Sul finire della sera
Sul finire della sera
gli ultimi lembi di luce sostano
sul muro di calce,
collisioni, cenere.
E allora i paesaggi
suonano negli occhi come di smalto
e sembrano persino lacrime,
tanto giungono dolcemente.
Parlo di me poiché temo la nuda
morte delle cose
e che essa venga su questa terrazza,
per restare tranquilla e nella valle silente.
Come nella tazza il tè arabo e verde
o il vecchio libro accanto aperto
hanno raggiunto la loro quiete,
e nella loro calma
sembrano astri che girano in ampie orbite,
così quel vecchio libro e tazza da tè,
questo luogo ricorda e questo momento.
Un giorno verrà che ti chiedi:
che è stato di te, di me, di tutto quello?
e degli occhi
non ci saranno più parole.
Sul finire della sera
gli ultimi lembi di luce sostano
sul muro di calce,
collisioni, cenere.
E allora i paesaggi
suonano negli occhi come di smalto
e sembrano persino lacrime,
tanto giungono dolcemente.
Parlo di me poiché temo la nuda
morte delle cose
e che essa venga su questa terrazza,
per restare tranquilla e nella valle silente.
Come nella tazza il tè arabo e verde
o il vecchio libro accanto aperto
hanno raggiunto la loro quiete,
e nella loro calma
sembrano astri che girano in ampie orbite,
così quel vecchio libro e tazza da tè,
questo luogo ricorda e questo momento.
Un giorno verrà che ti chiedi:
che è stato di te, di me, di tutto quello?
e degli occhi
non ci saranno più parole.
Andrés Trapiello
traduzione di Gabriele Morelli
quando finisce la sera arriva la notte,
buia? come oggi? stemperata di rumori?
siamo piccole cose di fronte allo sconosciuto,
siamo balia di quanto stiamo facendo...
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