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lunedì 11 maggio 2020

Fanciullo, di Arturo Graf

Fanciullo

Gia di mia vita affaticata io premo
La china, e pur sempre un fanciul rimango,
Triste fanciullo e di giudizio scemo,
Che le stelle vagheggia e aborre il fango.

Dietro a vani pensier l’anima stremo,
E il core in disperati impeti affrango;
Per un raggio di sol palpito e fremo,
Pel suon d’un verso abbrividisco e piango.

E quanti ha il mondo e tenebre e splendori
E mutevoli aspetti e forme erranti,
Si dipingon nell’egra anima mia.

E quanti ha il mondo gemiti e clamori
E sospiri e singhiozzi e rugghi e schianti,
Suonano nel mio core in agonia.

Arturo Graf


Valerico Laccetti
“Fanciullo che prega”
olio su tela
Pinacoteca Civica V.Bindi, Giulianova

tornare bambini, desiderio di  molti,
gli anni dell'innocenza, della serenità;
protetti da affettuosi genitori, fiori il mondo,
la casa un rifugio sicuro, impenetrabile...

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