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giovedì 31 gennaio 2019

Amami solo come ameresti il vento..., di Ricardo Molina

Amami solo come ameresti il vento
 
Amami solo come ameresti il vento
quando passa sospirando alle nuvole;
Amami solo come ameresti il vento
che nulla sa dell’anima delle rose,
né degli essere immobili del mondo,
come il vento che passa tra il cielo e la terra
parlando della sua vita con voce che fugge;
amami come il vento estraneo all’esistenza
tranquilla che si apre nei fiori,
estraneo alla terrena
fedeltà delle cose immobili,
come il vento la cui essenza è andare senza scopo,
come il vento in cui gioia e tristezza si confondono,
amami come il vento tremulo e ramingo.
 
Ricardo Molina
 
 
amore, amare, voler bene, adorare,
quanti verbi celano passioni e basta
nel nostro soliloquio vissuti sappiamo
dobbiamo discernere, dobbiamo svelare...

mercoledì 30 gennaio 2019

Riflesso e nevischio

 
le giornate di neve attutiscono
i sensi, le anime perse,
incontriamo il fato, le perplessità;
guardiamo un cielo impenetrabile,
ci affidiamo al silenzio che cade...
 
Gujil

martedì 29 gennaio 2019

Ti sei costruito con molte parole..., di Juan Rodolfo Wilcock

Ti sei costruito con molte parole
 
Ti sei costruito con molte parole,
dapprima bocca, buba, nanna, io,
e già eri golem col verbo tra le labbra,
poi mano, fame, dammi, luce, pianto,
l’elenco semplice delle sensazioni,
categorie fanciulle e facoltà,
stati d’animo, avverbi e congiunzioni
per coordinare le parti nascenti
dell’io che cresceva rapinoso.
Nel frattempo imparavi senza orrore
la nomenclatura del mondo esterno,
e uscito dal suo primo nome, madre,
ti sistemavi in quel vocabolario
come in una disgrazia incalcolabile
che alla follia sembra divertente;
finché scoprivi il nome della morte,
da applicare a scomparse di altri nomi,
ma in nessun modo da applicare al tuo.
Alla fine sapevi tutti i vocaboli,
che il loro insieme si chiamava vita,
e che nel centro si metteva il sesso
per collegare il gruppo di parole
che erano te con quello che era il mondo.
Ma queste costruzioni e collegamenti
non possono durare sempre, crollano;
né consente la logica che cinque parole,
“un animale che sa parlare”,
reggano a lungo un simile edificio.

   
Juan Rodolfo Wilcock
da "La morte e le parole dell'amore"
traduzione di Anna Mioni
 
 
avere figli, crescerli, educarli,
amori assoluti e assolati, soli
astri della vita eppure lontani
a volte così tanto, troppo...

lunedì 28 gennaio 2019

Nancy Flor ballerà per sempre, di Ana María Moix

Nancy Flor ballerà per sempre
 
Nancy Flor ballerà per sempre
adesso che Johnny è morto.
Un farabutto gli ha dato la morte,
nessuno sa dove è fuggito.
Fu testimone un pistolero
e nei bar di New York,
diventato poi secondino
raccontò la storia in un
block
.
Jim, Johnny e Nancy Flor
tre personaggi da antologia,
da apologia,
strana storia di terrore.
Lei aveva gli occhi grigi,
Johnny dipingeva fiori d’arancio,
Jim era dolce, un sognatore.
Lei ballava tute le notti,
Jim la sognava in un bazar
circondata da altre bambole
che la adoravano per il suo candore.
Erano fratelli i due adoratori
di Nancy Flor.
Per strada camminavano
i tre in silenzio,
ma il cuore non tace, traditore.
E Jim lo sapeva.
Era mezzogiorno.
Cadeva il sole sul marciapiede
e Jim il Dolce vide un grande amore
nelle due ombre di Johnny e Nancy
Flor unite rasoterra.
Il dolore brucia appena
quando niente resta nel vuoto
di un vecchio cuore.
L’assassino fuggì dalla giustizia
ma lo insegue l’eco
di una folle illusione
che con diabolica malizia
continua ad avere ragione.
Un fiore era Nancy per Jim,
ma un fiore dipinto una volta
per un solo amore
che non fu Jim, ma John.
 
Ana María Moix
 
 
non ho mai saputo ballare, mai,
ho provato quelli lenti, attaccati;
non ballerò per sempre ma
stemperò in nulla la mancanza... 
 

domenica 27 gennaio 2019

Come un barbaro, di Marc Chagall

Come un barbaro
 
Là dove sono quelle case curve
Là sale il cammino al cimitero
Là dove scorre il fiume più ampio
Là ho sognato tutta la mia vita
La notte un angelo vola nel cielo
Un diffuso chiarore ammanta i tetti
Mi predice una lunga, lunga vita
Trasvolerà il mio nome oltre le case
Popolo mio per te io ho cantato
Chissà se il canto ti è piaciuto
Una voce è che viene dai polmoni
Tutta tristezza e fatica inumana
È di te che dipingo fiori
Foreste cupe, genti tra le case
Come un barbaro imbratto la tua faccia
Ma giorno e notte io ti benedico
               
Marc Chagall
Traduzione di Plinio Acquabona
canto di libertà, di spazi,
l'immenso di fronte e l'anima
come gioia, come ampi orizzonti;
così mi sento a volte pure io...

sabato 26 gennaio 2019

E', gioventù preziosa..., di Mimnermo

È, gioventù preziosa. come un sogno
precario. I
ncombe subito, alta sul capo, lei,
quella
vecchiezza squallida e sinistra
che fa l’uomo aborrito e senza pregio e scuro:
una fascia che sconcia gli occhi e l’anima.


Mimnermo
Traduzione: Filippo Maria Pontani
 
 
la giovinezza, i sogni, gli amori,
buttarsi in tutto e per tutto;
ora si sta a guardare troppo spesso,
si vedono treni passare e non si sa mai...

venerdì 25 gennaio 2019

Sulla collina a notte fonda, di Wendell Berry

Sulla Collina a Notte Fonda
 
Le punte dell’erba matura chinano la testa al dolce vento
nella luce di stelle, ai loro piedi la tenebra
dell’erba, insondabile, i lunghi fili
che risalgono dal pozzo del tempo. A valle
le macchine percorrono le strade sotto di me, i fanali
incontrano il buio e proseguono la corsa. Al di sopra
dei loro rombi c’è un silenzio che ho udito all’improvviso
sentendo la campagna rivoltarsi sotto le stelle
verso l’alba. Voglio stare qui con tutto me stesso
tra mute e splendenti migliaia di stelle
e la vita dell’erba che sgorga fuori dalla terra.
Questa collina mi è spuntata come un piede
E finché non solleverò la terra non potrò fare un passo.


Wendell Berry
da "L'ordine della natura"
traduzione di Paolo Severini
 
Risultati immagini per collina di notte
 
notte fonda, senza luna né luci,
la calma del nulla di una morte apparente;
adagiarsi in un solo respiro comporta
visioni contrastate di cose di vita...

giovedì 24 gennaio 2019

Haiku n°8, di Anonimo

 
Haiku n°8
 
Una tazza di caffè espande
aroma fragrante in cucina
pian piano si va raffreddando
 
Anonimo
del XX° Secolo
Haiku

mercoledì 23 gennaio 2019

Dono, di Czeslaw Miłosz

Dono
 
Un giorno così felice.
La nebbia si alzò presto, lavoravo in giardino.
I colibrì si posavano sui fiori del quadrifoglio.
Non c’era cosa sulla terra che desiderassi avere.
Non conoscevo nessuno che valesse la pena d’invidiare.
Il male accadutomi, l’avevo dimenticato.
Non mi vergognavo al pensiero di essere stato chi sono.
Nessun dolore nel mio corpo.
Raddrizzandomi, vedevo il mare azzurro e le vele.
 
Czeslaw Miłosz
 
 
orizzonti piacevoli di fronte,
un dono da Dio per chi guarda;
bisogna saper vedere per gustare
ciò abbiamo e non sappiamo di avere...

martedì 22 gennaio 2019

Il mirto, di Yves Bonnefoy

Il mirto
 
Talvolta io ti sapevo terra, bevevo
Sulle tue labbra l’ansia delle fonti
Sgorgante da pietre calde, e l’estate
Sovrastava la pietra felice e il bevitore.
Talvolta ti dicevo di mirto e bruciavamo
L’albero di tutti i tuoi gesti per un intero giorno.
Erano grandi fuochi brevi di luce vestale,
Così t’inventavo fra i tuoi capelli chiari.
Una lunga estate di niente aveva disseccato i nostri sogni,
Arrugginite le voci, accresciuti i corpi, disciolti i nostri ferri.
Talvolta il letto ruotava come una barca alla deriva
Che lentamente guadagna l’alto mare
 
Yves Bonnefoy
da "L'acqua che fugge"
traduzione di Maria Clelia Cardona
 
 
erbe, si fanno intrugli, bevande,
bere la terra in una sorta di connubio
stare in pace col mondo e la natura
ecco: appaiono le solite visioni...

lunedì 21 gennaio 2019

Risveglio, di Carlo Michelstaedter

Risveglio
 
Giaccio fra l'erbe
sulla schiena del monte, e beve il sole
il mio corpo che il vento m'accarezza
e sfiorano il mio capo i fiori e l'erbe
ch'agita il vento
e lo sciame ronzante degli insetti. -
Delle rondini il volo affaccendato
segna di curve rotte il cielo azzurro
e trae nell'alto vasti cerchi il largo
volo dei falchi…
Vita?! Vita?! qui l'erbe, qui la terra,
qui il vento, qui gl'insetti, qui gli uccelli,
e pur fra questi sente vede gode
sta sotto il vento a farsi vellicare
sta sotto il sole a suggere il calore
sta sotto il cielo sulla buona terra
questo ch'io chiamo "io", ma ch'io non sono.
No, non son questo corpo, queste membra
prostrate qui fra l'erbe sulla terra,
più ch'io non sia gli insetti o l'erbe o i fiori
o i falchi su nell'aria o il vento o il sole.
Io son solo, lontano, io son diverso -
altro sole, altro vento e più superbo
volo per altri cieli è la mia vita…
Ma ora qui che aspetto, e la mia vita
perché non vive, perché non avviene?
Che è questa luce, che è questo calore,
questo ronzar confuso, questa terra,
questo cielo che incombe? M'è straniero
l'aspetto d'ogni cosa, m'è nemica
questa natura! basta! voglio uscire
da questa trama d'incubi! la vita!
la mia vita! il mio sole!
Ma pel cielo
montan le nubi su dall'orizzonte,
già lambiscono il sole, già alla terra
invidiano la luce ed il calore.
Un brivido percorre la natura
e rigido mi corre per le membra
al soffiare del vento. Ma che faccio
schiacciato sulla terra qui fra l'erbe?
Ora mi levo, ché ora ho un fine certo,
ora ho freddo, ora ho fame, ora m'affretto,
ora so la mia vita,
ché la stessa ignoranza m'è sapere -
la natura inimica ora m'è cara
che mi darà riparo e nutrimento,
ora vado a ronzar come gl'insetti. -
sul S. Valentin, giugno 1910

Carlo Michelstaedter
 
 
risveglio mattutino, presto, è buio,
la paura della notte stempera il mattino
eppure dietro frasi pensierose e paure
albeggia ancora la mia speranza
 

domenica 20 gennaio 2019

Come aspetto, di Tino Villanueva

Come aspetto
                 

Oggi sto seduta ad una finestra, mentre il mio spirito
nuota nel profondo viola-azzurro del mare.
Sono una donna che aspetta, innamorata di un uomo,
e innamorata dell’amore che abbiamo insieme vissuto.
Ho giurato a me stessa che avrei aspettato,
e continuo ad aspettare appassionatamente,
anche dopo che la grande luce del sole si è consumata.

Raccolgo il mio dolore e me lo porto a letto,
e ancora aspetto
prima che il dolce sonno scenda pesante sui miei occhi.
Il giorno dopo mi alzo,
e mi ascolto pronunciare parole colme di speranza
… e continuo ad aspettare. Dico queste cose a voce alta
per serbare chiaro il mio pensiero,
per tenere viva la giornata.

Sono una donna che aspetta,
che aspetta, irrequieta e impaziente come le onde del mare
che si ripetono nella sua testa
come messaggi che giungono da lontano.

 
Tino Villanueva
da "Penelope e il suo poeta"
traduzione di Paola Mildonian
 
 
la parte femminile, quella maschile,
contrasto e completezza nei corpi;
quando si uniscono è gioia infinita,
quasi sempre, quasi spesso...

 

sabato 19 gennaio 2019

Ma il sole illumina il rio

Ma il sole illumina il rio
                                        (a Mario)
 
Il sole, l'acqua, i pesci,
passato recente si snoda
negli occhi ora spenti, inerti.
 
I pesci, amici lontani da tempo,
le lune, gli attrezzi, la vita,
pensieri ora solo riposti.
 
Il buono in te ora svanisce,
si accalca la gente, gli amici,
eppure non conta più niente...
 
Gujil
da " troppe poesie sparse"
 
 
è così, di colpo, si passa,
si diventa parte del passato,
siamo passati e passati,
la via come sempre preclusa...

venerdì 18 gennaio 2019

Liberatemi il cuore..., di Alda Merini

Liberatemi il cuore
da questa assurda stagione d'amore
piena di segreti ricordi.
La sua bellezza come un sandalo d'oro
mi ha colpito la fronte
in cima ai miei pensieri.
La sua bellezza, unica al mondo possibile,
e il suo giovane cuore
buttato tra le siepi delle mie povere cose
mi hanno donato la speranza del fiore.
Lui stesso è un fiore, madre,
un fiore di giovinezza,
il fiore del gaudio e del dominio,
il fiore della mia lenta stagione.
Lui stesso è zolla, madre,
ma le zolle vogliono essere fecondate
e io non ho semi.
 
Alda Merini
da "Ballate non pagate", 1995
 
 
il cuore prigioniero batte ma soffre,
le vicissitudini insite in noi campeggiano
come stendardi vittoriosi sull'anima;
cerco riparo nelle rade nascoste del sogno...

giovedì 17 gennaio 2019

Primavera..., di Ibico

 
Primavera. Cotogni meli dissetati da rivoli
d'acqua di canale, là all'albereto
innocente di Vergini. Vinate fluorescenze
mature sotto opaco verde
di vite svettano. Per me no: eros
non ha epoche quiete, mai.
Sbiancata di lampi
settentrionale bora
raffica di Cìpride, con ossessioni
ardenti, cupa, sprezzante
scuote brutalmente alla radice
la mia interna febbre. 
 
Ibico
Traduzione di Ezio Savino
 
 
...e siamo in Inverno, il verde
ora è solo accennato, tra i grigi;
camminate in compagnia distaccano
anime sole da questo grigiore...

mercoledì 16 gennaio 2019

Riflessione invernale


la mia perplessità
lascia spazio a indecisioni,
guardo ma non vedo soluzioni,
aspetto...
 
Gujil

martedì 15 gennaio 2019

Haiku n°7, di Anonimo

 
N° 7
 
Frange impazzite svolazzano
come petali scossi dal vento,
il vestito si sta stropicciando.
 
Anonimo
del XX° Secolo
Haiku
 

lunedì 14 gennaio 2019

Gnomica, di Daria Menicanti

Gnomica
 
Da tempo ho smesso di rubare amori
di prendere per me le cose belle
di bere scaltra un sorso
dal bicchiere di un'altra.
Meglio - oramai da tempo mi ripeto -
meglio avere rimpianti che rimorsi.
 
Daria Menicanti
 
 
il rimpianto, bello e lontano, solitario
il rimorso lavora dentro come un tarlo;
cosa sia meglio non saprei dire ora
so che soffro e non mi garba soffrire....

domenica 13 gennaio 2019

Cappella Brancacci, di Yves Bonnefoy

Cappella Brancacci
 
Fioco lume della notte di gennaio sulle lastre,
Quando avevamo detto che non tutto è destinato a morire!
Sentivo più avanti in un’ombra somigliante
Un passo di ogni sera che scendeva verso il mare.
 
Ciò che rinserro in me non è forse che un’ombra,
Ma seppi distinguervi un viso eterno.
Così avevamo preso verso affreschi oscuri
Il vano cammino delle strade impure dell’inverno.
 
Yves Bonnefoy
da "L'acqua che fugge"
traduzione di Maria Clelia Cardona
 
 
Adamo, Eva, mio Padre, Masaccio,
Firenze, l'adolescenza e la maturità;
insieme alle occasioni mancate,
con me, sempre e solo con me...

sabato 12 gennaio 2019

E', l'essere. E', di Mario Luzi

È, l'essere. È

È, l’essere. È.
Intero,
inconsumato,
pari a sé.
          Come è
diviene.
          Senza fine,
infinitamente è
e diviene,
          diviene
se stesso
altro da sé.
          Come è
appare.
          Niente
di ciò che è nascosto
lo nasconde.
          Nessuna
cattività di simbolo
lo tiene
          o altra guaina lo presidia.
                    O vampa!
Tutto senza ombra flagra.
È essenza, avvento, apparenza,
tutto trasparentissima sostanza.
È forse il paradiso
questo? oppure, luminosa insidia,
un nostro oscuro
ab origine, mai vinto sorriso?
 
Mario Luzi
da "Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini", 1994
 
siamo quello che siamo sempre,
io, come altri pieno di boria nel sé;
correi a volte infinite spiagge
dove posare sereno il corpo al sole...

venerdì 11 gennaio 2019

Epilogo (1), di Anna Achmatova

Epilogo
 
1
Ho saputo come cadono i volti,
Come da sotto le palpebre appare la paura,
Come la sofferenza traccia sulle guance
Dure pagine di caratteri cuneiformi,
Come ciocche nere e color cenere
Diventano argentee all’improvviso,
Il sorriso appassisce su labbra sommesse,
E in una secca risata trema lo spavento.
E io prego non per me sola,
Ma per tutte quelle che erano là con me
Nel freddo spietato, e nell’afa di luglio
Sotto la parete rossa accecata.
 […]
 
Anna Achmatova
Traduzione di Paolo Galvagni
 
 
per ogni fine, bisogna dirlo,
ci fu un inizio, magari lontano
nel tempo, quasi scordato;
gli anni tra inizio e fine, la vita...

giovedì 10 gennaio 2019

La fata, di Gian Pietro Lucini

La fata
 
Io son la bella Oriana e il seggio mio,
materiato in rubini e diamanti,
scintilla nell'azzurro, in contro a Dio,
tra il nimbo delli incensi fumiganti.
I miei baci son filtri e dan l'Oblio,
brillan nelli occhi miei fascini erranti,
e il mio corpo e una Coppa che il Disio,
abbevera di vini estasianti.
Facile e avventurosa e la mia strada:
invitan l'acque d'or del mio verziere,
e sulle rame i bei frutti di giada.
A me i Baron' sulla gaietta alfana,
e al tintinnio d'argentee sonagliere,
vengan le Dame in lunga carovana.
 
Gian Pietro Lucini
da "Il libro delle figurazioni ideali"
 
 
le fate dei nostri desideri, intime,
compaiono nei momenti bui e potenti
o quando, la passione impera nei corpi;
la mia sempre s'acquieta al suono del vento...

mercoledì 9 gennaio 2019

Haiku n°6, di anonimo

 
Haiku n°6
 
La cincia mora insegue
fantasmi mattutini sul noce
il noce non fa che restare fermo.
 
Anonimo
del XX° Secolo
Haiku

martedì 8 gennaio 2019

da Corpo segreto, di Silvio Raffo

da Corpo segreto

I
mprovvidi nell'avida stagione
dei primi inganni ci fingemmo eterno
il miraggio della condivisione
del paradiso. Ed ecco, ora, l'inferno.
24 maggio

Silvio Raffo
da "En attendant (Il poema dell'attesa)"
 
 
gli inganni, già loro..., i miraggi,
quelli che la vita ti illude e propone;
io, per me fingo ancora di credere
a favole, leggende e orchi cattivi...

lunedì 7 gennaio 2019

Depressione mattutina, di Robert Lowell

Depressione mattutina
 
L’acqua del bagno schiamazza nella vasca, dieci minuti, venti,
spire di fuoco e bolle disoccupate che si raffreddano;
sono denudato, continuo a calcolare se ce la faccio
a sopportare il freddo del mattino e il suo abbigliamento.
La stanza da bagno è scialbata di luce,
i piccioni gonfi ed eccitati scuotono le penne –
col tempo essi scorderanno la finestra;
io non posso – io, in fuga senza un davanzale.
Sulle scale ricoperte di tappeto le tue scarpe battono,
battono più vicine, e si ritirano distrattamente,
si ritira la vita come da una puntata a poker.
La vita è davvero ritirata, ma dopo tutto lo sarà…
È più sicuro fuori; all’aria aperta
l’auto che corre per urtarci ha spazio per sterzare.
 
Robert Lowell
 
 
è la peggiore, quella terribile,
ti alzi con la gola chiusa, serrata,
il risveglio insonne incombe,
ti senti schiacciato dagli eventi...

domenica 6 gennaio 2019

Sono sceso giù in strada..., di Guillermo Fernandéz

Sono sceso giù in strada
pensando mi chiamassi.
C’erano solo ombre
e un’unghietta di luna
in un cielo così grande e indigente.

Salgo ancora le scale
senza avere una meta,
sento ancora i tuoi passi
nel riflusso del sangue
che affluisce e ferisce
là dove fai più male,
là dove più mi manchi.

La speranza
di rivederti non invecchia.
Ogni mattina
osserva nello specchio
quanti anni ha nel volto.
“Non sei cambiata in nulla”,
le dico, e mi sorride
con un poco di lacrime.
 
Guillermo Fernandéz
da "un Poeta ribelle"
Traduzione di Stefano Strazzabosco
 
 
la strada deserta della Befana,
Epifania, i Re Magi arrivarono
poi diventa tutto quotidiana vita;
vale per tutti, vale per me....

sabato 5 gennaio 2019

Domanda e risposta sulla montagna, di Li Po

Domanda e risposta sulla montagna


Mi chiedi perché io viva nelle montagne azzurre.
Sorrido e non
rispondo, il cuore tranquillo.
i fiori di pesco se ne vanno lontano
, galleggiando leggeri sul torrente.
È un altro mondo, diverso da quello degli uomini.
 
Li Po
 
Risultati immagini per monte legnone
 sono brezze di ricordi quelle montane,
stanno là, mi aspettano nei rari ritorni;
sento svanire il filo diretto che unisce,
lo sento scemare, allontanarsi da me...

venerdì 4 gennaio 2019

Haiku n°5, di Anonimo

Risultati immagini per alberi lontananza
 
Haiku n°5
 
Visti in lontananza
alberi possenti
appaiono minuti
 
Anonimo
del XX° Secolo
Haiku

giovedì 3 gennaio 2019

Haiku n°4, di Anonimo

Risultati immagini per dormire
 
Ho dormito come non mai,
le luce filtrava soffusa
la mente era serena.
 
Anonimo
del XX° Secolo
Haiku

mercoledì 2 gennaio 2019

Il nostro amore è come Bisanzio, di Henrik Nordbrandt

Il nostro amore è come Bisanzio

Il nostro amore è come Bisanzio
dev’essere stata
l’ultima sera. Dev’esserci stato
immagino
un alone sui volti
di chi si affollava nelle vie
o sostava in piccoli gruppi
agli angoli delle strade e nelle piazze
e parlava a bassa voce
un alone che doveva ricordare
quello che ha il tuo volto
quando ne scosti i capelli
e mi guardi.

Immagino che non parlassero
molto, e di cose
piuttosto indifferenti,
che cercassero di parlare
e si bloccassero
senza aver detto quanto volevano
e cercassero ancora
e rinunciassero ancora
e si guardassero
e abbassassero gli occhi.

Le antichissime icone per esempio
hanno in sé quell’alone
come il bagliore di una città in fiamme
o l’alone che la morte imminente
trasmette alle foto dei morti precoci
nella memoria dei superstiti.

Quando mi volto verso di te
nel letto, ho la sensazione
di entrare in una chiesa
distrutta dalle fiamme
molto tempo fa
in cui solo il buio negli occhi delle icone
è rimasto
pieni delle fiamme che li hanno cancellati.
 
Henrik Nordbrandt
Traduzione di Bruno Berni
 
Risultati immagini per il nostro amore
 
il nostro amore sarà ancora amore,
nelle luci soffuse mattutine e nebbiose,
sotto le coltri calde dell'inverno;
un amore diverso è maturato....