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giovedì 7 luglio 2016

Povero core, di Arturo Graf

Povero core
 
O mio povero cor, morta è la pace,
Morto è l’amor; di novo a che sussulti?
Morta è la fede; a che più la vorace
Fiamma di vita nel tuo grembo occulti?
O mio povero cor, quando più tace
La fredda notte e dei patiti insulti
Grave su te la rimembranza giace,
Udir mi sembra i tuoi sordi singulti.
O mio povero cor, fossi tu morto!
Così di gel, così d’angoscia stretto,
Onde vuo’ tu sperar gioja o conforto?
O mio povero cor, non rinvenire;
O mio povero cor, del chiuso petto
 
Arturo Graf
 
 
già, povero cuore,
quello di quando si piange,
quello che scoppia;
povero, solo, grosso,
da contenere tanto, troppo... 

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