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martedì 28 settembre 2010

come sempre il giorno,
alto e possente mi sveglia
dal torpore notturno.
Vorrei urlare stamane il mio grido
sfogare paure e timori
e riappropriarmi del sonno
in cui cullare il mio io
devastato e stanco


Impressioni di settembre
Premiata Forneria Marconi (PFM)

Mogol - Pagani - Mussida (1971)

Quante gocce di rugiada intorno a me
cerco il sole, ma non c'è.
Dorme ancora la campagna, forse no,
è sveglia, mi guarda, non so.
Già l'odor di terra, odor di grano
sale adagio verso me,
e la vita nel mio petto batte piano,
respiro la nebbia, penso a te.
Quanto verde tutto intorno, e ancor più in là
sembra quasi un mare d'erba,
e leggero il mio pensiero vola e va
ho quasi paura che si perda...
Un cavallo tende il collo verso il prato
resta fermo come me.
Faccio un passo, lui mi vede, è già fuggito
respiro la nebbia, penso a te.
No, cosa sono adesso non lo so,
sono un uomo, un uomo in cerca di se stesso.
No, cosa sono adesso non lo so,
sono solo, solo il suono del mio passo.
e intanto il sole tra la nebbia filtra già
il giorno come sempre sarà.

1 commento:

  1. è tra le mie canzoni preferite ma la trovo molto malinconica. Non capisco se quel sorriso al quale accenni nel post alla poesia della Pozzi sia vero o solo desiderato, visto lo stato d'animo in evidente e stridente contrasto denunciato da quell'urlo che non riesci a tirar fuori. Urla Gujil. Sapessi quanto fa bene. A me ha leccato le ferite di un grande dolore...e le piaghe si stanno rimarginando....credimi

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