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domenica 29 gennaio 2012

AL LIBRO

Va, caro figlio del mio core, addio!
Va pel gentil paese,
E la gente ti sia mite e cortese;
Io t’ho scritto col sangue del cor mio.

Va, figlio, e posa su le bianche culle
E sul cor dei soldati,
E arridi ai giovanetti innamorati
E fa pensar le madri e le fanciulle.

Va, figlio, e porta ai bimbi una carezza,
E un saluto ai poeti,
E fra le mute e squallide pareti
Conforta la miseria e la vecchiezza;

E aggiungi un riso alle amorose feste
E ai convegni gentili,
E lascia un marchio sulle guancie ai vili
E getta un raggio su le fronti oneste.
 
L’ultima volta io ti comprimo al petto
E t’abbandono ai venti;
Va, frutto pio de le mie veglie ardenti,
Va, mio tormento amato e benedetto.

E il plauso non cercar, cerca l’amore,
L’amor donde sei nato;
Va, figlio, porta al mio paese amato
A stilla a stilla il sangue del mio core.

Edmondo De Amicis


il libro della vita,
quello che scorre, sfila,
 tra le nostre dita;
quello che non sempre si legge,
quello che dimentica pagine
per poi stupirsi e chiudersi;
un istante fa ero io
in un sublime attimo
ho letto e riletto un mio brano...

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