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lunedì 14 dicembre 2020

Disdegno, di Amalia Guglielminetti

Disdegno

Allor s'udì concorde tintinnare
d'un lungo riso l'eco del vicino
bosco. Ciascuna un gelo repentino
lungo le vene si sentì guizzare.

Parea vibrante d'ironie amare,
freddo di sdegni il riso cristallino.
Ripigliaron le Amate il lor cammino,
ma un dubbio errava su le fronti chiare.

L'ombra io esplorai. Sorpresi le ridenti
disdegnose riunite a' pie d'un faggio,
intente ad intrecciar fiori e comenti.

Le udii: – Di un'aspra schiavitù si vanta
quel folle stuolo. Il nostro cuor più saggio,
ebro di libertà, ilare canta.

Amalia Guglielminetti

gesti e segni di disgusto e fastidio
spesso accompagnano il disdegno;
ci si riprende in attimi di pazzia,
siamo bizzarre distorsioni di Dio...

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