La man che ne le dita ha le quadrella
con duro laccio al molle tergo è avvolta.
L’onta a celar ch’è ne le guance accolta,
spande il confuso crin ricca procella.
Sul dorso, ove la sferza empia flagella,
grandine di rubini appar disciolta;
già dal livor la candidezza è tolta,
ma men candida ancor, non è men bella.
Su quel tergo il mio cor spiega le piume,
con duro laccio al molle tergo è avvolta.
L’onta a celar ch’è ne le guance accolta,
spande il confuso crin ricca procella.
Sul dorso, ove la sferza empia flagella,
grandine di rubini appar disciolta;
già dal livor la candidezza è tolta,
ma men candida ancor, non è men bella.
Su quel tergo il mio cor spiega le piume,
e per pietà di lui già tutto essangue,
ricever le ferite in sé presume.
In quelle piaghe agonizzando ei langue;
ma nel languir non è il primier costume,
che il sangue corra al cor: ei corre al sangue.
ricever le ferite in sé presume.
In quelle piaghe agonizzando ei langue;
ma nel languir non è il primier costume,
che il sangue corra al cor: ei corre al sangue.
Anton Giulio Brignole Sale
la mano, cosa farei senza la mano,
mi accarezza e accarezza, mi tocca, ti tocca;
amore mio lontano nel tempo ho sognato
il nostro primo incontro il primo bacio...
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