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sabato 28 marzo 2020

Cose, di Ana Luìsa Amaral

Cose

Dare un nome a queste cose
che sono cose perché la pupilla
cosí le riconosce
e le trasmette a neuroni ripetuti
che si imparano a memoria:
è sempre, comunque,
un compito ridotto

Lo stesso con un viso
la sua tessitura in tono pungente o soave,
la polpa tremula mentre fa tremare
la rete di neuroni

E tanto il cuore

Quello che rimane poi,
una volta che le dimensioni sono definite,
è questo non saper niente di niente
sentire che a poco valgono
queste sillabe

Che ciò nonostante si appoggiano
a declivi e a intagli tiepidi,
vivi di cellule e piccole vene
dove gli avverbi si perdono
e vacillano

O al colore di quegli occhi
che a poco a poco so essere mio,
e che non so coniugare. Solo declinare,
inclinandomici

Per questo, nonostante tutto, parlo di nomi
perché non sono capace
di miglior forma:

 Ana Luísa Amaralda "What's in a name e altri versi"
 traduzione di Livia Apa
 
 
siamo circondati, avvolti, da cose,
sono oggetti collocati o ricordi;
Loreto impagliato? buone cose?
forse solo pessimo gusto...

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