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domenica 31 luglio 2016

Filastrocca di Luglio, di Anonimo

Luglio
 
Io sono luglio che aspetta il villano,
che vuol trebbiare e mietere il grano,
sotto al sole: falce e forcone,
e per spulare il vento aquilone.
E porto il caldo del Solleone,
la zucca al porco, al ghiotto il melone
e il grande fuoco che Cirillo mena
spengon Sant’Anna e la Maddalena.
 
 
filastrocca per un fine mese triste,
sono successe cose pazzesche, insulse;
dovremmo cercare nel passato, indietro,
ritrovare "le buone cose..."
anche quelle "...di pessimo gusto"...

sabato 30 luglio 2016

A cosa mi è servito correre..., di Maria do Rosário Pedreira

A cosa mi è servito correre per tutto il mondo,
trascinare, di città in città, un amore
che pesava più di mille valigie; mostrare
a mille uomini il tuo nome scritto in mille
alfabeti e un’immagine del tuo volto
che io giudicavo felice? A cosa mi è servito
 
respingere questi mille uomini, e gli altri mille
che fecero di tutto perché mi fermassi, mille
volte pettinando le pieghe del mio vestito
stanco di viaggi, o dicendo il tuo nome
così bello in mille lingue che io mai
avrei compreso? Perché era solo dietro a te
 
che correvo il mondo, era con la tua voce
nelle mie orecchie che io trascinavo il fardello
dell’amore di città in città, il tuo nome
sulle mie labbra di città in città, il tuo
volto nei miei occhi durante tutto il viaggio,
 
ma tu partivi sempre la sera prima del mio arrivo.
 
 
Maria do Rosário Pedreira
Nessun nome dopo
Traduzione di Mirella Abriani
 
 
sempre ci chiedono a che serve,
quello che cerchiamo di fare,
sempre,
eppure, a volte,
serve sul serio...

venerdì 29 luglio 2016

Giorni di minime #2

Legni portati da onde
spiaggiano, tristi e isolati
il mare ha plasmato bottiglie
in troppi colorati frammenti...

Gujil
 
 

giovedì 28 luglio 2016

Giorni di minime #1

Vivere così
in attesa di ritorno,
così . in attesa...
 
Gujil
 
 

mercoledì 27 luglio 2016

Giorni di minime #0

asserragliato in un ansia ciclopica
mi preparo a partire,
solito viaggio, solite cose,
langue in me il desiderio,
di un pronto ritorno...
 
Gujil
 
 

martedì 26 luglio 2016

Meditazione estiva #2, di Gujil

 
tempo di fughe l'Estate,
il mare, i monti le ferie;
mi ritrovo nel gruppo ma solo,
come sempre, come troppo,
la via e la vita si fondono...
 
Gujil

lunedì 25 luglio 2016

Patagonia, di Kater Clanchy

Patagonia
 
Dissi forse la Patagonia, e immaginavo
una penisola, grande abbastanza
per un paio di sedie a sdraio
su cui dondolare nell’alta marea. Pensavo
 
a noi in un freddo mozzafiato, davanti
a un orizzonte tondo come una moneta, avvolti
nell’intreccio del ripiglino che i gabbiani giocano
dal mare fino al sole. Pensavo di aspettare
 
finché le onde non si fossero addormentate
dalla noia, finché gli ultimi cirripedi
                            ancora aggrappati,
preoccupati dal silenzio, non si fossero
allontanati ai remi di piccole piroghe, finché
 
quegli uccelli inquieti, le tue mani d’attore,
non ti fossero caduti esausti in grembo,
finché, finalmente, non ti fossi rivolto a me.
Quando dissi Patagonia, volevo dire
 
cieli vuoti di un blu che fa male. Volevo dire
anni. Li volevo tutti con te.
 
Kate Clanchy
Traduzione di Giorgia Sensi
 
 
un posto dove non sono stato,
forse diverso, impervio e duro,
forse solo riflesso di freddo e neve,
forse, forse...

domenica 24 luglio 2016

Alba domenicale, di Gujil

Alba domenicale
 
nell'aria ferma di Luglio
si sente come un senso di nulla,
pervengo a disfattismi preconfezionati;
fuori di casa il noce mi osserva,
dentro l'aroma di caffè è svanito,
rimane questa sottile inquietudine.
 
Gujil
 
Angelo Morbelli
"Alba domenicale", 1890
 

sabato 23 luglio 2016

Istruzioni, di Lucio Mariani

Istruzioni
 
Lascia che ogni scintilla mangi l'aria
e arda il fuoco di sterpi e vecchi legni
che bruci e inventi il ballo delle lingue
nell'elenco scadito dai suoi rossi
mentre spietata fiamma ci riduca
in cenere ogni storia.
 
Purché rimanga inusto
sotto la pietra liscia
qualche brandello
di parola vera
che colpisca alla testa il mio lettore.

Lucio Mariani
Oratorio
 
 
istruzioni in un mondo
che più non è il mio mondo;
vedo cose che non
volti istupiditi e assurdi;
mi fermerò a pensare...

venerdì 22 luglio 2016

Finché posso, di Sara Teasdale


Finché posso
 
Vento, grandine, pioggia tempestosa,
foschia che vela il giorno al suo languire,
d’anima e corpo ogni pena gravosa
finché posso vorrei per te patire.
 
E se potessi amarti t’amerei
perché in una notte infinita
presto si perderanno i giorni miei
e anche la pena mi sarà proibita.

Sara Teasdale
Gli amorosi incanti
Traduzione di Silvio Raffo
 
 
se potessi anch'io...,
se solo potessi a volte;
nei pensieri risacca l'amore,
in un angolo, angusto...

giovedì 21 luglio 2016

Una carità, di Amalia Guglielminetti

Una carità
 
T'ostinasti a picchiare alle mie porte
con il tuo cuor nella tua mano a guisa
di pietra e a lungo mi chiamasti forte.

E m'ostentavi la tua faccia intrisa
di pianto, come un mendicante astuto,
per più carpir dalla pietà improvvisa.

Se a qualche carità, pregando aiuto,
tu mi forzasti, non imaginare
ch'io n'abbia al par di te molto goduto.

Labbra pietose si fan spesso amare,
più amare quando vinsero un ritegno
per addolcire il cuore di chi appare

dopo, ma tardi, d'ogni dono indegno.
 
Amalia Guglielminetti
da Le seduzioni delle vergini
 
Francesco Stanga
su modello di Giovanni Franceschetti,
 La Carità, 1834-1836, pietra di Botticino,
Gussago (Bs), timpano della chiesa parrocchiale
sentimento ormai in disuso,
ora cerchiamo di ottenere,
vogliamo solo avere e prendere
prima era diverso...

mercoledì 20 luglio 2016

Paesaggio, di Arturo Graf


Paesaggio
 
Si stende a guisa d’un deserto mare
La steppa verde di silenzio piena;
Alcune macchie rabbuffate e rare
Sull’uniforme pian crescono appena.

Come un liquido vetro in sulle avare
Zolle diffuso da sorgente vena
Uno stagno di brune acque ed amare
Si sprazza d’oro e contro al sol balena.
Lungo la sponda la flessibil canna
Alla brezza autunnal rabbrividisce
E l’aria d’un sottil sibilo affanna.

Dal varco occidental la rubiconda
Ruota del sol le nuvole sdrucisce
E come nave in mar lenta s’affonda.
 
Arturo Graf
 
Giovanni Segantini
Trittico delle alpi, "Vita", 1898 -1899

 
una visione delle mie montagne,
adoravo le montagne, ora
non più, le sento tristi,
sono arrabbiato con loro,
sono arrabbiato con me...

martedì 19 luglio 2016

L'arte, di Herman Melville


L’arte
 
Compiaciuti, sogniamo nelle ore di calma
tanti bei progetti senza sostanza.
Ma per dare forma, far pulsare la vita,
quante cose diverse devono incontrarsi e sposarsi:
una fiamma per sciogliere, un vento per gelare,
mesta pazienza ed energia gioiosa:
umiltà, eppure orgoglio e spregio;
istinto e studio, amore e odio:
audacia, reverenza. Questi devono fondersi
e poi del cuore mistico di Giacobbe avere parte,
per lottare con l’angelo: l’Arte.
 
Herman Melville
Traduzione di Massimo Bacigalupo
 
 
impara l'arte,
si diceva così, ieri;
l'arte di che, quale?
eppure commuove una marina
se l'anima è mite...

lunedì 18 luglio 2016

non raccontatemi di quei grandi poeti..., di Igor' Bobyrev

non raccontatemi di quei grandi poeti
 di quei malati disperati
 dei folli e degli ubriachi misteriosi
 dei drogati bucati
 reietti e dimenticati
 inutili e staccati da queto mondo
 come se fossimo incagliati nella sabbia
 qui non è valaam* ma il nostro deserto
 e qui ci attendono
 qui e ora
 ci occorre qualcosa di nuovo e grande.
 *Antico monastero sopra San Pietroburgo
 
 Igor' Bobyrev
Nella pupilla dell'albero
Traduzione di Paolo Galvagni
 
 
 
poesia, poetare, il cuore,
quasi sempre il cuore;
a volte i volti, l'anima, le cose,
spesso lacrime e preghiere...

domenica 17 luglio 2016

I mendicanti, di Gerard Hanberry

Mendicanti
 
Ci deve essere anche spazio per il lutto
in questa città scintillante
di arroganza cortese.
 
Quelle torri splendenti che promettono
immortalità
– tenetele, tenete tutto –
non è che una valle tremula di portoni
sprangati.
 
Vado verso le colline colori sfocati,
ambra, rossi, blue elettrici.
Da qui posso vedere chiaramente,
 
templi, teatri, luoghi di sapienza e bugie.
E sulla testa? Il silenzio insolente delle stelle.
Siamo meno che mendicanti. Alla fine
 
non potremo rubare per te o avere in prestito
un'ora in più,
pur coi nostri poteri, nemmeno un ultimo,
bellissimo, balenante secondo.


Gerard Hanberry
"Quello sguardo di sghembo"
Traduzione di Francesca Diano
 
Pieter Bruegel
""Gli storpi", o "I mendicanti", o "I lebbrosi"
 
poveri e poveracci,
eppure la convinzione passa,
si arresta tra le pieghe,
rimane un senso vago,
di inappropriatezza...

sabato 16 luglio 2016

Gujil

sono giorni dove non riesco,
mi sembra tutto così folle!
Poche righe per dire cosa?
per fare cosa?
L'impotenza regna sovrana...
 
Gujil

 

venerdì 15 luglio 2016

Promenade des Anglais

Promenade des Anglais
 
Ancora non vedo, non colgo,
rosso di sangue il percorso,
rossa di sangue anche l'alba.
Da sempre non vedo, non colgo,
le vite spezzate, squassate,
il cuore, l'anima, la mente.
 
Gujil

giovedì 14 luglio 2016

in questo essere attimi rivedo..., di Anonimo

in questo essere attimi rivedo,
scarnite foglie sui rami,
può essere inverno anche l'estate,
può essere buio anche di giorno...
 
Anonimo
del XX° Secolo
frammenti ritrovati
 
 

mercoledì 13 luglio 2016

Sibila il legno nel camino antico..., di Carlo Michelstaedter


Sibila il legno nel camino antico
e par che tristi rimembranze chiami
mentre filtra sottil pei suoi forami
vena di fumo.
O caminetto antico quanto è triste
che nella nera bocca tua rimanga
la legna che non arde e par che pianga
di desiderio,
ma dal profondo della sua poltrona
socchiusi gli occhi, il biondo capo chino
stese le mani al fuoco del camino
Nadia ride.
 
Carlo Michelstaedter
 

 
per i giorni in cui
il freddo è dentro di noi,
profondo e gelido;
per noi che siamo aliti
nel soffio della vita...

martedì 12 luglio 2016

Siccità, di Saint-John Perse

Siccità
 
- Quando la siccità sopra la terra avrà disteso
la sua pelle d'asina e cementato l'argilla bianca
intorno alla sorgente, il sale rosa delle saline
annuncerà la rossa fine degli imperi, e la femmina
grigia del tafano, spettro dagli occhi di fosforo,
si lancerà come ninfomane sugli uomini svestiti
delle spiagge... Fango scarlatto del linguaggio,
basta con la tua infatuazione!
(...) 
 
Saint-John Perse
Traduzione di Giorgio Cittadini
I Poemi Provenzali
 
 
aridità larvate sono le idee,
quelle di oggi seccano,
manca l'acqua del cuore,
manca sostanzialmente l'amore...

lunedì 11 luglio 2016

Luglio..., di Gujil

Luglio occhieggia il mare,
si dirà di più, sempre,
nell'evento passato risposte,
in quello a venire?
Domande?
Luglio prepara valigie
prepara i corpi da mettere in mostra,
retaggio animale...
 
Gujil
 
 

domenica 10 luglio 2016

Meditazione domenicale di un luglio afoso, di Gujil

assurde convinzioni appannano
le mie vie del pensiero, l'amore,
sono soggetto a risacche, a marosi;
le onde che percuotono il petto
si frangono in disastri nell'anima,
penso...,
le cose che sono state, saranno,
rivedo...,
luce di visi passati, ora vecchi
vivo...,
ancora, come posso, come riesco...
 
Gujil
 
 

sabato 9 luglio 2016

Lento amaro animale..., di Jaime Sabines

Lento amaro animale
che sono, che sono stato,
amaro per il grumo di polvere, per l'acqua, il vento
che nella prima generazione dell'uomo chiedevo a Dio.
 
Amaro come quei minerali amari
che nelle notti di perfetta solitudine
– maledetta e rovinosa solitudine
senza eguali –
s'apprendono alla gola
e, croste di silenzio,
soffocano, uccidono, resuscitano.
 
Amaro come quella voce amara
prenatale, pre-sostanziale, che proferì
il nostro verbo, che percorse il nostro cammino,
che morì la nostra morte,
e che in ogni momento sveliamo.
 
Amaro da dentro,
da ciò che non sono,
– la mia pelle come la mia lingua –
al primo essere vivente,
annunciazione e profezia.
 
Lento da tanti secoli,
remoto – non c'è nulla dapprima –,
istante, lontano, ignoto.
 
Lento, amaro animale
che sono, che sono stato.


Jaime Sabines
Traduzione di Angela Saliani
Provocazione e scetticismo
 
 
animale, spesso, quasi,
le mie pensate, gli aneliti;
animale che sono,
che fui...

venerdì 8 luglio 2016

La vita sbaglia i tempi, i modi..., di Sergio Solmi

La vita sbaglia i tempi, i modi...
 
La vita sbaglia i tempi, i modi, perde
gli appuntamenti e ride
pazza sotto la benda. Il vento asciutto
di marzo spegne i richiami, la sua
logica regge solo il filo d'erba,
la nube in cielo, il futile incresparsi
dell'onda, ma l'informe anima ignora.
 
Pure, a filo d'orizzonte, oggi è perfetta
la lieve sfera del mattino, bolla
felice d'aria, il tempo è in alto asceso,
più non stride l'antica
macchina di dolore, oggi che un pigro
aeroplano ronza a fior del prato,
riposa nel bicchiere sulla pietra
un vino troppo dorato e svanito,
a me giunto stavolta inaspettato,
spirito vagabondo, quando il sauro
è balzato, salpata
la bella nave dai pavesi alzati
per entro la brumosa lontananza,
come in un soffio, tu mi sei vicino.
 
Sergio Solmi
 
 
la vicinanza di qualcuno, aiuta,
a volte è un peso infinito;
quando vuoi e quando si può,
passa un aereo nel cielo silenzioso...

giovedì 7 luglio 2016

Povero core, di Arturo Graf

Povero core
 
O mio povero cor, morta è la pace,
Morto è l’amor; di novo a che sussulti?
Morta è la fede; a che più la vorace
Fiamma di vita nel tuo grembo occulti?
O mio povero cor, quando più tace
La fredda notte e dei patiti insulti
Grave su te la rimembranza giace,
Udir mi sembra i tuoi sordi singulti.
O mio povero cor, fossi tu morto!
Così di gel, così d’angoscia stretto,
Onde vuo’ tu sperar gioja o conforto?
O mio povero cor, non rinvenire;
O mio povero cor, del chiuso petto
 
Arturo Graf
 
 
già, povero cuore,
quello di quando si piange,
quello che scoppia;
povero, solo, grosso,
da contenere tanto, troppo... 

mercoledì 6 luglio 2016

Paese arcano, di Giovanni Prati

Paese arcano

Sinchè la fantasia tristi o giocondi
Mi darà spettri, come altrui non suole,
Sinchè la mente sui segreti mondi
Starà pensosa per condurli al sole;
Sinchè l’anima al fresco aere fecondi
Quant’è più degno in queste morte aiuole,
E nei recessi dello spirto abbondi
L’ambrosio lume alle nascenti fole;
Non il chiasso illeggiadro o il tempo vano
Mi darà cruccio. Pur che a me rimanga
Questo paese de la mente arcano
In ch’io sorrida co’ miei sogni o pianga,
D’un’alta securtà mi riconsolo,
Che a vivere e a morir basto a me solo.
 
Giovanni Prati
 
 
le infine storie dell'ego,
le cose arcane, nascoste,
i dubbi inespressi e le gioie;
poi la psiche, intorno difese,
attorno nemici ed amori...

martedì 5 luglio 2016

Notturno, di Saint-John Perse

Notturno
 (...)
 
Eccoli qui prossimi a maturare, questi frutti
d'un altra riva. "Sole dell'essere, nascondimi"
– parola del fuggiasco. E dirà chi l'avrà visto
passare: chi fu quest'uomo e quale la sua casa?
Andava solo nel fuoco del giorno delle notti
la porpora a mostrare?... Sole dell'essere, Principe
e Maestro! le opere nostre sono sparse, i compiti
senza onore, le messi senza mietitura: la legatrice
di covoni attende al fondo della sera. Eccoli qui
tinti del nostro sangue, questi frutti di tempestosa
sorte.
Con il suo passo di legatrice di covoni la vita se
ne va, senza odio e senza ricompensa.

Saint-John Perse
Traduzione di Giorgio Cittadini
I Poemi Provenzali
 
 
composizioni assolute, i notturni,
anche quelli nostri,
quelli passati in ore buie,
quelli senza sonno...

lunedì 4 luglio 2016

Siamo ai primi di luglio..., di Eugenio Montale

Siamo ai primi di luglio e già il pensiero
è entrato in moratoria.
Drammi non se ne vedono,
se mai disfunzioni.
Che il ritmo della mente si dislenti,
questo inspiegabilmente crea serie preoccupazioni.
Meglio si affronta il tempo quando è folto,
mezza giornata basta a sbaraccarlo.
Ma ora ai primi di luglio ogni secondo sgoccia
e l’idraulico è in ferie.
 
Eugenio Montale
 
 
una volta amavo questo mese,
il caldo, il sudore, l'afa;
oggi non so, oggi più non sono,
i ricordi ci sono, emergono,
vividi alcuni, altri velati...

domenica 3 luglio 2016

Antiche cose, di Anonimo


Anticaglie
 
Né dirò mai di antiche cose
di retaggi passati, andati,
le usate, risapute pose.
Né farò mai inutili gesti
usuali, normali, consueti
come quando ingenua facesti
teatrali contesti, desueti.
Rimedio nel volo radente
di questo corpo che sono.
 
Anonimo
del XX° Secolo
poesie ritrovate
 

sabato 2 luglio 2016

Oblio, oblio, oblio..., di Clara Janés


Oblio, oblio, oblio
una scia d’oblio,
pietosa, aspettava
sui suoi fianchi delicatissimi,
dolce sudario
bordato dalla rugiada carnale
che alimentò l’ora
estrema
della mia carne,
solco dell’invisibile
che attraversò il cuore.

Clara Janés
Traduzione di Annelisa Addolorato
Arcangelo d’ombra
 
 
dimenticarsi, scordare,
quante volte vorremmo,
troppe volte lo facciamo;
io, per me, vedo nel buio...

venerdì 1 luglio 2016

Meditazione estiva #1

estreme solitudini,
luoghi inaccessibili,
come le anime sole,
quelle più lontane;
richiudo le ali ed aspetto,
ora dentro è tempesta...

Gujil