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giovedì 30 aprile 2015

Pace non cerco, di Dino Campana

Pace non cerco
 
Pace non cerco, guerra non sopporto
tranquillo e solo vo per mondo in sogno
pieno di canti soffocati. A
gogno
la nebbia ed il silenzio in un gran porto.
In un gran porto pien di vele lievi
pronte a salpar per l'orizzonte azzurro
dolci ondulando, mentre che il sussurro.
del vento passa con accordi brevi
E quegli accordi il vento se li porta
lontani sopra il mare sconosciuto.
Sogno. La vita è triste ed io son solo.
O quando o quando in un mattino ardente
l'anima mia si sveglierà nel sole
nel sole eterno, libera e fremente.
 
Dino Campana
 
 
quale miraggio a volte,
permea tutti ma nessuno
è disposto alla pace
e si fanno le guerre... 

mercoledì 29 aprile 2015

Fantasia, di John Keats

Fantasia
 
Lascia sempre vagare la fantasia,
È sempre altrove il piacere:
E si scioglie, solo a toccarlo, dolce,
Come le bolle quando la pioggia picchia;
Lasciala quindi vagare, lei, l’alata,
Per il pensiero che davanti ancor le si stende;
Spalanca la porta alla gabbia della mente,
E, vedrai, si lancerà volando verso il cielo.
 
John Keats
 
 
oltre i confini del vero,
di là dal mare del vissuto
comincia il fantastico luogo
dove sempre più a fatica
si riesce ad entrare...

martedì 28 aprile 2015

Mi chiederesti se sono tornato, di Anonimo

Mi chiederesti se sono tornato
 
Dovessi correre il tempo,
aggrappato ai tuoi morbidi seni
mi chiederesti se sono tornato;
il tempo emigrando conserva
le isole dense di umori,
nel vuoto di un vago mi baci
casto messaggio di affetto.
Dovessi cercarti la notte,
scrutando le forme nell'ombra
mi chiederesti se sono tornato;
errando tra ansie e risvegli
ti sento che dormi e respiri,
nel buio rivedo i tuoi occhi
e il contorno di neri capelli.
 
Anonimo
del XX° secolo
poesie ritrovate
 
Felice Voto
"Donna nuda di spalle sul letto"
 

lunedì 27 aprile 2015

cuore del drago morso nel fogliame, di Maria Grazia Calandrone

 
cuore del drago morso nel fogliame

vai quasi avvolta dalla solitudine di un'onda marina in un mattino azzurro e pieno di rondini
 
ti sei vestita per l'appuntamento e io ti porto il frutto
mangiato vivo 
mentre è appeso all'arteria dell'albero
 
vedi, mostra la polpa
viva, mostra l'aperto
 
cuore aperto del drago, l'emblema splendido del sangue della terra
che è passato per tutti i capillari
per arrivare dentro la tua bocca, o sangue
 del mio sangue
 
29.7.14
Maria Grazia Calandrone
Serie fossile

 
 
la paura sta con noi,
a volte talmente infinita,
a volte residuo di gioia;
paure ancestrali
paure terrene...

domenica 26 aprile 2015

Coda: grigio di Payne, di Paula Meehan

Coda: grigio di Payne
                 
Provo a dipingere la pioggia

giorno dopo giorno
esco e vi entro

pioviggine rovescio scroscio

ma non ancora la puntuale
pioggia di primavera

calda pesante lenta


ciascuna goccia
netta e perfetta

che aspetto

presso questo margine dell'acqua
dove una qualche foglia di memoria

scenderà con la piena

la fiumana
che dilaga al mare.
 
 
Traduzione di Alessandro Gentili
Paula Meehan
Un colore così puro da diventare parola
 
 
Giuseppe Faraone, "Pioggia e riflessi"
olio su tela
 
il grigio prevale oggi,
si aspetta la pioggia;
domenica di attesa, pochi rumari,
quasi il silenzio sormonta;
le aspettative deluse,
incrociano i vetri...

sabato 25 aprile 2015

Angelo (Gino)

Ali di libertà ci hai dato,
insegnaci a volare,
amore per forza, per terra,
col sangue lavasti l'orrore,
la guerra, le morti, il dolore.
Partigiano per scelta,
contro da sempre
e per sempre
 
A Gino (Angelo Zanoni)
 
 

venerdì 24 aprile 2015

La roccia dell'aquila, di Tomas Tranströmer

La roccia dell'aquila

Dietro il vetro dell'urna
i rettili
stranamente fermi.

Una donna stende il bucato
nel silenzio.
La morte è senza vento.

Nelle profondità della terra
scivola la mia anima
silenziosa come una cometa.


Tomas Tranströmer
Il grande mistero
 
 
le certezze, quelle granitiche,
vacillano, a volte cadono,
come torri esili
frustate dalla burrasca...

giovedì 23 aprile 2015

Primavera, di Lev Nikolaevic Tolstoj

 Primavera

Le sementi, disgelandosi, manderanno
fuori i loro germogli; questi ingrosseranno
nella terra; dalle vecchie radici verranno
fuori germogli nuovi, e gli alberi e le erbe
cominceranno a crescere. Gli orsi, le talpe
usciranno dal loro torpore; le mosche e le
api si sveglieranno; le zanzare nasceranno e
le uova dei pesci si schiuderanno.
L'aria scaldandosi, si innalzerà, al suo
posto verrà l'aria fredda e il vento soffierà.
Le nubi saliranno...
Chi farà tutto questo? Il sole
 
Lev Nikolaevic Tolstoj
 
 
i fiori mitigano l'ansia,
coi loro colori, sfiorano il cielo
e gettano pace nel cuore;
eppure un sospiro da sempre
accompagna l'amore...

mercoledì 22 aprile 2015

Scendono le scale insieme..., di Michele Miniello

Scendono le scale insieme
e l'atteggiamento diverso è la voce persa
di chi ha dimenticato la parte.
Una resistenza muta assorta
col rumore dell'acqua che scivola
dissolve il commiato
nello scambio di poche parole
e la bocca non si addice al viso.
L'incontro la verifica cedono
al fascino dell'indolenza;
l'impaccio che cerca paravento
trova solo l'incertezza delle dita.


Michele Miniello
La fedeltà dei passi
 
 
scalinate infinite le vite,
qualcuno traballa, ondeggia;
poi suoni e colori sfociano
in ampi spazi di indicibili attimi...

martedì 21 aprile 2015

La bocca di leone, di Alberto Massazza

La bocca di leone
Che ci si possa beare della vita
dove la vita non è altro
che miseria, come coriacea bocca
di leone che sfida solitaria
le inviolate leggi della fisica!
Abbarbicata ai nudi sassi, s’inerpica
eremitica sui muri e sui dirupi,
tingendo l’aria di tenui toni
porporini, sberleffo spudorato
all’ordinaria cura dei giardini.
Tra le pietre, le basta una fessura
e pochi grani di terra aleatoria,
deposta dal vento e dalla pioggia;
la proletaria urgenza della vita
esplode imponderata in grappoli
sgargianti; mediterranea e solatia,
in penduli sprazzi di colore rompe
con la monotonia del mondo usato.
Alberto Massazza
 
 
Intenso porpora le mie sul balcone!
Screziate di giallo, poi quelle arancioni
e le bianche bocche silenti
le seguo col cuore...

lunedì 20 aprile 2015

Il giglio della sabbia, di Umberto Piersanti

Il giglio della sabbia

Il giglio della sabbia, lo conosci?
fragile più di ogni altro,

s'alza solo dove il tempo s'arresta,
lì, presso la scogliera immensa,
più d'un giorno non dura,
breve come il miraggio
della maga anche lei sola,
le bestie la cerchiano e le rupi,
brune ancelle nella sosta
tra il gioco della palla e i panni stesi
del fiore e di parole riempirono i canestri,
anche al naufrago appare
e lo consola.

Umberto Piersanti
L'albero delle Nebbie


sapere, conoscere,
sempre ricerche, sempre confini.
Al di là delle cose, cosa?
qui cosa dire, siamo...

domenica 19 aprile 2015

Trasgrssione, di Kikì Dimulà

Trasgressioni

Mi espando e vivo
illegalmente
in aree che gli altri
non riconoscono reali.
Là mi fermo ed espongo
il mio mondo perseguitato,
là lo riproduco
con amarezza ribelle,
là lo affido
a un sole
senza forma, senza luce,
immobile,
personale.
Là accado.

A volte però
tutto questo s'arresta.
E mi restringo,
a forza rientro
(rassicurante)
nell'area ammessa
e legale,
nell'amarezza terrena.

E mi smentisco.

Kikì Dimulà
L'adolescenza dell'oblio
 
 
 
 
dimenticare, scordare,
menti libere invogliano
liberi pensieri,
forse...

sabato 18 aprile 2015

Amo tutto ciò che è stato, di Fernando Pessoa

Amo tutto ciò che è stato
 
Amo tutto ciò che è stato,
tutto quello che non è più,
il dolore che ormai non mi duole,
l’antica e erronea fede,
l’ieri che ha lasciato dolore,
quello che ha lasciato allegria
solo perché è stato, è volato
e oggi è già un altro giorno.
 
Fernando Pessoa
 
 
ancora e ancora...
fino al respiro supremo;
le idiote cose terrene
saranno sale e il sole
chiara luce del tutto... 

venerdì 17 aprile 2015

Ansia, di Anonimo

Ansia
 
Prende allo stomaco,
stringe la gola;
un attimo rigetta i sensi
in un perdurare inconsulto.
Respiro profondo,
aria in contrasto,
spazi e paure collassano
il cuore si stringe.
 
Anonimo
del XX° secolo
poesie ritrovate
 
 

giovedì 16 aprile 2015

L'accenno di un canto primaverile, di Alexandr Blok

L'accenno di un canto primaverile

Il vento portò da lontano
l'accenno di un canto primaverile,
chissà dove, lucido e profondo
si aprì un pezzetto di cielo.
In questo azzurro smisurato,
fra barlumi della vicina primavera
piangevano burrasche invernali,
si libravano sogni stellati.
Timide, cupe e profonde
piangevano le mie corde.
Il vento portò da lontano
le sue squillanti canzoni.

 
Alexandr Blok
 
 
 melodie discrete, nel vento,
nell'aria sentiamo una voce,
il suono si stempera
diventa una nenia...

mercoledì 15 aprile 2015

Vorrei fare una lunga vacanza nella terra..., di Remo Pagnanelli

Vorrei fare una lunga vacanza nella terra.
Mie notizie porterebbe il vetro del mare o qualche animale
dal mugugno impigliato nel trabocchetto del buio.
A chi volesse trasmigrerei nelle stagioni intermedie
il fresco dal mio sottocutaneo (la terra
si raffredda più presto del mare), risolto
nel minerale, spesso in simbiosi col vegetale,
assoggettato in altra specie dall'acqua che disperde
in più sciolto da ogni esperimento di corporeità.

Remo Pagnanelli
 
 
terre lontane, oltremare,
vorrei partire, andare;
sono bloccato dal tempo
le idee rivolte al peccato...

martedì 14 aprile 2015

Per una farfalla, di Anna Maria Ortese

 Per una farfalla

Dormi da ieri sera.
Nella spazzatura
ti eri rifugiata.
Niente ti ha svegliata.
Neppure il sole.
Neppure un geranio
verde e rosso.
Com'è strano
il tuo sonno - perché
mai hai parlato,
e neppure ieri,
e neppure stamane,
e intanto ti sfai.
Ma forse sei un'ombra,
di Te - che ora vai
volando nell'oro
nel verde, sui fiori,
sul biancospino
di un fresco giardino,
su una sponda
o l'altra
delle tumultuose adoranti
Costellazioni.

Anna Maria Ortese
 
ali libere colorano cieli;
spruzzi di effimero,
leggiadre farfalle
come le anime grandi...
 

lunedì 13 aprile 2015

Dall'inverno alla Primavera, di Edmondo De Amicisi

Dall'inverno alla Primavera

Quando l'inverno muore lentamente
nella primavera, nelle sere di quei bei giorni limpidi,
lieti, senza vento, su cui si tengono spalancate
per le prime volte le finestre e si portano sulle
terrazze i vasi dei fiori, le città offrono uno
spettacolo gentile e pieno d'allegrezza e di poesia.
A passeggiare per le vie si sente, di tratto
in tratto, sul viso,
un'ondata d'aria tiepida, odorosa.
Di che? di quali fiori? di quali
erbe? Chi lo sa!
 
Edmondo De Amicis
 
  
queste ansie notturne,
cambia la stagione e forse
questo comporta ritorni;
nel senso del buio, della luce,
mi ritrovo col fiato sospeso...
 

domenica 12 aprile 2015

Nella notte del corpo..., di Clara Janés

Nella notte del corpo
le fiaccole scintillavano:
"Così vicino all'amore
mai sarai di nuovo"
- un'aura che trafisse l'istante
con la mia morte,
mentre ebbra
volgeva la sua testa su di me
per possedermi la bocca e il destino.
E gli affidai tutti i tesori
rimasti nei miei forzieri.

 
Clara Janés
Arcangelo d'ombra
 
 
amori lontani, vicini, assenti;
passioni intrise di stille
poi le luci, soffuse, latenti
il fiato sempre più intenso...

sabato 11 aprile 2015

Girandole, di Anonimo

 
Girandole
 
Né mai sospesi giudizi,
infrante regole dure,
non mai caddi in silenzio
ma sempre urlando dolore e pena.
Le effimere cose di sempre,
gli amori, gli affetti,
variopinte girandole al vento,
la vita, quella soffiata.
 
Anonimo
del XX° secolo
poesie ritrovate 

venerdì 10 aprile 2015

Due rondini, di Jacques Prevert

Due rondini
 
Due rondini nella luce
al di sopra della porta e ritte nel loro nido
scuotono appena la testa
ascoltando la notte.
E la luna è tutta bianca
 
Jacques Prevert
 
 
bene o male
tutti le aspettiamo,
scrutiamo il cielo,
i fili della luce;
quando le vediamo
è gioia e gaiezza...

giovedì 9 aprile 2015

In principio era il verme, di Debora Greger



In principio era il verme,
 
 
Dio disse: E il verme era senza dio.
Il verme era un dio.
Caddero città, un centimetro o poco più,

a causa sua. Nessuno fu sepolto
ma lui mangiò la prima zolla.
E gli uomini fecero luce nel buio

e scavarono nel profondo,
e il lombrico strisciò fuori dal suolo.
E io, loro dio, mi agitai sull'amo.
 
Debora Greger
Traduzione di Todd Portnowitz
 
 
 
passato e presente,
dilemma o verità?
posi e vidi
quando intuii crebbi...

 

mercoledì 8 aprile 2015

Forza, di Anonimo

 
Forza
 
Nel dubbio dei sempre
agonizza un pensiero perduto,
non ho forza di dire,
reagire è un istante precluso.
Fornito di giochi
ritiro passato e presente.
 
Anonimo
del XX° secolo
poesie ritrovate

martedì 7 aprile 2015

Raccomandazione a un figlio, di Ernest Hemingway


Raccomandazione a un figlio

Non fidarti d'un bianco,
Un ebreo non ammazzare,
Non firmare mai un contratto,
Un banco in chiesa non affittare.
Non arruolarti nell'esercito;
Pigliare troppe mogli non bisogna;
Non scrivere mai per le riviste;

Non grattarti la rogna.
Metti sempre una carta sul sedile del cesso,
Con la guerra sta in campana,
Tienti pulito, non essere malmesso,
Non sposare una puttana.
Non pagare i ricattatori,

Gli avvocati tieni a bada,
Non fidarti degli editori,
O finirai in mezzo a una strada.
Tutti gli amici ti lasceranno
Prima o poi moriranno, lo sai,
Che la tua vita sia sana e pulita

E in paradiso li ritroverai.
 
Traduzione di Vincenzo Mantovani
Ernest Hemingway
 
 
che dire in più,
poco...
figli come semi
sparsi sul mondo
a germogliare...

lunedì 6 aprile 2015

Pasqua senza week-end, di Eugenio Montale

Pasqua senza week-end

Se zufolo il segnale convenuto
sulle parol
e ‘sabato domenica
e lunedì’ dove potrò trovarti
nel vuoto siderale? Fu un errore conoscersi,
un errore che tento di ripetere
perché solo il farnetico è certezza.
 
Eugenio Montale
 
 
un fischio nell'aria,
chissà quale richiamo;
canzonette accennate,
sprazzi di sereno nel cielo...

domenica 5 aprile 2015

Pasqua, di Guido Gozzano

Pasqua

A festoni la grigia parietaria
come una bimba gracile s'affaccia
ai muri della casa centenaria.

Il ciel di pioggia è tutto una minaccia
sul bosco triste, ché lo intrica il rovo
spietatamente, con tenaci braccia.

Quand'ecco dai pollai sereno e nuovo
il richiamo di Pasqua empie la terra
con l'antica pia favola dell'ovo.
 
Guido Gozzano
 
 
suoni di campane e cioccolato,
a Pasqua si contempla la vita,
qualcuno però ci lascia lo stesso...

sabato 4 aprile 2015

A un gatto, di Jorge Luis Borges



A un gatto

Non sono più silenziosi gli specchi
nè più furtiva l'alba avventuriera;
sei, sotto la luna, quella pantera
che a noi ci è dato percepire da lontano.

Per opera indecifrabile di un decreto
divino ti cerchiamo invano;
più remoto del Gange e del Ponente
tua è la solitudine, tuo il segreto.
La tua schiena accondiscende la carezza
lenta della mia mano. Hai accolto,
da quella eternità che è già oblio,
l'amore di una mano timorosa.
Sei in un altro tempo. Sei il padrone

di un abito chiuso come un sogno
 
Jorge Luis Borges


HENRIETTE RONNER KNIP - Studio di un gatto che si sveglia
HENRIETTE RONNER KNIP
- Studio di un gatto che si sveglia -


i mondi negli occhi,
gatti
come piccole malizie;
volti a stare...
con chi?
case come affetti vicini...