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lunedì 30 settembre 2019

Non ho misurato coi piedi..., di Ivan Volosjuk

Non ho misurato coi piedi le vie di Londra,
Non ho visto il Reno né il profondo Tamigi,
Non sono stato a Mosca, dove la terra sotto i piedi
È più sacra del cielo nella lontana Parigi.

Ma ho visto i semplici orecchini della betulla,
E ho visto la doratura delle querce secolari,
E nel libro dell'erba, sotto la copertina verde,
Ho trovato le formiche intente a un duro lavoro.
 
Ivan Volosjuk
da "Leggi Omero sul filobus"
traduzione di Paolo Galvagni
 
 
 
il mondo ci aspetta ancora,
malgrado noi, malgrado tutto;
scopriremo cose finché si potrà,
andremo insieme da ora, per molto...

domenica 29 settembre 2019

Haiku n°23, di Anonimo

 
Haiku n°23
 
Ristretto sul bordo modifico
comportamenti evasivi e contengo
le brame, quelle infinite del sogno.
 
Anonimo
del XX° Secolo
Haiku

sabato 28 settembre 2019

Haiku, di Jack Kerouac

Siedo scomposto su un mucchio di fieno
Scrivo haiku
E bevo vino.

Jack Kerouac
Il libro degli haiku
 
 
la bellezza di alcuni haiku è strana,
colpisce anima e mente insieme;
i miei sono rimasugli di infanzia
solitari come gli amori pensati...

venerdì 27 settembre 2019

Epilogo, di Karol Wojtyla

Epilogo
 
E proprio qui, ai piedi di questa stupenda policromia sistina,
si riuniscono i cardinali -
una comunità responsabile per il lascito delle chiavi del Regno.
Giunge proprio qui.
E Michelangelo li avvolge, tuttora, della sua visione.
"In Lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo... "
Chi è Lui?
Ecco, la mano creatrice dell'Onnipotente Vecchio, diretta verso Adamo...
Al principio Dio ha creato...
Costui che vede tutto...
La policromia sistina allora propagherà la Parola del Signore:
Tu es Petrus - udì Simone, il figlio di Giona.
"A te consegnerò le chiavi del Regno".
La stirpe, a cui è stata affidata la tutela del lascito delle chiavi,
si riunisce qui, lasciandosi circondare dalla policromia sistina,
da questa visione che Michelangelo ci ha lasciato -
Era così nell'agosto e poi nell'ottobre, del memorabile anno dei due conclavi,
e così sarà ancora, quando se ne presenterà l'esigenza dopo la mia morte.
All'uopo, bisogna che a loro parli la visione di Michelangelo.
"Conclave": una compartecipata premura del lascito delle chiavi, delle chiavi del Regno.
Ecco, si vedono tra il Principio e la Fine,
tra il Giorno della Creazione e il Giorno del Giudizio.
È dato all'uomo di morire una volta sola e poi il Giudizio!
Una finale trasparenza e luce.
La trasparenza degli eventi -
La trasparenza delle coscienze -
Bisogna che, in occasione del conclave, Michelangelo insegni al popolo -
Non dimenticate: Omnia nuda et aperta sunt ante oculos Eius.
Tu che penetri tutto - indica!
Lui additerà...
 
Karol Wojtyla
 
 
riusciremo davvero a credere?
sapremo fare gli ultimi passi io credo,
vedremo la luce od il buio davanti;
per ora si è morsi da dubbi profondi...

giovedì 26 settembre 2019

Manifesto: Il Fronte di liberazione del contadino pazzo, di Wendell Berry

Manifesto: Il Fronte di liberazione del contadino pazzo

Amate il guadagno facile, l’aumento annuale di stipendio,
le ferie pagate. Desiderate sempre più
cose confezionate. Abbiate paura
di conoscere i vostri vicini, e di morire.
E avrete una finestra nel pensiero.
Nemmeno il vostro futuro sarà più un mistero,
la vostra mente sarà perforata in una scheda
e messa via in un cassetto.
Quando vi vorranno far comprare qualcosa
vi chiameranno. Quando vi vorranno
far morire per il profitto ve lo faranno sapere.
Ma voi amici, ogni giorno, fate qualcosa
che non possa entrare nei calcoli. Amate il Signore.
Amate la terra. Lavorate gratuitamente.
Prendete tutti i vostri averi e siate poveri,
amate qualcuno che non lo merita.
Denunciate il governo, e abbracciate
la bandiera. Sperate di vivere
in quella repubblica libera che essa rappresenta.
Approvate tutto ciò che non capite
e lodate quest’ignoranza, perché ciò che l’uomo
non ha incontrato non ha distrutto.
Fate domande che non hanno risposta.
Investite nel millennio. Piantate sequoie.
Dite che il vostro raccolto principale è la foresta
che non avete piantato
e che non vivrete per raccogliere.
Dite che le foglie si raccolgono
quando marciscono nella terra.
Chiamate questo profitto. Profetizzate questo di ricavo.
Ponete la vostra fiducia nei cinque centimetri di humus
che si formeranno sotto gli alberi
ogni mille anni.
Ascoltate le carogne: accostatevi l’orecchio
vicino per sentire il fievole chiacchiericcio
delle canzoni a venire.
Aspettatevi la fine del mondo. Ridete.
Il riso è incalcolabile, siate gioiosi
pur considerando ogni questione.
Finché le donne non si svenderanno per il potere,
sostenete le donne più che gli uomini.
Domandatevi: questo potrà dar gioia
alla donna che è contenta di aspettare un bambino?
Disturberà il sonno della donna
che sta per partorire?
Andate col vostro amore nei campi.
Stendetevi tranquilli all’ombra. Posate la testa
sul suo grembo. Giurate fedeltà
alle cose più prossime ai vostri pensieri.
Non appena i generali e i politicanti
sapranno prevedere i movimenti della vostra mente,
abbandonateli. Lasciateli come segnali
per indicare la falsa traccia, la via
che non avete preso. Siate come la volpe,
che lascia più tracce del necessario,
alcune nella direzione sbagliata.
Praticate la resurrezione. 

 Wendell Berry
da " L'ordine della natura"
traduzione di Paolo Severini
 
 
contadini, una volta era sofferenza,
la terra, un pugno di terra a mani callose;
ricordo ancora, ero ragazzo su un carro,
mi inebriavo al profumo del fieno... 

mercoledì 25 settembre 2019

Questione di fede, di José Watanabe

Questione di fede
 
Com’era la luce dell’alba
quando Abramo, uomo di fede incrollabile,
salì sul monte Moriah
tenendo per mano il suo unigenito Isacco?
 
Doveva essere una luce di un azzurro profondo
come quella di questa mattina: in quell’azzurro
Abramo immaginava
il sangue vibrante di suo figlio sul coltello.
 
Vibra di più il sangue nell’azzurro.
Lo so perché la mia pelle, ora così sola,
secerne sangue sul palmo della mia mano:
il primo miracolo del mio giorno, o castigo,
por aver voluto salire la china della montagna
con una ragazza (più figlia che sposa).
Lei, al primo sole, scappò spaventata,
mi negò
il suo giovane corpo per il sacrificio
e io non ho potuto dimostrarle
la mia fede nevrotica in Dio.
 
José Watanabe
da “La piedra alada”, 2005
 
 
bisognerebbe averla, e tanta,
la fede aiuta nei momenti bui;
allenta tensioni indicibili, la fede,
ci lascia smarriti ma meno insicuri...

martedì 24 settembre 2019

Come quando al circo..., di Donata Berra


Come quando al circo
il rullo del tamburo
sommuove i cuori e annuncia

l’arrivo dell’acrobata
e tutti sono pronti
a sospirare e io

ti conoscevo ti aspettavo
e si è fatto avanti un vecchio
decrepito cadente

fin nel centro del cerchio
a dire che tu
non c’eri.

Donata Berra
da "A memoria di mare"
 
 
mi piaceva il circo, mondo strano,
circoscritto e rotondo teneva animali;
il mistico senso delle cose ha costretto
cavalli invecchiati e stanchi elefanti...
 

lunedì 23 settembre 2019

Nostalgia del mare, di Derek Walcott

.
Nostalgia del mare
 
Qualcosa di rimosso rimbomba nelle orecchie a questa casa,
Fa pendere le tende senza vento, tramortisce gli specchi
Finché i riflessi perdono sostanza.
 
Un certo suono pari al digrignare di mulini a vento
Si è fermato di colpo;
Un’assenza assordante, una mazzata.
 
Accerchia questa valle, pesa su questo monte,
Estrania il gesto, spinge questo lapis
Attraverso un fitto nulla, ora,
 
Carica di silenzio le dispense, piega il bucato acido
Come i panni dei morti, lasciati esattamente
Dai congiunti come usavano i morti,
 
Increduli, aspettando occupazione.
 
Derek Walcott 
da "Mappa del Mondo Nuovo", Adelphi, 1996 
Traduzione di Gilberto Forti
 
 
il mare, calma distesa che sa essere furia,
anche a me manca, nel cuore, nei sensi;
un posto che piano piano è entrato in me,
non avrei mai pensato, mai creduto...

domenica 22 settembre 2019

Avvento, di Patrick Kavanagh

Avvento
 
Troppo abbiamo provato e potuto, amore –
per larga cruna non passa stupore.
Ma qui nella stanza buia dell’Avvento
dove il pane nero e il tè amaro
della penitenza evocheranno il lusso
dell’infanzia, renderemo al Giudizio
il sapere di cui fummo ladri, non maestri.

E la novità che in ogni vecchia cosa
vedevamo bambini: la meraviglia
folgorante in una nera collina dell’Ulster
o lo stupore profetico nel discorso tedioso
di un vecchio stolto si risveglieranno per noi e porteranno
te e me al cancello del cortile a guardare i ginestroni
e i pantani, le strade, le vecchie stalle dove incomincia il Tempo.

Oh dopo Natale non ci sarà bisogno che cerchiamo
la differenza che fa bruciare una vecchia parola -
la sentiremo nelle sospirate ragioni di un movimento
o nelle vie dove sbandano i ragazzi del paese.

E la sentiremo anche nella dignità degli uomini
che scaricano lo sterco sotto gli alberi del giardino,
ovunque la vita sia normalmente abbondante.
Non saremo ricchi, amore mio, e volendo
Dio non chiederemo il pagamento della ragione,
il perché dell’estraneità struggente delle siepi piegate
né analizzeremo il respiro di Dio in un’affermazione normale.
Abbiamo gettato nella spazzatura le monete di fango
che ripagavano il piacere la conoscenza e il sentimento –
E Cristo viene con un fiore di gennaio.

Patrick Kavanagh
da "Il mito dell'Irlanda"
traduzione dii Nicola Gardini
 
 
avvento, si aspetta, si attende trepidi,
qualcosa sta per accadere, tra noi;
il mito di un'attesa si carica di tensione,
eppure, dentro di noi, il silenzio.... 

sabato 21 settembre 2019

Haiku n°22, di Anonimo

 
Haiku n°22
 
attimi, soli, presenti,
distacca dal tempo frazione
riporta nel cuore momenti
 
Anonimo
del XX° Secolo
"Haiku"

venerdì 20 settembre 2019

Un orizzonte: una mano, di Emma Villazón Richter

Un orizzonte: una mano

 
Di tepore in tepore
la famiglia affonda
si rompe al di là di se stessa
al di là del no e degli alberi
cumulo dopo cumulo
di cartografie macchie foglie
la babele di un gomitolo torreggiante
risulta sogno polvere di ansie
di permanenza impossibile solo spigoli
segreto dopo segreto (nella bocca)
con strappi tensione piroette
sorge improvviso un orizzonte (freddo) una
mano (pesce) che entra oscena qui
dove dice proibito volare (disperdere) le cime
di parole (iceberg, cieli, campi di grano; iceberg) che attraversi
notte dopo notte (infelice)
lei circola (regina) (sporca) zoppa
tra rottura e nuoto


Nota: Chi parla qui? Nemmeno l’autrice lo sa.
 
Emma Villazón Richter
 
 
la mano, strumento indiscutibile,
può fare innumerevoli cose;
cogliere attimi preziosi è unico,
come un orizzonte lontano...

giovedì 19 settembre 2019

Tradiscono perciò le foglie,... di Daniele Piccini

Tradiscono perciò le foglie, i mari,
così cantati, la rivelazione?
se lo chiede la mente per crinali
divisi da stagioni come giorni.
Le praterie brucate dal ricordo,
le foglie amare, le lune eloquenti,
corse da febbre – perdono il disegno?
Così o come sia, prega che forte
sia la mano che verga la sua sorte:
che la forma lasciata come impronta
su ogni cosa – illeggibile fonema –
non la disperda il vento di una lingua
immagine di sé, ma la ferisca,
la faccia sanguinare: perché avvenga.

Daniele Piccini
da "Inizio fine"
 
domande, domande, domande,
sono le risposte che voglio;
siamo alla perenne ricerca del senso,
siamo noi nel mondo, soli...

mercoledì 18 settembre 2019

Scrivo penso leggo, di Idea Vilariño

Scrivo penso leggo
 
Scrivo
penso
leggo
traduco venti pagine
ascolto le notizie
scrivo
scrivo
leggo.
Dove sei?
Dove sei?
 
Idea Vilariño
 
 
come faccio a capire, come?
scrivere, leggere, pensare;
in un turbinio di cose avviene
quello che deve sempre accadere...
 
 

martedì 17 settembre 2019

Alla maniera di Cecco Angiolieri, di Lawrence Ferlinghetti

Alla maniera di Cecco Angiolieri

S'i' fosse foco, non fumerei
S'i' fosse vento, suonerei soltanto i flauti lirici
S'i' fosse acqua, non berrei altro che vino
S'i' fosse Dio, mi farei una Dea
S'i' fosse Papa, mi farei mamma mia
S'i' fosse mamma, darei natali a molte vergini
S'i' fosse imperatore, sa' che farei?
ucciderei tutti gli imperatori.

S'i' fosse morte, ritornerei all'utero per ricominciare
S'i' fosse cieco, troverei un cane
S'i' fosse un cane, troverei un cieco
che vuole fare molte passeggiate ai bordelli.

               
(Scritta in italiano dall'autore)

Lawrence Ferlinghetti
da " Cent'anni di coscienza utile"
traduzione di Massimo Bacigalupo
 
 
 bellissima questa poesia, strana,
un po' come il mio montaliano afflato;
vedo che altri insorgono al classico
vedo che tutti imitiamo chi amiamo...

lunedì 16 settembre 2019

Perchè vivo, di Boris Vian

Perché vivo
 
Perché vivo
Perché vivo
Per la gamba gialla
D'una donna bionda
Appoggiata al muro
In pieno sole
Per la vela gonfia
Di un battello del porto
Per l'ombra delle tende
Il caffè ghiacciato
Che si beve con la cannuccia
Per toccare la sabbia
Vedere il fondo dell'acqua
Che diventa così azzurro
Che discende tanto in basso
Con i pesci
I calmi pesci
Pascolanti sul fondo
Che si librano sopra
I capelli delle alghe
Come uccelli lenti
Come uccelli azzurri
Perché vivo
Perché e bello.
 
Boris Vian
 
 
il tempo comincia a finire,
mancano ancora scampoli di anni;
l'avvicinarsi del nulla mi intimorisce,
perché vivere è cosa assai bella...

domenica 15 settembre 2019

Protocollo cittadino #0, di Gujil


 
Protocollo cittadino #0
 
il fresco settembrino annuncia
arrivi autunnali ancora lontani;
mi angustio all'attesa di notizie,
mi ritrovo ansioso e pauroso...
 
Gujil

sabato 14 settembre 2019

Haiku, di Jack Kerouac

Haiku
 
Scende la seral
a ragazza dell’ufficio
scioglie la sua sciarpa.
 
Jack Kerouac
 
 ora è mattina ma lo strascico,
quello del sonno notturno, buio,
quello continua nel cuore;
sono un uomo di sogni...
 

venerdì 13 settembre 2019

Un soffio nel creato,... di Daniele Piccini

 Un soffio nel creato, senza centro,
che non leghi più altri alla catena
ma produca una maternità oscura
per le bestie smarrite, per le specie,
generi nuovamente ciò che c’è,
lo sollevi e distolga dal terrore.
Lascia che si riformi per passione
una bolla senza più genitura
che le accolga tutte quante le cose
orfane e smenticate, che le medichi,
le rialzi per essere mandate
libere nella favola di grani,
di girasoli che più non si bruciano,
di tempeste imminenti, ferme al soglio.

 
Daniele Piccini
da "Inizio fine" 


cerchiamo nei musei, in giro,
per il mondo a scovare tesori per gli occhi;
non sempre capiamo e apprezziamo,
non sempre siamo all'altezza...

giovedì 12 settembre 2019

Il premio, di Ghiorgos Vafòpoulos

Il premio
 
Sono un viandante,
senza riposo, senza sonno.
Marcio giorno e notte,
notte e giorno
nella ripida strada
che circonda
questo oscuro Monte.
 
Non m'affanno a giungere.
So che giungerò
La strada è sicura,
se l'hai attraversata
primieramente Tu.
Riconosco le impronte dei Tuoi passi,
riconosco le impronte del Tuo Amore.
 
Rimani sulla cima
e mi fai cenno Tu.
Sopra il tuo capo
i piedi di un Angelo.
Sopra i piedi dell'Angelo
i piedi di Dio.
 
Il premio del mio viaggio sarà,
giungendo all'apice della cima,
carico dei fiori
che spuntarono al tuo passaggio,
d'appoggiare il mio capo insanguinato
sulla candida pietra dei Tuoi piedi,
sul primo scalino di Dio.
 
Ghiorgos Vafòpoulos
 
 
ultimo di troppi ma arriverò,
anch'io, nel gruppo dei rimasti;
mi sento un filo sottile addosso,
riceverò ciò che ho saputo dare...

mercoledì 11 settembre 2019

Traslocano tutto il cielo azzurro..., di Jean-Michel Maulpoix

Traslocano tutto il cielo azzurro
In cenci nei bauli di vimini
L'andata e ritorno dei loro sogni
E lo spesso piumino di lana
Nube pregna d'imminente pioggia.

Sussulta il ventre tondo della donna.
La terra ruota un poco nei suoi occhi.

Niente dicono, e non vanno in nessun dove.
Seduti o in piedi all'angolo della via
Pigiati gli uni contro gli altri. 


Jean-Michel Maulpoix
Canti per i senza patria
Traduzione dal francese di Roberto Rossi Precerutti
                  
 
rii, ruscelli, vene d'acqua scorrono
le mie montagne, la mia valle;
da tempo manco, da troppo, sospiro,
il cielo ancora, verrà il tempo lo so...

martedì 10 settembre 2019

L'assenza, di Diego Valeri

L'assenza

C'è, scavata nell'aria, la tua dolce

forma di donna: un vuoto
che palpita di te come l'immoto
silenzio dopo una perduta voce.
 
Diego Valeri
 
 
come mancanza, come solitudine,
assenza di tutto, come oblio;
nel silenzio delle parole scosse,
come un cavallo solo al Palio...

lunedì 9 settembre 2019

Riflesso nell'estate 2019

 
Settembre andiamo... il mese del ripensamento...,
quante cose accadono in fretta e furia,
quanto silenzio nei sospiri ambiti di pene represse;
spesso vorrei tornare, a volte vorrei partire,
incongruenze e ossimori caratterizzano e popolano
la mia incipiente maturità, la mia vecchiaia che arriva...
 
Gujil

domenica 8 settembre 2019

Colours so fine, di Miranda Lee Richards

Colours so fine
 
[Intro]
See yourself as a child bathed in golden light
A vision of the heart in your mind’s eye
The elusive mysteries of this life
They are calling as you step inside

[Chorus]
The colours so fine
They will fall from Heaven
In the colours so fine
I will walk upon a new Earth
In the colours so fine
I can see forever
In the colours so fine, the colours so fine

[Verse 1]
Within a kaleidoscope of rainbows
Follow the feeling where it goes
This is the wisdom I only knew in words
These are the energies that create worlds

[Chorus]
In the colours so fine
They will fall from Heaven
In the colours so fine
I will walk upon a New Earth
In the colours so fine
I can see forever
In the colours so fine
The colours so fine
Ooooohhh... ooooohhh

[Verse 2]
From your heart, the ocean flows
From your mouth, the wind blows
From your mind, the conscience grows
And as we open new dimensions
We are gaining new perspectives

[Chorus]
In the colours so fine
They will fall from Heaven
In the colours so fine
I will walk upon a new Earth
In the colours so fine
I can see forever
In the colours so fine
The colours so fine

 
Miranda Lee Richards
 
 
 continua la mia west coast infatuation,
lo ammetto questa singer mi ha stregato;
la musica mi vortica intorno,
nelle orecchie, nella mente...

sabato 7 settembre 2019

Lifeboat, di Miranda Lee Richards

Life Boat
 
Oh amore mio
Oh my love
Non fermerai il tuo pianto
Woncha' stop your cryin'
La luce del sole sta portando arcobaleni alle tue lacrime
The sunlight's bringin' rainbows to your tears
I campi di cotone ondeggianti sono i pilastri della tua tristezza
Cotton swayin' fields are the pillars of your sadness
La luce del giorno asciuga le foglie arrugginite
The daylight dries the rusted leaves
Ti svegli è un sogno ...
You wake up it's a dream...
Ed è una mattina luminosa e soleggiata
And it's a bright, sunny morning
Ogni giorno un nuovo inizio
Each day a new beginning
Bene, sta tornando tutto ora
Well it's all comin' back now
Naviga attraverso l'oceano, l'oceano profondo e largo
Sail across the ocean, the ocean deep and wide
La tempesta ti porterà dall'altra parte
The storm will bring you to the other side
La libertà, amore mio, è una moneta a doppia faccia
Freedom, my love, is a double-sided coin
Che cosa hai fatto per guadagnare il tuo mantenimento?
What have you done to earn your keep?

Non è più un sogno ...
It's no longer a dream...
Ogni giorno un nuovo inizio
Each day a new beginning
Bene, sta tornando tutto ora
Well it's all comin' back now
Beh, sta arrivando tutto
Well it's all comin'
Quindi percorri queste strade sconnesse

So walk these broken roads
Ciò che finge potrebbe anche essere perso
What's pretending might as well be lost
E alza il muro i miei unici figli
And raise the wall my only sons
Sai che seguirò, sai che potrei seguire
You know I will follow, you know I might follow
Ti svegli è un sogno
You wake up it's a dream
È una mattina luminosa e soleggiata
It's a bright, sunny morning
Ogni giorno un nuovo inizio
Each day a new beginning
Beh, sta arrivando tutto intorno ...
Well it's all comin' 'round...
 
Miranda Lee Richards
 
 
un pò come mi sento,
questo sound west coast;
ricordo di tempi passati
ricordo e rimpianto...
 

venerdì 6 settembre 2019

il negozietto di caramelle..., di Lawrence Ferlinghetti



Il negozietto di caramelle dietro la soprelevata
è lì che per la prima volta
mi innamorai
dell'irrealtà

Gelatine luccicavano nella penombra
di quel pomeriggio di settembre
Sul bancone un gatto si insinuava tra
bastoncini di liquirizia
e barrette al cioccolato
e cicche Oh Boy

Fuori le foglie morivano e cadevano
Il vento aveva spazzato via il sole

Una ragazza entrò di corsa
Aveva i capelli zuppi di pioggia
Il seno ansava nella stanzetta

Fuori le foglie cadevano
e piangendo dicevano
Troppo presto! troppo presto!
 
Lawrence Ferlinghetti
Traduzione di Leopoldo Carra
 
 
metropolitana, come la città immensa,
in un crescendo di traffico e rumore;
ricordo le polverose strade dei campi
e un carro agricolo e un cavallo stanco...