Cerca nel blog

martedì 30 aprile 2013

La nonna, di Giovanni Pascoli

La nonna

Tra tutti quei riccioli al vento,
tra tutti quei biondi corimbi,
sembrava, quel capo d'argento,
dicesse col tremito, bimbi,
sì... piccoli, sì...
E i bimbi cercavano in festa,
talora, con grido giulivo,
le tremule mani e la testa
che avevano solo di vivo
quel povero sì.
Sì, solo; sì, sempre, dal canto
del fuoco, dall'umile trono;
sì, per ogni scoppio di pianto,
per ogni preghiera: perdono,
sì... voglio, sì... sì!
Sì, pure al lettino del bimbo
malato... La Morte guardava,
La Morte presente in un nimbo...
La tremula testa dell'ava
diceva sì! sì!
Sì, sempre; sì, solo; le notti
lunghissime, altissime! Nera
moveva, ai lamenti interrotti,
la Morte da un angolo... C'era
quel tremulo sì,
quel sì, presso il letto... E sì, prese
la nonna, la prese, lasciandole
vivere il bimbo. Si tese
quel capo in un brivido blando,
nell'ultimo sì.

Giovanni Pascoli
(Canti di Castelvecchio)


i seni vuoti
ed il cuore grande,
la testa ormai pesante
e i ricordi passati...

lunedì 29 aprile 2013

Concedimi, o Grande Spirito, di Cheyenne

Concedimi, o Grande Spirito, di imparare
la lezione che hai nascosto in ogni foglia
in ogni sasso.
Io voglio essere forte,
non per dominare il mio fratello,
bensì per combattere il mio più grande
nemico: me stesso.
Fai in modo che io possa essere sempre pronto
a venire da Te con le mani pulite
e lo sguardo leale.
Così che, quando la mia vita finirà
al calare del tramonto,
il mio spirito si presenti a Te senza onta.

Preghiera Cheyenne


è un volo terso,
lontano da tutto;
è un attimo sereno
col sole che scalda;
è solo vento sotto di noi...

domenica 28 aprile 2013

Tu chiedimi, di Anonimo


Tu chiedimi

Tu chiedimi in silenzio
il dolore o la gioia,
discosta il velo del tempo
dal volto che ancora guardo.
In te un sorriso
appena accennato,
in me un colore
appena abbozzato.

Anonimo
del XX° secolo
poesie ritrovate

sabato 27 aprile 2013

L'albatros, di Alda Merini

L'albatros

Io ero un uccello
dal bianco ventre

 gentile,
qualcuno mi ha tagliato
la gola
per riderci sopra,
non so.
Io ero un albatro grande
e volteggiavo sui mari.

Qualcuno ha fermato il mio viaggio,
senza nessuna carità

di suono.
Ma anche distesa per
terra io canto ora per te
le mie canzoni d'amore

Alda Merini


plurale o singolare
importa a chi sà?
la via è dietro di noi
ci guarda e poi
si cela...

venerdì 26 aprile 2013

Silenzio, di Arthur Rimbaud

Silenzio

Senti come bramisce presso le acacie, in aprile,
la frasca verdeggiante del pisello!

Nel suo netto vapore, verso Febea! vedi agitarsi la
testa dei santi d'un tempo...

Lungi dalle macine, dai promontori, dai bei tetti,
quei cari Vecchi vogliono questo filtro sornione.

Ora, né feriale né astrale è la bruma che s'esala
da questo effetto notturno.

Tuttavia, essi restano giustamente - Sicilia,
Germania - in questa nebbia triste e pallida.

Arthur Rimbaud


dopo silenzio luce,
irradia la mattina
tra canti di uccelli
e pochi rumori...

giovedì 25 aprile 2013

La resistenza e la sua luce, di pier Paolo Pasolini

La Resistenza e la sua luce
Così giunsi ai giorni della Resistenza
senza saperne nulla se non lo stile:

fu stile tutta luce, memorabile coscienza
di sole. Non poté mai sfiorire,
neanche per un istante, neanche quando
l' Europa tremò nella più morta vigilia.
Fuggimmo con le masserizie su un carro
da Casarsa a un villaggio perduto
tra rogge e viti: ed era pura luce.
Mio fratello partì, in un mattino muto
di marzo, su un treno, clandestino,
la pistola in un libro: ed era pura luce.
Visse a lungo sui monti, che albeggiavano
quasi paradisiaci nel tetro azzurrino
del piano friulano: ed era pura luce.
Nella soffitta del casolare mia madre
guardava sempre perdutamente quei monti,
già conscia del destino: ed era pura luce.
Coi pochi contadini intorno
vivevo una gloriosa vita di perseguitato
dagli atroci editti: ed era pura luce.
Venne il giorno della morte
e della libertà, il mondo martoriato
si riconobbe nuovo nella luce......

Quella luce era speranza di giustizia:
non sapevo quale: la Giustizia.
La luce è sempre uguale ad altra luce.
Poi variò: da luce diventò incerta alba,
un'alba che cresceva, si allargava
sopra i campi friulani, sulle rogge.
Illuminava i braccianti che lottavano.
Così l'alba nascente fu una luce
fuori dall'eternità dello stile....
Nella storia la giustizia fu coscienza
d'una umana divisione di ricchezza,
e la speranza ebbe nuova luce.
 
Pier Paolo Pasolini
 
 
 
affinchè il sangue perso
non sia mai disperso

mercoledì 24 aprile 2013

Antiche scale, di Anonimo


Antiche scale

Antiche scale conducono
in alti luoghi angusti
dove riposte stanno
le cose passate, andate;
consuete attese inducono
pensieri contriti ed esausti
in corteo assiepati vanno
incontro a scoscese franate.

Anonimo
del XX° secolo
poesie ritrovate

martedì 23 aprile 2013

L'antico desiderio, di Amalia Guglielminetti

L'antico desiderio


Seduzione più d'ogni altra forte,
prima d'ogni altra e più cruda fu quelli
per cui l'invito io ti sorrisi, o Morte.
Per cui il desiderio che flagella
la prima volta, sgomentò di muto
stupor la mia verginità novella.
E mi conobbi mani di velluto
per le carezze lunghe, e per i nomi
cari una voce dolce di liuto.
E sentii nella mia bocca gli aromi
d'un frutto al morso cupido maturo.
Ma l'acre impurità de' sensi indomi
mortificai con il mio orgoglio puro.

Amalia Guglielminetti


il desiderio incombe,
carnale come non mai
in un richiuso pensare
mentre un vento monello 
scorpora belle chiome...

lunedì 22 aprile 2013

Credere è una bella cosa..., di Kahlil Gibran

Credere è una bella cosa,
ma mettere in atto le cose in cui si crede,
è una prova di forza.
Sono molti coloro che parlano
come il fragore del mare,
ma la loro vita è poco profonda,
e stagnante come una putrida palude.
Sono molti coloro che elevano il capo,
al di sopra delle cime delle montagne,
ma il loro spirito rimane addormentato,
nell’oscurità delle caverne.

Kahlil Gibran


scettico come mai
ritiro le voglie
in angoli angusti,
le pieghe solinghe
si stagliano ora
come orridi crepacci...

domenica 21 aprile 2013

Periferia d'Aprile, di Antonia Pozzi

Periferia d'Aprile

Intorno aiole
dove ragazzo t’affannavi al calcio:
ed or fra cocci
s’apron fiori terrosi al secco fiato
dei muri a primavera.
Ma nella voce e nello sguardo
hai acqua,
tu profonda frescura, radicata
oltre le zolle e le stagioni, in quella
che ancor resta alle cime
umida neve:
così correndo in ogni vena
e dici
ancora quella strada remotissima
ed il vento
leggero sopra enormi
baratri azzurri.

Antonia Pozzi
24 aprile 1937

Georges-Pierre Seurat, Case in periferia

azzurro che oggi difetta,
nell'aria mossa di pioggia
e freddo residuo di ieri;
domani ho bisogno di sole...

sabato 20 aprile 2013

Le rondini, di Carlo Betocchi

Le rondini

Le rondini, bei cerchi della vita,
intatti e non vissuti,
senza che il tempo azzurro li soverchi,
son tempi in cui non vige una misura
sommersi dentro un suono di campane
che li innalza e li abbassa,
che forano e trapassano,
per ritornare fertili di vita
e privi di ricordi, a l'onda antica.

Carlo Betocchi 


voli radenti
e cuori in discesa,
nel cielo sereno,
col sole,
col vento... 

venerdì 19 aprile 2013

Frammento, di Anonimo

un non-riposo costringe
vecchie glorie al contesto
di immagini scialbe, vetuste,
eppure così ambite dai più...

Anonimo
del XX° secolo
frammenti ritrovati

giovedì 18 aprile 2013

Veduta, di Paul Valéry

Veduta

Se declina la spiaggia, se l'ombra
sull'occhio si consuma e piange
se l'azzurro è lacrima, così
pura, al sale dei denti, affiora

il fumo vergineo o l'aria
che culla in sé poi spira
verso l'acqua, su un mare
assopito nel suo impero

Colui che senza udirle
con le sue labbra mosse al vento
già si distrae a svanire
mille voci vane in cui si muta

sotto l'umido bagliore dei denti
dolcissimo il fuoco dell'interno

Paul Valéry

 

come in un sogno,
la visione scema
ed io resto a vedere

l'orizzonte lontano...



Vue

Si la plage planche, si
L'ombre sur l'oeil s'use et pleure
Si l'azur est larme, ainsi
Au sel des dents pure affleure

Là vierge fumée ou l'air
Que berce en soi puis expire
Vers l'eau debout d'une mer
Assoupie en son empire

Celle qui sans les ouïr
Si la lèvre au vent remue
Se joue à évanouir
Mille mots vains où se mue

Sous l'humide éclair de dents
Le très doux feu du dedans.


Paul Valéry

mercoledì 17 aprile 2013

Dolci rime, di Guido Gozzano

Dolci rime
a Luisa Giusti, amica minuscola,
con un cartoccio di cioccolatto

Sola bellezza al mondo
che l'anima non sazia,
fiore infantile, biondo
miracolo di grazia;
grazia di capinera
che canta e tutto ignora,
grazia che attende ancora
la terza primavera!
Tu credi ch'io commerci
(poi che poeto un poco)
in chi sa quali merci
buone alla gola o al gioco!
- Dammi una poesia! -
Così, come un confetto,
mi chiedi... E t'hanno detto
che sia?... Non sai che sia!
Che sia, come va fatto
il dono che vorresti,
ti spiegherò con questi
dischi di cioccolatto.
Due volte quattro metti
undici dischi in fila
(già dolce si profila
sonetto dei sonetti).
Due volte tre componi
undici dischi alfine
(compiute in versi «buoni»
quartine ecco e terzine).
Color vari di rime
(tu ridi e n'hai ben onde)
poni: terze e seconde
concordi, ultime e prime.
Molto noioso? O quanto
noioso più se fatto
di sillabe soltanto
e non di cioccolatto!
Di qui potrai vedere
la mia tristezza immensa:
piccola amica, pensa
che questo è il mio mestiere!

Guido Gozzano


poetare, rimare,
in un crescendo di tono,
in un attimo ispirato,
la vita, le cose,
quelle preziose...

martedì 16 aprile 2013

Tempesta, di Anonimo


Tempesta

Fragorosa tempesta,
nell'anima,
indugia nei pensieri,
si scaglia nei ricordi,
poi scema
e brontola il tuono...

Anonimo
del XX° secolo
poesie ritrovate

lunedì 15 aprile 2013

Raggiungimento, di Giorgio Caproni

Raggiungimento

Andavo. Andavo.
Cercavo dove poter sostare.
Ero ormai sul discrimine.
Dove finisce l’erba
e comincia il mare.

Giorgio Caproni


dolci declivi affrettano
passi veloci,
in discesa;
l'arrivo col sole,
i suoni del bosco
e quelli marini...

domenica 14 aprile 2013

Desiderio, di Samuel Taylor Coleridge

Desiderio

Laddove l’amore vero arde il desiderio è la pura fiamma dell’Amore;
E’ il riflesso della nostra corporatura terrena,
Che trae il suo significato dalla più nobile parte,
E traduce solo il linguaggio del cuore.

1830 (?)
Samuel Taylor Coleridge


eppure un soffio
ricaccia lontano il fiato
si perde nell'aria
nel senso di esistere... 

sabato 13 aprile 2013

Frammento, di Anonimo

...le tante sfumature del verde
a perdita d'occhio fin che ci si perde,
attimi intensi, sospesi
colori pacati ancora indecisi...

Anonimo
del XX° secolo
frammenti ritrovati

venerdì 12 aprile 2013

Oh, poeta,...di Rabindranath Tagore

Oh, poeta, la sera s'avvicina;
i tuoi capelli diventano grigi.
Nel tuo meditare solitario
odi il messaggio dell'aldilà?

« E' sera », rispose il poeta,
« e sto in ascolto perché dal villaggio
qualcuno potrebbe chiamarmi,
sebbene l'ora sia tarda.
Osservo se i giovani cuori vagabondi
s'incontrano, e due paia d'occhi supplicanti
chiedono che la mia musica
rompa il loro silenzio
e parli per loro.
Chi tesserà i loro canti appassionati,
se io siedo sulla riva della vita
contemplando la morte e l'aldilà? »

« Già tramonta la stella della sera.
Il fuoco d'una pira funeraria
muore lentamente
presso il fiume silenzioso.
Dal cortile d'una casa deserta
gli sciacalli urlano in coro
alla luce della luna sfinita.
Se un viandante, lasciando la casa,
viene qui a contemplare la notte
e ad ascoltare a testa china
il mormorio dell'oscurità,
chi gli sussurrerà i segreti della vita
se io, chiudendo le mie porte,
cercassi di liberarmi
dai legami mortali? »

« Poco importa se i miei capelli diventano grigi.
Sono sempre giovane e vecchio
Come il più giovane e il più vecchio
di questo villaggio.
Alcuni hanno negli occhi sorrisi
semplici e dolci,
alcuni un furbesco ammiccare.
Alcuni piangono alla luce del giorno,
altri piangono in segreto nel buio.
Hanno tutti bisogno di me,
e non ho tempo
di rimuginare sull'eternità.
Ho la stessa età di ciascuno,
e cosa importa
se i miei capelli diventano grigi? »

 

Rabindranath Tagore


grigi capelli,
quasi bianchi oramai,
si baciano ancora
quando la rima del sorriso
fa cornice al viso...

giovedì 11 aprile 2013

Dio mi guardi dall'uomo..., di Kahlil Gibran

Dio mi guardi dall'uomo
che si proclama fiaccola
che illumina il cammino dell'umanità.
Ben venga l'uomo che cerca il suo cammino
alla luce degli altri.

Kahlil Gibran


osservato nel tempo
ritrovo vani discorsi,
parole usate,
come ieri,
come domani...

mercoledì 10 aprile 2013

Intensivo, di Anonimo

Intensivo

Madido di umori riscopri
le vivide fonti, le rive;
scoperte di cielo ristoro
a specie di volo, dell'aria,
così si spreme energia
alla polla nel fosso;
si rispera la guida
si dipera la sete...

Anonimo del XX° secolo
poesie ritrovate

sete foto wallpaper immagine

martedì 9 aprile 2013

Alla notte, di Percy Bysshe Shelley

Alla Notte

I
Avvìati svelto sull’onda d’occidente
spirito della Notte!
fuori dell’antro offuscato d’oriente
dove hai intrecciato tutto un lungo giorno
di solitudine sogni di gioia e paura
che ti rendono terribile e cara –,
sia veloce il tuo volo!
II
Avvolgi la tua forma in un grigio manto
intessuto di stelle;
acceca coi capelli gli occhi al giorno,
bacialo fino a stremarlo,
poi vaga su città, su terra e mare
tutto toccando con la bacchetta oppiata –
vieni, a lungo cercata!
III
Quando mi sono alzato e ho visto l’alba
ho preso a sospirarti;
con la luce più alta, svanita la rugiada,
il meriggio che gravava su fiore e albero,
e il giorno allo stremo che non si decideva
ospite odioso a togliersi di mezzo,
ho preso a sospirarti.
IV
Morte è venuta, tua sorella, gridando:
vuoi forse me?
Tuo figlio Sonno, soave occhivelato
come un’ape meridiana ha sussurrato:
mi anniderò al tuo fianco?
vuoi forse me? E io di rimando,
no, non te!
V
Morte verrà quando sarai morta,
presto, troppo presto –
Sonno verrà quando sarai sparita;
all’una e all’altro non chiederei la grazia
che chiedo a te, amata Notte –
sia veloce il tuo volo che si avanza,
vieni presto, presto!

Percy Bysshe Shelley
(traduzione di Gianfranco Palmery)


scura o piena di luna,
lattea o grigia,
la notte è pensare
qualcuno la vive
qualcuno la soffre...

lunedì 8 aprile 2013

Primavera, di Arturo Graf

Primavera

Torna l’aprile e si rinnova il mondo,
E tutta un riso la natura appare:
De’ primi fiori inghirlandate, o care
Fanciulle, il crine inanellato e biondo.

Torna l’aprile ed in leggiadre gare
Apre natura il suo spirto profondo:
Sciogliete, o care vergini, a giocondo
Inno le voci armoniose e chiare.

Esultate, esultate al dolce orezzo.
Ché a voi s’addice e a vostra età fiorita,
Obbliviosa di una certa sorte:

Non a me, cui dà noja e fa ribrezzo
Questo rigoglio di novella vita
Intesa solo a preparar la morte.

Arturo Graf


dove sono i fiori?
dove le verdi foglie?
Aprile freddo,
primavera lontana...

domenica 7 aprile 2013

Infinitamente..., di Anonimo

infinitamente arcaico
come un ramo secco
si spreme la vita
ecco ritorna
un pallido sole...

Anonimo
 del XX° secolo
frammenti ritrovati

sabato 6 aprile 2013

Sospiro, di Giorgio Caproni


Sospiro

Ah poesia, poesia.
Tristissima copia
di parole, e fuga
dell’anima mia.

Giorgio Caproni


che dire...
sole e pensose
le frasi ancora
indugiano...

venerdì 5 aprile 2013

Crepe, di Anonimo


Crepe

Insistenti, nel muro dell'alma,
come solchi profondi incidono
i sensi, la sete, le cose;
meritori impulsi contagiano
le vie del pensare, del vivere,
anche quelle inesplose, silenti.
Ricordo, ed ero sereno...
lo scrisse nel cuore colpito,
lo incisi nell'anima intrisa;
eppure, in una angolo buio
ho rivisto per un attimo il sole
e la luce ha dischiuso allo sguardo
parole che credevo sopite, lontane.

Anonimo del XX° secolo
poesie ritrovate

giovedì 4 aprile 2013

Rovine, di Carlo Betocchi

Rovine

 

Non è vero che hanno distrutto
le case, non è vero:
solo è vero in quel muro diruto
l'avanzarsi del cielo

a piene mani, a pieno petto,
dove ignoti sognarono,
o vivendo sognare credettero,
quelli che son spariti…

Ora aspetta all'ombra spezzata
il gioco d'altri tempi,
sopra i muri, nell'alba assolata,
imitarne gli accenti….

e nel vuoto, alla rondine, che passa.

 
da PensieriParole Carlo Betocchi


disegna linee leggere,
nel cielo, anche se grigio,
si posa ogni tanto
sui fili, nel vento,
la vedo,
mi sento sereno...

mercoledì 3 aprile 2013

I fiori, di Stéphane Mallarmé

I fiori

Dalle valanghe d'oro del vecchio azzurro, il giorno
Primevo e dalla neve immortale degli astri,
Un tempo i grandi calici tu ritagliasti intorno,
Per la terra ancor giovane, vergine di disastri,

Il gladiolo selvaggio, cigni dal collo fino,
E quel divino lauro dell'anime esiliate
Vermiglio come l'alluce puro del serafino
Che colora un pudore d'aurore calpestate,

Il giacinto ed il mirto, adorato bagliore,
E, - simile alla carne della donna, la rosa
Crudele, del giardino chiaro Erodiade in fiore,
Quella che uno splendente feroce sangue irrora!

Tu facesti il candore dei gigli singhiozzanti
Che mari di sospiri sorvola dolcemente
E per l'azzurro incenso dei pallidi orizzonti
In sogno lento sale alla luna piangente!

Osanna sopra il sistro e dentro l'incensiere,
Nostra Signora, osanna da questi nostri limbi!
E si disperda l'eco nelle celesti sere,
Estasi degli sguardi, scintillio dei nimbi!

O Madre, che creasti nel seno giusto e forte,
Calici in sé cullanti una futura essenza,
Grandi corolle con la balsamica Morte
Per lo stanco poeta roso dall'esistenza.

Stéphane Mallarmé  

io li vedo,
li accarezzo e li tocco,
il profumo mi piace,
il colore mi dà pace...

martedì 2 aprile 2013

Quiete, di Arturo Graf

Quiete

Una quiete affascinata e stracca
S’addensa e poltre nel mio cor, qual suole
Nel fondo giù di tenebrosa lacca
Un’acqua morta che non vegga il sole.
Da tutto ond’altri si rallegra o duole
Il mio pensier, la vita mia si stacca;
Un dì pasciuto di superbe fole,
Or nel mio petto anche il desio si fiacca.
Io sento svaporar tacita e cheta
L’anima mia come un licor sottile
Chiuso in un vaso di porosa creta.
Senza romor, senza dolor svapora:...
Così mi veggo, oh nova cosa e vile,
Morir giorno per giorno, ora per ora.

Arturo Graf


una quiete cercata,
quella del cuore,
quella del sogno,
una quiete vista
lontano,
lontano...

lunedì 1 aprile 2013

Angelo santo..., di Anonimo

Angelo santo,
angelo mio,
fammi sentire
fratello di Dio,
fammi volare
con te su nel cielo
squarcia nel volo
questo orribile velo...

Anonimo del XX° secolo
frammenti ritrovati