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lunedì 25 luglio 2016

Patagonia, di Kater Clanchy

Patagonia
 
Dissi forse la Patagonia, e immaginavo
una penisola, grande abbastanza
per un paio di sedie a sdraio
su cui dondolare nell’alta marea. Pensavo
 
a noi in un freddo mozzafiato, davanti
a un orizzonte tondo come una moneta, avvolti
nell’intreccio del ripiglino che i gabbiani giocano
dal mare fino al sole. Pensavo di aspettare
 
finché le onde non si fossero addormentate
dalla noia, finché gli ultimi cirripedi
                            ancora aggrappati,
preoccupati dal silenzio, non si fossero
allontanati ai remi di piccole piroghe, finché
 
quegli uccelli inquieti, le tue mani d’attore,
non ti fossero caduti esausti in grembo,
finché, finalmente, non ti fossi rivolto a me.
Quando dissi Patagonia, volevo dire
 
cieli vuoti di un blu che fa male. Volevo dire
anni. Li volevo tutti con te.
 
Kate Clanchy
Traduzione di Giorgia Sensi
 
 
un posto dove non sono stato,
forse diverso, impervio e duro,
forse solo riflesso di freddo e neve,
forse, forse...

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