Non conto ormai gli anni
che scorrono in un calendario
con tutti i nomi dei santi:
mastico appena a morsi lenti
le giornate da un mare di basalto
senza aspettare navi nuove
né altre tangibili concretezze.
Misuro a volte il mio tempo
a stagioni: quelle del sole
e quelle delle tristi piogge,
per le notti sempre m'affido
alla fedeltà delle querce
e alle metafore della luna.
Della vita faccio un rosario
d'istanti, fiati che sgranano
piano e ad ogni grano una voce
che dice tra poco saremo felici.
Di questa mia conquista finale
ne faresti motivo d'orgoglio
e sarebbe già una buona cosa
nel deserto dei ragionamenti.
Remo Rapino
Cominciamo dai salici
che scorrono in un calendario
con tutti i nomi dei santi:
mastico appena a morsi lenti
le giornate da un mare di basalto
senza aspettare navi nuove
né altre tangibili concretezze.
Misuro a volte il mio tempo
a stagioni: quelle del sole
e quelle delle tristi piogge,
per le notti sempre m'affido
alla fedeltà delle querce
e alle metafore della luna.
Della vita faccio un rosario
d'istanti, fiati che sgranano
piano e ad ogni grano una voce
che dice tra poco saremo felici.
Di questa mia conquista finale
ne faresti motivo d'orgoglio
e sarebbe già una buona cosa
nel deserto dei ragionamenti.
Remo Rapino
Cominciamo dai salici
gli anni, ora i mesi guardo,
le ansie notturne, i giorni,
speranze contigue e vaghe,
poi, qualche volta, il sonno...
molto bella questa poesia!
RispondiEliminaCarissima,
RispondiEliminacome non essere d'accordo con te!
Grazie
Gujil