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sabato 28 febbraio 2015

Memorie d'adolescenza, di Riccardo Bacchelli

Memorie d'adolescenza

Un'estate, che d'estate son i tramonti lenti,
pesante quant'il sonno e la stanchezza medesima,
non avrei voluto altro che riposare, se fosse stato
possibile. Non reggeva più neppure la voglia
amara d'inasprire in me stesso il mio male.
Non avrei voluto cedere in nulla, ma invece
mi toccava assopirmi al sole in materia
stanca. E dalla stanchezza un filo di melodia.
Supino, ombre e sole, foglie
e cielo, silenzio e cicale. Le mani
le abbandonavo sull'erba riarsa, si tuffava
nell'estate l'anima e tornava d'ogni parte
carica d'ogni cosa, non articolava, non distingueva,
tornava stanca. E non poté credere a sé stessa
la mattina che le filtrò un'estatica canzoncina.

Riccardo Bacchelli
 
Irma Bernasconi Pannes, Prato estivo
 
e prati infiniti, profumo di fieno,
api, vespe e frinire di grilli e cicale;
e il caldo, possente, unico,
il sonno sul ciglio del prato da sfalcio...

venerdì 27 febbraio 2015

Angoscia, di Arturo Graf

Angoscia
 
Ahimè che angoscia, ahimè che vil tortura
Egli e, vivendo, d’aspettar la morte,
Contare i giorni, maledir la sorte,
L’ore intesser di rabbia e di paura.
Ahimè che angoscia andarne alla ventura
Su questo mar tumultuoso e forte,
E veder come le piu fide scorte
Il tempo inesorabile ne fura.
Amar pur cio che piu ne offende e nuoce,
Sperar pur cio che piu sperare e insano,
Fuggire un mal ch’e piu di noi veloce;
Perder la mente e il core a brano a brano,
A inutile lamento alzar la voce,
Patir, pugnare, soggiacere invano.


Arturo Graf
 
Giuseppe Mazzoli, Angoscia in pietra 1948
 
quando prende, la mattina,
quando ti stringe, la notte,
quando piangi o ridi,
quando sorridi...

giovedì 26 febbraio 2015

Fragment, di Rupert Brooke

Fragment
 
Vagavo sul ponte, per un’ora, stanotte
sotto un cielo nuvoloso e senza luna; e sbirciavo
nelle finestre, guardavo i miei amici a tavola,
o giocando a carte, o in piedi sull’uscio,
o venendo fuori nell’oscurità. Ancora
nessuno poteva vedermi.

………………….Avrei pensato a loro
- svagati, a una settimana dalla battaglia – con pena,
fieri nella loro forza e nel peso e fermezza
e compatta bellezza dei corpi, con pena che
questa lieta macchina di splendore sarebbe stata presto [spezzata,
dimenticata, smontata, fatta a pezzi…

…………………..Ma come sempre
potevo solo vederli passare, davanti alla luce della lampada,
come ombre colorate, più sottili di una membrana di [vetro,
deboli bolle, più tenui della tenue luce delle onde
che scoppiarono in fosforo nella notte,
cose caduche e strani fantasmi – prossimi a morire
per altri fantasmi – questo, o quello, o io.
 
Rupert Brooke
 
  
nei pezzi sparsi di vetri frantumati
frammenti colorati sfuggono,
ritorcono i lati taglienti,
rigano di strie i percorsi,
graffiano i cuori...

mercoledì 25 febbraio 2015

Chats, di Charles Baudelaire

Chats
 
I fervidi innamorati e gli austeri dotti
amano ugualmente, nella loro età matura,
i gatti possenti e dolci, orgoglio della casa,
come loro freddolosi e sedentari.
Amici della scienza e della voluttà,
ricercano il silenzio e l'orrore delle tenebre;
l'Erebo li avrebbe presi per funebri corsieri
se mai avesse potuto piegare al servaggio la loro fierezza.
Prendono, meditando, i nobili atteggiamenti
delle grandi sfingi allungate in fondo a solitudini,
che sembrano addormirsi in un sogno senza fine;
le loro reni feconde sono piene di magiche scintille
e di frammenti aurei, come sabbia fine
scintillano vagamente le loro pupille mistiche.
 
Charles Baudelaire
 
 
i mondi dentro gli occhi,
quelli dei gatti;
le leccate del cane,
le smorfie del criceto;
compagnie "no cost",
amici di sempre...

martedì 24 febbraio 2015

Sempre assorto, di Camillo Sbarbaro

Sempre assorto
Sempre assorto in me stesso e nel mio mondo
come in sonno tra gli uomini mi muovo.
Di chi m'urta col braccio non m'accorgo,
e se ogni cosa guardo acutamente
quasi sempre non vedo ciò che guardo.
Stizza mi prende contro chi mi toglie
a me stesso. Ogni voce m'importuna.
Amo solo la voce delle cose.
M'irrita tutto ciò che è necessario
e consueto, tutto ciò che è vita,
com'irrita il fuscello la lumaca
e com'essa in me stesso mi ritiro.
 
Camillo Sbarbaro
 
risvegli delusi e soli,
occhi gonfi per il poco riposo
o per il pianto,
la notte ci lascia alla luce,
quella del giorno... 

lunedì 23 febbraio 2015

Il serpente che danza, di Charles Baudelaire

Il serpente che danza

O quant’amo vedere, cara indolente,
delle tue membra belle,
come tremula stella rilucente,
luccicare la pelle!
Sulla capigliatura tua profonda
dall’acri essenze asprine,
odorosa marea vagabonda
di onde turchine,
come un bastimento che si desta
al vento antelucano
l’anima mia al salpare s’appresta
per un cielo lontano.
I tuoi occhi in cui nulla si rivela
di dolce né d’amaro
son due freddi gioielli, una miscela
d’oro e di duro acciaro.
Quando cammini cadenzatamente
bella nell’espansione,
si direbbe, al vederti, che un serpente
danzi in cima a un bastone.
 
Charles Baudelaire
 

 
lenti movimenti, sinuosi,
sedurre è un arte
essere incline a tutto
e respirare suoni e gemiti...

domenica 22 febbraio 2015

ha un orizzonte la lettera..., di Livia Candiani

ha un orizzonte la lettera
è quello che penso tu possa
ascoltare, ha filari di
nocciòli che si piegano
inchinandosi ai canali
ha una faccia che sta per
essere dimenticata la lettera
e scrive scrive per disegnare
lineamenti sulla parete
del petto dove di notte

cerca casa lo sterminato
vuoto e non trova la bocca
ad aspettarlo le parole
tra le dita a tessergli

la scala ma nei corridoi
deserti scrive scrive
i confini di una lettera.
 
Livia Candiani
 
 
 
lettere scritte e mai spedite,
spedite e mai lette,
poche quelle ricevute,
poche quelle che contano...

sabato 21 febbraio 2015

Alcuni sentono..., di Kahlil Gibran

Alcuni sentono con le orecchie,
altri con lo stomaco
ed altri ancora con le tasche;
ce ne sono poi altri che non sentono affatto.
 
Khalil Gibran
 
 

venerdì 20 febbraio 2015

Cere, di Anonimo

 
Cere
 
Cere opache nel buio flebili
stille di luce, brusio nel silenzio perpetra
infiniti, stanchi ritorni;
la pietas raccoglie vivide
immagini e note
si arrocca nel cuore la vita.
Cogli il bisogno, la noia, di fremere
oltre ogni limite; cosparso un breve di nulla
ristoro le immagini grigie.
 
Anonimo
del XX° Secolo
poesie ritrovate
 

giovedì 19 febbraio 2015

Il bambino perduto, di William Blake

Il bambino perduto

Babbo, babbo, dove vai?
Oh, non camminare così veloce.
Parla, babbo, parla al tuo bambino,
O io mi perderò.
La notte era scura, nessun padre c’era;
Il bimbo era bagnato di rugiada;
il fango era profondo,
e il bimbo pianse,
e la nebbia svanì fugace.
 
William Blake
 
 
dove vai padre così stanco?
provato sei e lo sai, dove vai?
quasi un suono il tuo respiro
e gli occhi, vivi e tristi
immersi nel tuo bianco candore...

mercoledì 18 febbraio 2015

Chissà se un giorno butteremo le maschere..., di Eugenio Montale

Chissà se un giorno butteremo le maschere
che portiamo sul volto senza saperlo.
Per questo è tanto difficile identificare

gli uomini che incontriamo.
Forse fra i tanti, fra i milioni c'è
quello in cui viso e maschera coincidono
e lui solo potrebbe dirci la parola
che attendiamo da sempre. Ma è probabile
che egli stesso non sappia il suo privilegio.
Chi l'ha saputo, se uno ne fu mai,
pagò il suo dono con balbuzie o peggio.
Non valeva la pena di trovarlo. Il suo nome
fu sempre impronunciabile per cause
non solo di fonetica. La scienza
ha ben altro da fare o da non fare.
 
Eugenio Montale
("Quaderno di quattro anni")
 
 
il volto coperto da pensieri
è solo, solitario e buio;
poi qualche stella filante
ricorda piacevoli cose;
vorrei, a volte, sospirare sereno,
a volte, vorrei, respirare libero... 

martedì 17 febbraio 2015

Il vestito di Arlecchino, di Gianni Rodari

Il vestito di Arlecchino

Per fare un vestito ad Arlecchino
ci mise una toppa Meneghino,
ne mise un'altra Pulcinella,
una Gianduia, una Brighella.
Pantalone, vecchio pidocchio,
ci mise uno strappo sul ginocchio, 
e Stenterello, largo di mano
qualche macchia di vino toscano.
Colombina che lo cucì
fece un vestito stretto così.
Arlecchino lo mise lo stesso
ma ci stava un tantino perplesso.
Disse allora Balanzone,
bolognese dottorone:
'Ti assicuro e te lo giuro
che ti andrà bene li mese venturo
se osserverai la mia ricetta:
un giorno digiuno e l'altro bolletta!".

Gianni Rodari
 
 
 
escissi dai pensieri i ricordi,
le mascherine di Carnevale,
bambini felici e girovaghi,
io per me, amo le cose di sole
ma i colori sono adorabili...

lunedì 16 febbraio 2015

Carnevale, di Gianni Rodari

Carnevale
 
Carnevale in filastrocca,
con la maschera sulla bocca,
con la maschera sugli occhi,
con le toppe sui ginocchi:
sono le toppe d'Arlecchino,
vestito di carta, poverino.
Pulcinella è grosso e bianco,
e Pierrot fa il saltimbanco.
Pantalon dei Bisognosi-
Colombina, - dice, - mi sposi?
Gianduia lecca un cioccolatino
e non ne da niente a Meneghino,
mentre Gioppino col suo randello
mena botte a Stenterello.
Per fortuna il dottor Balanzone
gli fa una bella medicazione,
poi lo consola: - E' carnevale,
e ogni scherzo per oggi vale.
Gianni Rodari
(da "PRIME FIABE E FILASTROCCHE")
 
 
colori e coriandoli, le stelle filanti;
ravvivo il ricordo e ripenso,
la foto sbiadita conferma
l'ora e il posto  e sei tu
anima fiancheggi il percorso...

domenica 15 febbraio 2015

Mistero, di Arturo Graf

Mistero
 
O vecchio, o tristo, o sciagurato mondo,
Chi mi rivela il tuo fatal secreto?
Invano, ahime, l’inchiesta mia ripeto,
Invan lo sguardo nel tuo grembo affondo,
Invan mi faccio del pensar divieto,
Invan da te rifuggo, invan m’ascondo;
Stanco, afflitto, sgomento, irrequieto,
Io gir mi sento del tuo mare al fondo.
Ogni di piu la dolorosa ambascia
Il cor mi stringe; la funesta cura
Lo spirto anelo respirar non lascia.
Un freddo orror m’investe e mi conquide;.
Io d’angoscia mi muojo e di paura;
L’inespugnabil tuo mister m’uccide.

Arturo Graf

 
inspiegabili cose,
la morte, il sonno, l'amore,
poi un attimo solo
dolcezza, follia,
spengo un click
on/off
sono online...

sabato 14 febbraio 2015

Ti amai, di Aleksandr Sergeevič Puškin

Ti amai
 
Ti amai, anche se forse
ancora non è spento del
tutto l'amore.
Ma se per te non è più tormento
voglio che nulla ti addolori.
Senza speranza, geloso,
ti ho amata nel silenzio e soffrivo,
teneramente ti ho amata come
-Dio voglia- un altro possa amarti.
 
Aleksandr Sergeevič Puškin
 
amai è vero, amai
ma mai amai con astio,
mai con amore folle,
qualche volta passione si......

venerdì 13 febbraio 2015

Un ultimo dosso di neve..., di Bernard Simeone

Un ultimo dosso di neve
tarda a sciogliersi sulla pietra
si ritrae

non è molto difficile
tradire la parte del silenzio

basta dimenticare in queste parole
l'ombra scritta da altre

Bernard Simeone

L'oscuro del polline
 
  
ultime stille di ghiaccio,
ultimi rimasugli,
sento nell'aria del nuovo,
sento respiri...

giovedì 12 febbraio 2015

Ritorno, di Anonimo

Ritorno
 
Coreografiche vicende arroccano
contiguità discutibili,
tra noi parole vaghe e dissonanti
come campane rotte, stonate.
 
In un gettito d'impeto
rischiaro il buio di ieri,
mi rimetto a clemenze discutibili;
ritorno, come sempre, come ora...
 
Anonimo
del XX° secolo
poesie ritrovate 

 
 

mercoledì 11 febbraio 2015

Verrò quando sarai più triste..., di Emily Brontë

Verrò quando sarai più triste,
steso nell'ombra che sale alla tua stanza;
quando il giorno demente ha perso il suo tripudio,

e il sorriso di gioia è ormai bandito
dalla malinconia pungente della notte.
Verrò quando la verità del cuore
Dominerà intera, non obliqua,
ed il mio influsso si di te stendendosi,
farà acuta la pena, freddo il piacere,
e la tua anima porterà lontano.
Ascolta, è proprio l'ora,
l'ora tremenda per te:
non senti rullarti nell'anima
uno scroscio di strane emozioni,
messaggere di un comando più austero,
araldi di me?
 
Emily Brontë
 
 
emotività spinte
si alternano a pensieri
poi, quando riposo, nulla
come un perduto amore
come un vetusto addio...

martedì 10 febbraio 2015

Già conoscevo tutti..., di Anna Achmatova

Già conoscevo tutti
gli abissi e i sentieri dell'insonnia,
ma questo è come uno scalpito di cavalli
al selvaggio ululato della tromba.
Entro in case deserte, fino a ieri

domestico rifugio di qualcuno.
Tutto è silenzio, solo bianche ombre
vagano in specchi estranei.
Danimarca, Normandia, oppure
io sono stata quì già prima,
e questa è la riedizione
di minuti obliati in eterno?
 
Anna Achmatova
 
 
 visi, volti, facce,
mani, labbra, baci;
scanditi da buie unioni
fuori temporali e sole...

lunedì 9 febbraio 2015

Le stagioni umane, di John Keats

Le stagioni umane
 
Quattro stagioni fanno intero l'anno,
quattro stagioni ha l'animo dell'uomo.
Egli ha la sua robusta Primavera
quando coglie l'ingenua fantasia
ad aprire di mano ogni bellezza;
ha la sua Estate quando ruminare
il boccone di miel primaverile
del giovine pensiero ama perduto
di voluttà, e così fantasticando,
quanto gli è dato approssimarsi al cielo;
e calmi ormeggi in rada ha nel suo Autunno
quando ripiega strettamente le ali
pago di star così a contemplare
oziando le nebbie, di lasciare
le cose belle inavvertite lungi
passare come sulla siglia un rivo.
Anche ha il suo Inverno di sfiguramento
pallido, sennò forza gli sarebbe
rinunciare alla sua mortal natura.
 
John Keats
 
ALPHONSE MUCHA - Le stagioni
 
quanta verità in questi versi!
poi il caso decide, il fato,
eppure soffia l'anima,
la pioggia batte nel cuore...

domenica 8 febbraio 2015

Tutta nuda, di Luciano Folgore

Tutta nuda

Te, nuda dinanzi la lampada rosa,
e gli avori, gli argenti, le madreperle,
pieni di riflessi
della tua carne dolcemente luminosa.
Un brivido nello spogliatoio di seta,
un mormorio sulla finestra socchiusa,
un filo d'odore, venuto
dalla notte delle acacie aperte,
e una grande farfalla che ignora
che intorno a te
non si bruciano le ali,
ma l'anima.
 
Luciano Folgore
 
L'origine du monde (1866)
Gustave Courbet
Museo d'Orsay Parigi.
 
Ricordi sparsi, confusi,
camicette aperte e mani,
tante mani;
bruciato dal sole
un riarso qualunque
richiede dell'acqua...

sabato 7 febbraio 2015

Non conto ormai gli anni..., di Remo Rapino

Non conto ormai gli anni
che scorrono in un calendario
con tutti i nomi dei santi:
mastico appena a morsi lenti
le giornate da un mare di basalto
senza aspettare navi nuove
né altre tangibili concretezze.
Misuro a volte il mio tempo
a stagioni: quelle del sole
e quelle delle tristi piogge,
per le notti sempre m'affido
alla fedeltà delle querce
e alle metafore della luna.

Della vita faccio un rosario
d'istanti, fiati che sgranano
piano e ad ogni grano una voce
che dice tra poco saremo felici.

Di questa mia conquista finale
ne faresti motivo d'orgoglio
e sarebbe già una buona cosa
nel deserto dei ragionamenti.


Remo Rapino
Cominciamo dai salici
 
 
gli anni, ora i mesi guardo,
le ansie notturne, i giorni,
speranze contigue e vaghe,
poi, qualche volta, il sonno...

venerdì 6 febbraio 2015

Sfinge, di Arturo Graf

Sfinge
 
Sola in mezzo al deserto,
Fuor della sabbia che intorno la stringe,
Il capo leva imperioso ed erto
La jeratica sfinge.
Sopra un ciel di berillo
Sembra il volto inscrutabile scolpito;
Serrato e il labbro, il largo occhio tranquillo
Contempla l’infinito.
Sugli orizzonti arcani
La Morgana ingannevole colora
Menzogna d’acque e di virenti piani
Che l’Arabo innamora.
Trafelato, focoso,
A lei da torno il vento si travolve,
Levando in nembi, traendo a ritroso
La mortifera polve.
Passan uomini e dei,
Regni e citta; ella non par che muti;
Seminato e il deserto intorno a lei
Di secoli caduti.
Tace, guata profondo!
Chi sa che cosa pel cervel le frulla?
Medita forse in un pensiero il mondo?
Medita forse il nulla?

Arturo Graf
 
 

misteri e domande,
sempre la vita, sempre;
ho chiesto risposte,
tante risposte...

giovedì 5 febbraio 2015

Parolerie, di Pandelìs Bukalas

Parolerie

Le parole - bambine piccole, molestano, fanno male,
se le accarezzi ridono, poi subito si ostinano,
han fretta di dir tutto, s'imbrogliano, sanno amare,
diventan grido, tacciono, nascostamente svelano.

Le parole - bambine piccole, a volte si ribellano,
sanno dire le lacrime, il riso sanno scrivere.
Agnelle si sacrificano, belve nella passione,
ansiose di dipingere l'intero mondo azzurro.

Le parole - bambine piccole. Flessuosi corpicini
che agguerriti si levano, mettono le ali, volano.
Sognano, si spaventano, si alleano, si separano,
animelle cui è stato dato di avere sempre sete.

Le parole - bambine piccole. Bianco per loro il tempo,
pagine su cui scrivere, vele che il vento gonfia
per fare viaggi nella gioia, far viaggi nel dolore.
L'amore sa trasformare in sacro la tempesta.
 


Pandelìs Bukalas
Dal Mito alla Storia
Traduzione di Nicola Crocetti
 
 
...al vento, buttate,
scritte e maledette;
poi amate, vissute
strozzate nella gola
e ancora parole...

mercoledì 4 febbraio 2015

Io che ho sempre adorato..., di Giovanni Raboni

Io che ho sempre adorato le spoglie del futuro
e solo del futuro ho nostalgia,
mai del passato,
ricordo adesso con spavento
quando alle mie carezze smetterai di bagnarti,
quando dal mio piacere
sarai divisa e forse per bellezza

d'essere tanto amata o per dolcezza
d'avermi amato
farai finta lo stesso di godere.

Giovanni Raboni
Canzonette mortali
 
  
nel dubbio, nei ma,
correre come una cometa,
il cielo si squarcia a volte,
torniamo tra noi...

martedì 3 febbraio 2015

Laconico

oggi prevale
una tristezza profonda;
amici che vanno
e non si sa poi dove
e l'inverno continua...