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venerdì 31 agosto 2018

Haiku, di Matsuo Bashō

L'erba estiva!
È tutto ciò che rimane
del canto dei guerrieri
 
Matsuo Bashō
 
 
ancora poche immagini,
non sono parole sono visioni,
ci accalchiamo attorno al nulla
pur di scorgere, intravedere...

giovedì 30 agosto 2018

Pioggia, di Vladimir Nabukov

Pioggia
               

Com’è instabile il letto, in queste notti
di alberi che gesticolano
mentre ticchetta rapida la pioggia,
giocattolo di stagno, con i lesti
zoccoli al trotto su un tetto infinito,
verso il passato.

Su antiche strade i destrieri della pioggia
sdrucciolano rallentano ripartono,
per un groviglio d’anni stretti insieme;
ma non raggiungeranno mai le estreme
bassure, nel profondo del passato,

perché là splende il sole.
 
Vladimir Nabokov
Traduzione di Massimo Bocchiola
 
 
lo splendore dei versi che arrivano,
dritti alla mente e al cuore,
una pioggia di frecce nei sentimenti;
sono ancora un bersaglio facile...

mercoledì 29 agosto 2018

Nè Lui nè Io, di Cecilia Casanova

Né Lui né Io
 
Né luiné io
ci siamo resi conto
che la nostra amicizia era piena
di curve.
Raddrizzarla
sarebbe stato sacrilegio.
 
Cecilia Casanova
 
 
Né Lei né Io sappiamo
le verità della vita, dell'essere,
a modo nostro ci amiamo, gli impeti,
sopiti, danno spazio ad affetto sincero

martedì 28 agosto 2018

XLIII, da sonetti per Elena, di Pierre de Ronsard

 
XLIII

Quando sarai ben vecchia, la sera, accanto al fuoco,
dipanando e filando seduta a un lume fioco,
ripetendo i miei versi dirai, meravigliata:
“Nel tempo che ero bella Ronsard mi ha celebrata”.

Sentendo le parole tu non avrai fantesca,
già mezzo sonnacchiosa dopo la sua fatica,
che al nome di Ronsard non si scuota, ormai desta,
e con eterna lode il tuo nome benedica.

Io sarò sottoterra, fantasma disossato,
e tra le ombre e i mirti troverò la mia quiete.
Tu presso il focolare, vegliarda rattrappita,

rimpiangerai l’amore che fiera hai disdegnato.
Non credere al domani e vivi ore liete;
e fin d’ora raccogli le rose della vita.
 
Pierre de Ronsard
da Sonetti per Elena
Traduzione di Maria Luisa Spaziani
 
 
scrivere per qualcuno, poetare,
versi costretti da rime o liberi
per cantare un amore, un sogno;
da tempo mi manca quell'estro che avevo...

lunedì 27 agosto 2018

Frammento..., di anonimo

...il grande confine è sfumato, sfocato,
le vie precluse sono tutte di fronte,
belle, facili, aperte ma non si passa.
Vorrei avere la forza sempre,
mi occorre spesso ora che incedo
mi sento indifeso e solo, da tempo
contrabbando anima e cuore...
 
Anonimo
del XX° Secolo
frammenti ritrovati
 
 

domenica 26 agosto 2018

Pioggia d'agosto, di Guido Gozzano

Pioggia d'agosto
 
Nel mio giardino triste ulula il vento,
cade l’acquata a rade goccie, poscia
più precipite giù crepita scroscia
a fili interminabili d’argento....
Guardo la Terra abbeverata e sento
6ad ora ad ora un fremito d’angoscia....

Soffro la pena di colui che sa
la sua tristezza vana e senza mete;
l’acqua tessuta dall’immensità
chiude il mio sogno come in una rete,
e non so quali voci esili inquete
sorgano dalla mia perplessità.

«- La tua perplessità mediti Tale
verso meta più vasta e più remota!
È tempo che una fede alta ti scuota,
ti levi sopra te, nell’Ideale!
Guarda gli amici. Ognun palpita quale
demagogo, credente, patriota...

Guarda gli amici. Ognuno già ripose
la varia fede nelle varie scuole.
Tu non credi e sogghigni. Or quali cose
darai per meta all’anima che duole?
La Patria? Dio? l’Umanità? Parole
che i retori t’han fatto nauseose!...

Lotte brutali d’appetiti avversi
dove l’anima putre e non s’appaga....
Chiedi al responso dell’antica maga
la sola verità buona a sapersi;
la Natura! Poter chiudere in versi
i misteri che svela a chi l’indaga!»
Ah! La Natura non è sorda e muta;
se interrogo il lichène ed il macigno
essa parla del suo fine benigno....
Nata di sè medesima, assoluta,
unica verità non convenuta,
dinnanzi a lei s’arresta il mio sogghigno.

Essa conforta di speranze buone
la giovinezza mia squallida e sola;
e l’achenio del cardo che s’invola,
la selce, l’orbettino, il macaone,
sono tutti per me come personæ,
hanno tutti per me qualche parola....

Il cuore che ascoltò, più non s’acqueta
in visïoni pallide fugaci,
per altre fonti va, per altra meta...
O mia Musa dolcissima che taci
allo stridìo dei facili seguaci,
con altra voce tornerò poeta! -
 
Guido Gozzano
 


 
forse ha smesso ma il fresco rimane
c'è silenzio stamane nel mondo
della mia finestra, nel mio mondo;
perdura quel senso di vaghezza...

sabato 25 agosto 2018

Cade la pioggia d'agosto..., di Vito Marco Giuseppe


Cade la pioggia d'agosto
che bagna prepotente il tuo volto onesto,
come lacrime d'un pianto improvviso
vien giù forte e irruente senza preavviso.
E' profumata, trasparente,
la senti arrivare in un istante
tra tuoni e lampi a ritmo battente.
Così lontana, così vicina
cade dal cielo di prima mattina
come un'improvvisa benedizione divina.
Eccola la pioggia d'agosto
che disseta la terra, l'erba e i pensieri
e a goccia a goccia riempie
laghi, fiumi e mari.
Una manna dal cielo per chi ha sete,
per chi nutre l'anima, lo spirito e la fede;
vien per te, vien per tutti
bagna foglie, fiori e frutti.
Vien dall'alto, vien dal cielo
dona brio alla mia fantasia
e arrive dritta al tuo cuore
con i versi di questa poesia.

Vito Marco Giuseppe
 
 
piove, fuori, nel silenzio del Sabato,
dilava la pioggia tutto, le cose, le persone;
si sente il rumore di un auto, in sottofondo
si sente un albeggiare, ineluttabile, distratto...

venerdì 24 agosto 2018

Il fondo del cratere, di Sebastiano Carta

Il fondo del cratere
 
Odora di zolfo e d’acido
ogni molle odissea di lava.
Su uno specchio
lentissimo di rosso
ferree pinne galleggiano.
Dolcissime leggende sul cristallo
adombrato di purpureo sonno
ove il deserto si fa più raro
e le piriti signoreggiano il cristallo.
 
Sebastiano Carta
 
 
giù, più sotto, in fondo,
fino alla fine della discesa,
nel precipizio a rotta di collo;
poi basta, riprendere fiato, respirare...

giovedì 23 agosto 2018

Haiku, di Matsuo Bashò

Steli di iris
si aggrovigliano ai miei piedi
come lacci di sandali
 
Matsuo Bashò
 
 
fermare gli istanti, ora, adesso,
il respiro fatica col peso,
rimorsi, paure, ansie, dispiaceri;
aspettiamo il tempo della gioia...

mercoledì 22 agosto 2018

Salvezza, di Alejandra Pizarnik

Salvezza
                 

Fugge l'isola
E la fanciulla torna a scalare il vento
e a scoprire la morte dell'uccello profeta
Adesso
è il fuoco sottomesso
Adesso
è la carne
la foglia
la pietra
perduti nella fonte del tormento
come il navigante nell'orrore della civiltà
che purifica la caduta della notte
Adesso
la fanciulla trova la maschera dell'infinito
e abbatte il muro della poesia.


Alejandra Pizarnik

da "La figlia dell'insonnia"

traduzione di Claudio Cinti
 
 
salviamoci la vita, la luna ed altro,
le frasi del dopo, del poi, lente,
macigni pesanti sull'anima e il cuore
fibrillo di rabbia e di dolore...

martedì 21 agosto 2018

Ho visto piangere un amico, di Anonimo


Vincent Van Gogh
"Vecchio che piange"
 
Ho visto piangere un amico
 
Ho visto piangere un amico
in terra, prostrato in ginocchio,
schiacciato come chi non ha vie
intristito dalle mie parole.
 
Ho fatto piangere un amico
a terra, il volto nascosto tra mani
callose, sole, impietrito e perso
ha pianto e singhiozzato in cortile.
 
Ho sentito piangere un amico
per terra, indifeso disperato e solo
impietrito dal corso degli anni
ora provo vergogna e dolore.
 
Anonimo
del XX° Secolo
poesie ritrovate
 
 

lunedì 20 agosto 2018

Per Lei, di Giorgio Caproni

Per Lei
 
Per lei voglio rime chiare,usuali: in -are.
Rime magari vietate,
ma aperte: ventilate.
Rime coi suoni fini
(di mare) dei suoi orecchini.
O che abbiano, coralline,
le tinte delle sue collanine.
Rime che a distanza
(Annina era così schietta)
conservino l'eleganza
povera, ma altrettanto netta.
Rime che non siano labili,
anche se orecchiabili.
Rime non crepuscolari,
ma verdi, elementari.
 
Giorgio Caproni
da "Il seme del piangere", 1959
 
 
una poesia che posso dedicare, dare,
a Lei che mi accompagna e tace,
a Lei che subisce i miei umori;
percorsi solitari a volte si fondono a tratti...

domenica 19 agosto 2018

Come è penoso andare tra la gente..., di Aleksanrd Blok


Come è penoso andare tra la gente
E fingersi non morto,
E del gioco tragico delle passioni
Narrare a chi non ha ancora vissuto.
E, guardando nel proprio incubo notturno,
Trovare un ordine nel disordinato turbine dei sensi,
Perché dai pallidi bagliori dell’arte
Si riconosca l’incendio di una funesta vita!

10 maggio 1910
 
Aleksandr Blok
traduzione di Paolo Galvagni
 

è vero, è pesante, a volte,
ci si sente pesce fuor d'acqua
i nostri piccoli drammi si stemperano;
le folle annacquano le vite di tutti...

sabato 18 agosto 2018

11° riflesso estivo, di Gujil

 
Rientro
 
si torno, al solito, i conti, le spese, la vita;
l'effetto analgesico di mare e monti è sommerso
da quotidiane realtà e sofferenze.
Si torna a vivere.
 
Gujil

venerdì 17 agosto 2018

Elementare, di Pierluigi Cappello

Elementare
 
E c’è che vorrei il cielo elementare
azzurro come i mari degli atlanti
la tersità di un indice che dica
questa è la terra, il blu che vedi è mare
 
Pierluigi Cappello
da "Assetto di volo", 2006
 
 
scrivere haiku, così, di getto,
sembra cosa facilissima eppure
è piena di frasi inespresse e cuore;
vorrei, vorrei, vorrei...

giovedì 16 agosto 2018

10° riflesso estivo, di Gujil

deleterie, le ferie!
è uno scompaginarsi di abitudini, di normalità,
ci sentiamo tutti padroni del mondo,
si spende e si spande per sentirsi potenti, possibili;
qualcuno capisce e la consapevolezza alimenta
quel velo di tristezza negli occhi, dietro le lenti scure...
 
Gujil
 

 

mercoledì 15 agosto 2018

Ferragosto 2018, di Gujil


Ferragostani pensieri affollano
la mia mente, il mio cuore;
nella pace del suono del mare, mattinata,
in attesa, come sempre,
nell'ansia più o meno sopita.
 
Gujil
 
 

martedì 14 agosto 2018

Pretesti, di Anonimo

Pretesti
 
Solo pretesti i nomi
diventano visi, a volte,
come scarne cornici
si riempiono di voci
quelle sole,irrisolte
auspici e costumi.
 
Solo pretesti i pensieri
cosi grandi immensi
da stare compressi nel cuore
ogni volte che battono ore
distanti, lontane, immensi,
costanti consuetudini, seri.
 
Anonimo
del XX° Secolo
poesie ritrovate
 
 

lunedì 13 agosto 2018

Il pendaglio, di alberto Bevilacqua

Il pendaglio

 

Esisto nell’invano
di te,
prezioso, solitario istante
che pure sopravvive al tuo avvenire:
una lacrima spersa
nel tuo lungo rimorso che mai
potrà dirti di me?
se il tempo ti modella,
ragazza mia,
nel tuo specchio già tramato dalle ombre
dove resto
la tua ora che comunque si avvicina
– tra l’azzurro e la ruggine sto
col ninnolo che ti regalò tua madre,
sono un pendaglio
in più
d’antica storia fra i tuoi seni ricurvi

 
 Alberto Bevilacqua
da "La maturla poestica"
 

appeso al nulla un pendaglio
dondola senza tintinnare, sordo,
è un segno del sempre, del tempo,
ossidato dall'aria marina ancora ricorda...

domenica 12 agosto 2018

Elementare, di Aldo Capasso

Elementare
 
E c’è che vorrei il cielo elementare
azzurro come i mari degli atlanti
la tersità di un indice che dica
questa è la terra, il blu che vedi è mare
 
Aldo Capasso
da "Assetto di volo"
- 2006 -
 
 
le cose semplici, quelle vere e univoche,
spesso ci aggrovigliamo in matasse
e pensieri contorti simulano vite perfette;
io, per me, non amo che solitari ingorghi di parole...

sabato 11 agosto 2018

Improvviso, oggi, il sole. di Anonimo

Improvviso, oggi, il sole
 
Improvviso, oggi, il sole
dardeggia sul capo la luce,
mi spendo in inutile prece
costringo in un voto il mio cuore.
 
Da est un'alba possente rischiara
la mia anima ingrigita dal tempo,
ritrovo me stesso? mi amo?
così ricomincia a macinare la storia.
 
Anonimo
del XX° Secolo
poesie ritrovate
 
 

venerdì 10 agosto 2018

9° riflesso estivo

 
Qui, come sempre e sempre,
un attimo sembra un breve intenso dolore
quando ripenso, quando rivedo;
brillanti astri di San Lorenzo offuscati da nuvole
col naso all’insù pretendo risposte ma il cielo
non fa che rilanciare messaggi ancestrali
Gujil

giovedì 9 agosto 2018

Circoli, 6. La via difficile (Harriet)

 
Circoli

6. La via difficile (Harriet)
 
Non odiare i tuoi genitori, altrimenti i tuoi figli
     assolderanno
uomini sconosciuti per seppellirti a tue spese.
Bambina, di quarant’anni più giovane, saremo vivi
     noi per vedere
riscritto il tuo destino scritto dalle nostre mani,
la tua adolescenza strappare l’amo piumato,
il segno della tua scia fosforescente?
Sotto le stelle uno dorme, è libero dalla famiglia,
ciuffi d’erba e polvere e ciuffi d’erba –
la notte orientata alla stella della giovinezza.
Solo dall’errore io imparo; sino a ieri ho fidato
nella pratica della mia mano. Nel Maine tardivo
il ghiaccio va a suo tempo verso l’estate,
poi il tritume si rigela in ghiaccio, e poi
il ghiaccio vien rotto da un’altra ondata
 
Robert Lowell
Traduzione di Rolando Anzilotti
 
 
le vie difficili imperano
sulle strade della gente, nostre;
crediamo in resoconti assurdi
e siamo niente, niente, niente...

 

mercoledì 8 agosto 2018

Amanti lungo il mare, di Aldo Capasso


Amanti lungo il mare

Lungo il mare, nel buio,
Sopra le rocce scabre
Tanti bisbigli, che udite, pur sono
Segno di breve oblio.
Siamo poveri, solamente questo
Ci è conceduto, modo
Di festa, e da noi stessi esilio.
Anche le nostre donne
Hanno soavi labbra.
(Nel buio non si vede,
Se misera è la veste).
Ma sognano, talora, luminosi
Mondi, come in romanzo, come in film, -
Memorabili gesta e gentilezza
D'eroi troppo diversi
Da questa nostra mal limata scorza.
(Nel buio non si vede
Se arrossiscono alquanto,
Per avere sognato
Un'altra bocca nella nostra bocca).
Prendiamo, pur con questa
Sua macchia mal taciuta, questo àttimo
Ch'è il solo nostro bene,
Sopra le rocce scabre.

Per non piegarci al vino che ci chiama
Promettendo una nube entro i pensieri».

1939
 
Aldo Capasso
da "Per non morire"
 
 
lungo l'arenile si sogna, l'estate,
il sole prelude agli amori frivoli,
passeggeri come viandanti, gli amanti;
per me rimane un'ombra sul cuore...

martedì 7 agosto 2018

Pierina, di Anonimo

 
Pierina
 
Ricordo di te mani e sorriso
i rari abbracci, gli aridi baci,
una vita tra i flutti e i fantasmi
eppure carica di incrollabile fede
eroismo di pochi, esempio.
 
Ricordo di te la semplice fonte
di amore per Dio, per noi,
ricordo e ti sento presente nel sole
che ogni estate ricorda, col sole
quel tuo ultimo gesto e i tuoi occhi.
 
Ricordo ti te molte cose, tante
di te non mi scordo madre...
 
Anonimo
del XX° secolo
poesie ritrovate

lunedì 6 agosto 2018

Come dolmen intorno alla mia infanzia, i vecchi, di John Montague


Come dolmen intorno alla mia infanzia,
i vecchi


Jamie MacCrystal canticchiava a se stesso
un’aria stenta, senza melodia, senza parole.
Mi allungava un soldo quando riscuoteva la pensione,
con le croste del pane governava gli uccelli d’inverno.
Alla sua morte quel suo casolare fu predato,
squarciato il materasso, infranto il salvadanaio.
Solo il corpo non fu toccato.

Maggie Owens era contornata di animali,
una cagna bastarda e cuccioli tremanti,
in camera una capra che belava.
Era un pozzo di maldicenze,
mordace gazzettino del contado.
Aveva titolo di strega, ma in lei c’era
solo un bisogno solitario di schernire.

I Niall stavano lungo un viottolo di montagna
dove fiorivano campanule d’erica, digitali a ciocche.
Erano tutti ciechi, con la pensione per i ciechi e la galena.
Davano un guizzo serpentino gli occhi morti come entravi
a cercare riparo da un rovescio montano.
Cricchiavano i grilli sotto la pietra traballante del focolare
finché non riluceva un sole limaccioso.

Mary Moore abitava una cadente cantoniera
famosa come Pisa per l’abbaino sghembo.
Scarpe grosse e grembio, scarpinava per i campi,
muoveva bestie scarne da una stalla lutulenta.
La ferocia in persona, si assopiva
su novelle d’amore, Stella Rossa e Cerchio Rosso,
sognava di amorosi riti gitani, suggellati al fulgore del fuoco.

Il selvaggio Billy Eagleson sposò una giovane serva cattolica
alla morte della sua famiglia di lealisti.
Gli si ballava attorno all’urlo di ‘All’inferno Re Billy’
e si scansava il mulinello del suo legno di prunalbo.
Abbandonato da ambo i credi, non se ne curava
finché d’estate non sfilava il rullo dei tamburi d’Orange
nell’aggressivo lustro di bombette e di fusciacche.

Medico e curato sempre a trascinarsi in assistenza a tutti,
nella neve a mezza gamba, nella vampa dell’estate,
da strada maestra a stradicciola a sentiero accidentato,
ingoiando con affanno l’aria di montagna.
A volte erano i vicini a ritrovarli,
custodi silenziosi d’un focolare senza fumo,
colati a un tratto nello stampo della morte.

Antica Irlanda, invero! Sono cresciuto al suo capezzale,
rune e salmi, malocchio e colli torti,
fosca ferocia di famiglie e faide locali.
Desolate figure di paura e di benevolenza,
per anni lì a violarmi i sogni,
finché una volta in un cerchio di pietre ritte
sentii passare quelle loro ombre
a quella oscura eternità di antiche forme.

John Montague

traduzione di Alessandro Gentili
 
Mores (Sassari):
il dolmen di Sa Coveccada
 
Verde Irlanda e san Patrizio
il trifoglio come simbolo nuovo;
tornerò un giorno, forse solo,
a rivedere dolmen e menhir...

domenica 5 agosto 2018

Haiku n° 1., Jorge Luis Borges

1


Qualcosa mi han detto
la sera e la montagna.
Ma l’ho perduto.
 
Jorge Luis Borges
da "17 haiku"
 
 
che dire, l'essenza, unica,
un suono che richiama tutto, tanto;
vorrei che la sintesi mi predasse
poi non farei che scrivere

sabato 4 agosto 2018

Domitilla, di Luca Canali

Domitilla
 
Un’ombra dismarrimento e di resa velava
i tuoi occhi mentre
mi cavalcavi selvaggia
e maliosa,
ma solo in apparenza
vittoriosa. La gloria
di donarti e di essere tu soprattutto
ad amare era
in realtà la tua vera
vittoria.
 
Luca Canali
 
 
nomi che ronzano in testa,
passati, presenti, scorti e scordati;
bruciano come stelle morenti
si fissano nel firmamento del cuore...

venerdì 3 agosto 2018

Figli della luce, di Robert Lowell


Figli della luce 

I nostri padri strapparono il pane da tronchi e da pietre
e cintarono i loro giardini con l’ossa dell’uomo rosso;
imbarcatisi dalla terra bassa d’Olanda,
pellegrini scomunicati dalla notte di Ginevra,
piantarono qui i semi di luce del Serpente;
e qui i riflettori snodandosi esplorano per spaventare
le sfacciate serre costruite sulla roccia,
e candele si struggono presso un altare vuoto,
e la luce è dove il sangue senza terra di Caino
brucia e brucia il grano insepolto.


Robert Lowell
traduzione di Rolando Anzilotti
 
 
luce, buio, penombra,
forse io vivo tra il chiaro e lo scuro,
i chiaroscuri impazzano in questa estate,
forse vivo nella terra di mezzo