Ricordo di fanciullezza
Le gaggie della mia fanciullezza
dalle fresche foglie che suonano in bocca..
Si cammina per il Cinghio asciutto,
qualche ramo più lungo ci accarezza
la faccia fervida, e allora, scostando
il ramo dolce e fastidioso, per inconscia vendetta
si spoglia di una manata di tenere foglie.
se ne sceglie una, si pone lieve
sulle labbra e si suona camminando,
dimentichi dei compagni.
Passano libellule, s'odono trebbiatrici lontane,
si vive come in un caldo sogno.
Quando più la cicala non s'ode cantare,
e le prime ombre e il silenzio della sera ci colgono,
quasi all'improvviso, una smania prende le gambe
e si corre sino a perdere fiato,
nella fresca sera, paurosi e felici.
dalle fresche foglie che suonano in bocca..
Si cammina per il Cinghio asciutto,
qualche ramo più lungo ci accarezza
la faccia fervida, e allora, scostando
il ramo dolce e fastidioso, per inconscia vendetta
si spoglia di una manata di tenere foglie.
se ne sceglie una, si pone lieve
sulle labbra e si suona camminando,
dimentichi dei compagni.
Passano libellule, s'odono trebbiatrici lontane,
si vive come in un caldo sogno.
Quando più la cicala non s'ode cantare,
e le prime ombre e il silenzio della sera ci colgono,
quasi all'improvviso, una smania prende le gambe
e si corre sino a perdere fiato,
nella fresca sera, paurosi e felici.
Attilio Bertolucci
da Fuochi in novembre, 1934
fanciullo, come una volta,
nei prati sui rivi assolati;
come ieri quando ero e fui,
come oggi quando ripenso...
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