
come tutti coloro che partono senza dire nulla,
avendo vissuto
in quell’effimera chiarità che si muove sulle nostre fronti
tra due masse d’ombra.
Jacques Réda
da "Un lento avvicinarsi del cielo"
traduzione di Roberto Rossi Precerutti
traduzione di Roberto Rossi Precerutti
si vive, stanchi a volte ma vivi,
sopravvivono specie aliene, forti;
cerchiamo pertugi in cui ristare,
siamo paurosamente timidi di noi...
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