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martedì 31 marzo 2020

Processione, di Gujil

 
Processione
 
tutto cominciò da questo atto umano,
la peste, di manzoniana memoria, a Milano;
un cosa così innocente, di fede, cara,
eppure si tramutò in tragedia amara;
abbiamo ripercorso quei passi sventati,
nei bar, negli stadi, nei ritrovi affollati...
 
Gujil

lunedì 30 marzo 2020

La rosa nel bicchiere, di Franco Costabile

La rosa nel bicchiere
 
Un pastore
un organetto
il tuo cammino.
Calabria,
polvere e more.
Uova
di mattinata
il tuo canestro.
Calabria,
galline sotto il letto.
Scialli neri
il tuo mattino
di emigranti.
Calabria,
pane e cipolla.
Lettera
dell'America
il tuo postino.
Calabria,
dollari nel bustino.
Luce
d'accetta
l'alba
dei tuoi boschi.
Calabria,
abbazia di abeti.
Una rissa
la tua fiera.
Calabria
d'uva rossa
e di coltelli.
Vendetta
il tuo onore.
Calabria
in penombra
canne di fucili.
Vino
e quaglie,
la festa
ai tuoi padroni.
Calabria,
allegria
di borboni.
Carrette
alla marina
la tua estate.
Calabria,
capre sulla spiaggia.
Alluvioni
carabinieri,
i tuoi autunni.
Calabria,
bastione
di pazienza.
Un lamento
di lupi,
i tuoi inverni.
Calabria,
famigliola
al braciere.
Francesco di Paola
il tuo sole.
Calabria,
casa sempre aperta.
Un arancio
il tuo cuore,
succo d'aurora.
Calabria,
rosa nel bicchiere.
 
Franco Costabile
da "La rosa nel bicchiere"
Canesi, 1961
 
 
terra meravigliosa, amici impensati,
città tra due mari, congressi, parole;
la mia Calabria è uno strano magnete
sul calorifero che scalda mia figlia...

domenica 29 marzo 2020

Quarantena #3, di Gujil

 
Quarantena #3
 
chi lo dirà ai posteri come è successo?
lunghe file di auto ferme, immobili, spente,
come la vita nostra di questi giorni in silenzio;
la terra si sta risvegliando dal suo torpore,
la natura prosegue indefessa, vive e vegeta.
Noi siamo anime di passaggio e di passato,
nei ricordi conserviamo gli amici andati...
(a Norman  Kennet Jones, medico, amico, padre e marito)
 
Gujil
 
 


sabato 28 marzo 2020

Cose, di Ana Luìsa Amaral

Cose

Dare un nome a queste cose
che sono cose perché la pupilla
cosí le riconosce
e le trasmette a neuroni ripetuti
che si imparano a memoria:
è sempre, comunque,
un compito ridotto

Lo stesso con un viso
la sua tessitura in tono pungente o soave,
la polpa tremula mentre fa tremare
la rete di neuroni

E tanto il cuore

Quello che rimane poi,
una volta che le dimensioni sono definite,
è questo non saper niente di niente
sentire che a poco valgono
queste sillabe

Che ciò nonostante si appoggiano
a declivi e a intagli tiepidi,
vivi di cellule e piccole vene
dove gli avverbi si perdono
e vacillano

O al colore di quegli occhi
che a poco a poco so essere mio,
e che non so coniugare. Solo declinare,
inclinandomici

Per questo, nonostante tutto, parlo di nomi
perché non sono capace
di miglior forma:

 Ana Luísa Amaralda "What's in a name e altri versi"
 traduzione di Livia Apa
 
 
siamo circondati, avvolti, da cose,
sono oggetti collocati o ricordi;
Loreto impagliato? buone cose?
forse solo pessimo gusto...

venerdì 27 marzo 2020

Greensleeves, Enrico VIII

Un pò di serenità, di dolcezza,
manca il senso in questi tristi giorni;
la morte è presente, la vita stenta,
molti vecchi cuori stanno finendo i battiti...
 
"My Lady Greensleeves"
  Dante Gabriel Rossetti, 1864


Molti testi furono scritti ed elaborati nel tempo per questa canzone, quello riportato è forse la versione più famosa.

(EN) «Alas my love you do me wrong
To cast me off so discourteously,
For I have loved you so long
Delighting in your company.

Rit.:
Greensleeves was all my joy
Greensleeves was my delight,
Greensleeves was my heart of joy
Greensleeves was my heart of gold
And who but my lady Greensleeves.

...»

(IT) «Ahimè amore mio voi mi fate del male
Rifiutandomi così scortesemente
perché io vi ho amato così a lungo
Deliziandomi della vostra compagnia

Rit.:
Greensleeves era tutta la mia gioia
Greensleeves era la mia felicità
Greensleeves era il cuore della mia gioia
Greensleeves era il mio cuore d'oro
E chi altri se non la mia Signora Greensleeves.

...»

(Versione rinascimentale di Greensleeves)

giovedì 26 marzo 2020

Mia madre, di Nguyen Chi Thien

Mia madre
 
Mia madre negli anniversari o nei giorni di festa
suole congiungere le mani e pregare a lungo.
Il suo vestito color zafferano è un po’ sbiadito
ma vorrei vederla tirarlo fuori per l’occasione.
La mia vita è piena di sofferenza e d’ingiustizia
mia madre deve sempre pregare per me
un figlio che ha visto così tante detenzioni
facendo scorrere rivoli di lacrime sulle guance della mamma.
Seduto accanto a lei mi trovo così piccolo
vicino a questo suo grande grande amore materno.
Madre, ho solo un desiderio
ed è di non stare mai lontano da te!
Così, ogni volta che siedi in preghiera
per tuo figlio malato e prigioniero nella giungla profonda
il vecchio sbiadito vestito color zafferano che indossi
si bagna di lacrime senza fine!
1963
 
Nguyen Chi Thien
 
 
il viso della mia lo ricordo appena, sfocato,
mi sono mancati dei Lei i pochi baci, gli abbracci,
ma ho avuto carezze e dolci parole, pensieri,
mi manca, mia madre, mi manca...
 
 

mercoledì 25 marzo 2020

Quarantena #2, di Gujil

 
Quarantena #2
 
incredulo vedo perdurare momenti di ansia,
abitudini desuete riaffiorano, si impongono;
siamo piccoli gusci di noce in un torrente,
balia dei flutti, inspiegabili anime sole...
 
Gujil

martedì 24 marzo 2020

What's in a Name, di Ana Luísa Amaral

What’s in a Name

Mi chiedo cosa c’è in un nome?

Di che spessore è quando lo si riceve,
quali guerre lo accolgono,
parallele?

Lignaggi, terre servili,
razze domate da poche sillabe,
fondamenta della storia in leggi forgiate
a ferro e fuoco?

Estirpato il nome, resterà l’amore,
resterai tu e io – anche nella morte,
anche se solo mito

E anche il mito (ascolta!),
la nostra breve storia
che qualcuno leggerà come materia inerte,
resterà nel sempre di ciò che è umano

E altri
lo raccoglieranno ancora,
quando nel loro secolo ce ne sarà troppo poco

E, amor mio, forza di me maggiore,
saremo per loro come la rosa –

Anzi, come il suo profumo:
sgovernato          libero

Ana Luísa Amaral
Traduzione di Livia Apa
 
Terenzio P. Afro
 
i nomi, quelli di chi se ne va in silenzio,
in questi giorni, come il vecchio Terenzio;
questa casa lo ricorderà meglio di noi,
sicuramente vagherà intime condizioni...

lunedì 23 marzo 2020

Chi sei?, di Cecilia Casanova

Chi sei?
 
Chi sei?chiedo a un merlo
che sbatte le ali
sul davanzale.
Ma lui mi guarda soltanto
e spicca il volo con il suo segreto.
 
Cecilia Casanova
quasi un haiku, essenziale, unico,
ricorda Montale in una sua poesia;
in questi giorni pesanti è un soffio,
aria leggera che spazza tristezze...
 
 

domenica 22 marzo 2020

In un campo, di Seamus Heaney

In un campo
 
Ed eccomi là in mezzo a un campo,
i solchi un tempo detti ‘strie’ ancora lustri,
il trattore con l’aratro per aria appena uscito
ringhiando a velocità inaspettata
sulla strada. Ultimo dei lavori,
la spirale era stata tracciata, solchi incisi
tre o quattro volte attorno a ciascuno dei quattro lati
del terreno vivo, per delimitarlo
e marcarlo. Dentro quel confine ora
calpesta la terra carnosa e segui
le impronte da tempo rimarginate di uno che arrivò
dal nulla, sconosciuto e congedato,
in divisa cachi abbottonata e scarponi lucidati,
ferendo gli acri rivoltati del nostro campo dietro casa
per uscire incespicando dal magico anello delle strie
e prendermi per una mano per riportarmi
attraverso lo stesso vecchio cancello nel cortile
dove sono improvvisamente comparsi tutti,
e stanno lì in attesa.
 
Seamus Heaney
Traduzione di Marco Sonzogni
 
 
passi che non fanno rumore nell'erba,
verde, quella di primavera, tenera e nuova;
i tuoi piedi nudi nel passaggio lievi incedono
la via è tracciata, serena, assolata...

sabato 21 marzo 2020

Le ossidazioni II, di Sebastiano Carta

Le ossidazioni II
 
D’avversi stili
si compone poesia.
Frane mutano
destini e viscere.
Ma il tempo procede
implacabile lento.
su rive di laghi incolori
si piantano baracche.
E rauchi minatori s’urtano

nel gioco dei dadi e delle carte.
 
Sebastiano Carta
 
 
la vita si ossida, imbrunisce,
si sfalda piano piano in un nulla
che non sappiamo, finisce;
il corvo ci segue dalla culla...

venerdì 20 marzo 2020

Quarantena #1, di Gujil

Quarantena #1
 
è di ieri mattina, non lo conoscevo ma era una padre,
marito, carabiniere per scelta, 53 anni in un paese dello spezzino;
poi la malattia, l'infezione, contratta allo stadio,
durante un  giorno di lavoro qualunque,
poi, 14 giorni di terapia intensiva,
ha lottato ma non ha risposto alle terapie,
stremato ha lasciato la moglie e i suoi figli
il giorno della festa del papà...
 
Gujil

giovedì 19 marzo 2020

Quarantena #0, di Gujil

 
Quarantena #0
 
la terra ora respira, rifiata,
l'inquinamento sta drasticamente calando;
almeno un effetto positivo ed evidente
di questa terribile quarantena vissuta..
 
Gujil

mercoledì 18 marzo 2020

Sul finire della sera, di Andrés Trapiello

Sul finire della sera

Sul finire della sera
gli ultimi lembi di luce sostano
sul muro di calce,
collisioni, cenere.
E allora i paesaggi
suonano negli occhi come di smalto
e sembrano persino lacrime,
tanto giungono dolcemente.
Parlo di me poiché temo la nuda
morte delle cose
e che essa venga su questa terrazza,
per restare tranquilla e nella valle silente.
Come nella tazza il tè arabo e verde
o il vecchio libro accanto aperto
hanno raggiunto la loro quiete,
e nella loro calma
sembrano astri che girano in ampie orbite,
così quel vecchio libro e tazza da tè,
questo luogo ricorda e questo momento.
Un giorno verrà che ti chiedi:
che è stato di te, di me, di tutto quello?
e degli occhi
non ci saranno più parole.

Andrés Trapiello
traduzione di Gabriele Morelli
 
 
quando finisce la sera arriva la notte,
buia? come oggi? stemperata di rumori?
siamo piccole cose di fronte allo sconosciuto,
siamo balia di quanto stiamo facendo...

martedì 17 marzo 2020

Araldica, di Giorgio Caproni

Araldica
a R.
 
Amore, com'è ferito
il secolo, e come siamo soli
- tu, io - nel grigiore
che non ha nome. Finito
è il tempo dell'usignolo
e del leone. Il blasone
è infranto. Il liocorno
orma non ha lasciato
sul suolo: l'Ombra, è in cuore.
 
Giorgio Caproni
da "Il muro della terra", 1975
 

 

animali fantastici nei bestiari,
allora ascoltavo favole sonore;
adesso mi rifugio in tante lune,
ora mi sento sperduto e solo...

lunedì 16 marzo 2020

Mediterraneo, di Ana Luísa Amaral

Mediterraneo

i mari di Omero hanno smesso
di portare, snelle, le loro navi


in nome dei senza-nome, continua.
per deserti di sabbia, deserti senza
senso, continua. per i volti nel deserto,
quelli dei senza nome o volto, continua.
in fondo al deserto, gocce di
sangue e granelli di sabbia, la sfinge
nel deserto, continua, nel vero
nome dello spesso fluido che si dice
vitale, in tonnellate giuste, continua.


i divini mulini macinando lenti
fina farina, inutili maree di polvere


Ana Luísa Amaral
da "What's in a name" e altri versi
traduzione di Livia Apa
 
 
sarà un mare placido che attende ora le navi,
in questa atmosfera irreale si attende;
il nostro barcone è pieno di umani, di vecchi,
forse loro non hanno paura, forse ora capisco...

domenica 15 marzo 2020

Haiku n°33, di Anonimo

Haiku n°33
 
nell'aria ferma un ronzio,
un'ape vive la sua primavera
senza rumori dannosi intorno
 
Anonimo
del XX° Secolo
"Haiku"
 
 

sabato 14 marzo 2020

Piove, di Pierluigi Cappello

Piove
 
Piove, e se piovesse per sempre
sarebbe questa tua carezza lunga
che si ferma sul petto, le tempie;
eccoci, luccicante sorella,
nel cerchio del tempo buono, nell’ora
indovinata
stiamo noi, due sguardi versati in un corpo,
uno stare senza dimora
che ci fa intangibili, sottili come un sentiero
di matita
da me a te né dopo né dove, amore,
nello scorrere
quando mi dici guardami bene, guarda:
l’albero è capovolto, la radice è nell’aria.
 
Pierluigi Cappello
da "Mandate a dire all’imperatore
 
 
poesia che si adatta ad oggi, sabato di pioggia,
noi, prigionieri delle nostre case, in attesa;
l'epidemia avanza, la gente soffre in ansia,
i vecchi, soli, hanno un sorriso che non scorderemo...

venerdì 13 marzo 2020

Protocollo cittadino #14

 
Protocollo cittadino #14
 
Le api stanno suggendo i fiori della muscari,
loro non sanno e non hanno problemi di quarantena,
posso solo dire che nella mia vita non mi sarei aspettato
di vivere quest'esperienza così allucinante;
il mio pensiero va alle persone malate, ai deceduti,
alle famiglie che soffrono e non capiscono...
 
Gujil

giovedì 12 marzo 2020

Coprifuoco, di Raffaele Carrieri

Coprifuoco

Una sera fra le sette e le nove
Una sera dell'ultimo inverno
Allo scocco del coprifuoco
Il cielo ha lasciato la terra
Schiodando l'ultimo chiodo.
Una sera fra le sette e le nove
Il cielo fuggì dalla terra
Su un toro di fuoco,
Una sera dell'ultimo inverno
Allo scocco del coprifuoco
Una sera fra le sette e le nove
Il sangue s'apprese alla mota
Allo scocco del coprifuoco.
 


Raffaele Carrieri
da "Souvenir caporal" Mondadori, 1946
 
 
si sta in attesa e silenzio, in casa,
la natura si sveglia stamane diversa;
più libera Lei coi suoi ritmi scanditi, Noi
prigionieri della nostra stupida imperizia

mercoledì 11 marzo 2020

Protocollo cittadino #13

Protocollo cittadino #13

guardo fuori dalla mia finestra,
siamo agli arresti domiciliari, quasi,
i codibugnoli, le cince, i pettirossi,
loro non sanno, continuano la vita che hanno;
noi, essere umani (quasi tutti lo siamo) perplessi
ci aggiriamo come strani ectoplasmi nei nostri
spazi, i risaputi angoli delle nostre vite private,
i contesti sfiorati ora diventano nostri davvero...
 
Gujil

martedì 10 marzo 2020

Il Ministro, di Anne Stevenson

Il ministro

Ci servirà un ministro del culto
per consegnare alla terra questo corpo pesante.

Ma non scaverà la fossa;
altri più forti e più deboli di lui lo faranno.
E non si strofinerà gli occhi e il naso;
altri più deboli e più forti di lui lo faranno.
Non infornerà dolci e non baderà ai bambini –
ci sono le donne, per questo. Altrimenti,
che ci starebbero a fare in un momento simile
se non facessero queste cose?

No, faremo venire il ministro del culto
per badare alle parole.

Non le deve abbellire,
non le deve dir bene,
non devono nemmeno piacergli
purché accettino di obbedirgli.

Serve il ministro
perché le parole sappiano dove andare.

Immaginale a girare e girare
confuse per il cimitero.
Immaginale a vagare per il mondo
senza mai trovare riposo.
 
Anne Stevenson
da "La via delle parole"
traduzione di Carla Buranello
 

dedico questa poesia ai ministri
quelli nostri che vedo stremati;
la dedico alle donne e agli uomini stanchi,
a chi combatte, in trincea, questa guerra...

lunedì 9 marzo 2020

Del mattino, di Aldo Capasso

Del mattino
 
Un vetro s'è fatto acciecante
Una ragazza lava i panni e canta
Uno stornello giovane sorge puro ed è un rito
Gridi d'uccelli sono nel mattino
Rinasci come l'erba senza ricordi.
1938

Aldo Capasso
 
Matteo Oliveto
"Primi raggi"
vigore del giorno, il mattino, oggi
è aria irreale, immota, forse ammorbata;
siamo preda di istanti che passano lenti
scanditi dal numero dei rimasti indietro...

domenica 8 marzo 2020

Donna, di Madre Teresa di Calcutta

Donna
 
Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi,
i giorni si trasformano in anni….

 
Però ciò che è importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è colla di qualsiasi tela di ragno.

 
Dietro ogni linea di arrivo c’è una linea di partenza.
Dietro ogni successo c’è un’altra delusione.
Fino a quando sei viva, sentiti viva.

 
Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.
Non vivere di fotografie ingiallite…..
insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.

 
Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c’è in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.
Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.


Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però non trattenerti mai!


Madre Teresa di Calcutta
 
Hans Baldung
"Le tre età della donna e la morte"
Austria, Vienna, Kunsthistorisches Museum 
questo giorno di festa non si farà,
tanto il timore, la paura e l'ansia;
donne piene di angoscia abbandonano
il fascino, il belletto, amore e passione...

sabato 7 marzo 2020

Quota 84, di Anne Stevenson

Quota 84
Nel giorno del mio compleanno

Dalla torre degli anni che chiamo vita
Guardo nel pozzo: non tempo ma spazio, non qui ma laggiù,
Non senso ma memoria, ovunque in nessun luogo –
La storia incerta, il nodo al fazzoletto,
Il dove-siete-morti-onnipresenti, i vostri nomi
In un istante mi riportano all’infanzia, a ritroso percorro
La lunga strada fino al Natale e i suoi doni.
Così il DNA modella la sostanza dei sogni,
E la vecchiaia non ha motivo d’essere.
Un sapore proustiano, un profumo, la musica di una frase
Sfidano la legge naturale cui si sottraggono.
La vita sarà mia fintantoché io sarò la mia mente
E la gioventù? Sofferenze, ansie e ferite
Meglio ricordate che rivissute.


Anne Stevenson
da "La via delle parole"
traduzione di Carla Buranello
 
 
ricorrenza, gradita, inutile, vaga,
siamo fatti di pensieri e ricordi;
in questa bolla è difficile una festa,
in questo cristallo si rimane indifesi...

venerdì 6 marzo 2020

Francis Turner, di Edgar Lee Masters

Francis Turner

Non potevo correre o giocare da ragazzo.
Da uomo potevo solo sorseggiare dalla coppa,
non bere -
perchè la scarlattina mi aveva lasciato il cuore malato.
Ora giaccio qui confortato
da un segreto che nessuno tranne Mary conosce:
c'è un giardino di acacie,
di catalpe, e di pergole dolci di viti -
là quel pomeriggio di giugno
al fianco di Mary -
baciandola con l'anima sulle labbra
all'improvviso questa prese il volo.
 
Edgar Lee Masters
"Spoon river Anthology"
 


quando il morbo insidia e stronca,
come in un incubo si sopravvive;
siamo circondati da incerti eventi,
siamo preda di qualcosa che ci insidia...

giovedì 5 marzo 2020

Protocollo cittadino #12

Protocollo cittadino #12
 
bisogna fare una attimo di ripensamento,
oggi, dominati dal virus, indifesi e stanchi;
eppure cercherei il messaggio, l'avviso,
ho sempre sostenuto che, forse, in fondo,
il virus della terra siamo invece, probabilmente, noi...
 
Gujil