Caro Secolo Ventesimo,
- Ora che dall'alto
- dei satelliti hai il controllo
- d'ogni mossa di chi
- tu voglia occhiuto e vile
- perseguire o colpire
- all'incollo
- del millesimo
- di secondo sottile
- Ora che lo scroscio
- universale dei bit e dei circuiti
- sovrasta il concerto
- delle grandi cascate
- e la massa mondiale in orchestra
- dei motori e dei fluidi
- batte nella colonna
- assordante delle strade
- o cova al silenzio
- sotto mari e città o sui monti
- come gli atomici funghi
- tuoi dormienti nelle testate
- Ora che nelle fabbriche
- e nei laboratori
- negli immensi hangar
- nella gola bicroma dei reattori
- nella piccola giungla
- trasparente delle rianimazioni
- nelle sterminate metropoli
- di quartieri ricchi e dormitori
- nelle nuove cattedrali
- di vetrometallo delle Borse
- delle Banche e delle Reti
- delle Società per Azioni ˆ
- sale l'osanna a te
- secolo delle invenzioni e degli orrori ˆ
- Ma ora che la più vera
- speranza cade non lo senti
- né ti chiedi perché
- sei così vuoto e menti?
- (1994)
- Gianni D'Elia
passaggi di tempo
e tempi passati;
il confine del secolo
traballa nei sensi...
e tempi passati;
il confine del secolo
traballa nei sensi...
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