Maternità, di Ada Negri
-
- Maternità
-
- Io sento, dal profondo, un'esile voce
chiamarmi:
- sei tu, non nato ancora, che vieni nel sonno a
destarmi?
-
- O vita, o vita nova!... le viscere mie
palpitanti
- trasalgono in sussulti che sono i tuoi baci, i
tuoi pianti:
-
- tu sei l'Ignoto. - Forse pel tuo disperato
dolore
- ti nutro col mio sangue, e formo il tuo cor col
mio core;
-
- pure io stendo le mani con gesto di lenta
carezza,
- io rido, ebbra di vita, a un sogno di forza e
bellezza:
-
- t'amo e t'invoco, o figlio, in nome del bene e
del male,
- poi che ti chiama al mondo la sacra Natura
immortale.
-
- E penso a quante donne, ne l'ora che trepida
avanza,
- sale dal grembo al core la stessa devota
speranza!...
-
- Han tutte ne lo sguardo la gioia e il tremor del
mistero
- ch'apre il loro seno a un essere novello di carne
e pensiero.
-
- Urne d'amore, in alto su l'uomo e la fredda
scienza,
- come su altar, le pone del germe l'inconscia
potenza.
-
- È sacro il germe: è tutto: la forza, la luce,
l'amore:
- sia benedetto il ventre che il partorirà con
dolore.
-
- Oh, per le bianche mani cucenti le fascie ed i
veli
- mentre negli occhi splende un calmo riflesso dei
cieli:
-
- pei palpiti che scuoton da l'imo le viscere
oscure
- ove, anelando al sole, respiran le vite
future:
-
- per l'ultimo martirio, per l'urlo de l'ultimo
istante,
- quando il materno corpo si sfascia, di sangue
grondante:
-
- pel roseo bimbo ignudo, che nasce - miserrima
sorte... -
- su letto di tortura, talvolta su letto di
morte:
-
- uomini de la terra, che pure affilate
coltelli
- l'un contro l'altro, udite udite!... noi siamo
fratelli.
-
- In verità vi dico, poiché voi l'avete
scordato:
- noi tutti uscimmo ignudi da un grembo di madre
squarciato.
-
- In verità vi dico, le supplici braccia
traendo:
- non vi rendete indegni del seno che apriste
nascendo.
-
- Gettate in pace il seme nei solchi del campo
comune
- mentre le forti mogli sorridon, cantando, a le
cune:
-
- nel sole e ne la gioia mietete la spica
matura,
- grazie rendendo in pace e l'inclita madre,
Natura.
-
- Ada Negri
-
-
-
Maternità, Gino Severini
-
- chissà domani?
- le grige piogge,
- il sole a singhiozzo,
- madri lontane...
Nessun commento:
Posta un commento