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lunedì 30 aprile 2012

RICORDO IL TEMPO

Ricordo il tempo ch'ero monello,
non mi lamento d'esser stato così
correva pei boschi la voce del fiume
ed io vi tuffavo la mia giovinezza
cantando.
A piedi scalzi
coglievo la rugiada nei campi,
bagnavo i miei occhi
nella dolcezza delle cose nuove.

Bartolomeo Di Monaco
17 giugno 1966


dettagli imprecisi i ricordi,
le piccole mani a raccogliere,
gli esili piedi a correre
e gli occhi, sgranati smeraldi
ad imprimere il mondo...

domenica 29 aprile 2012


Lettera di Addio

Se per un istante Dio si dimenticherà che
sono una marionetta di stoffa e
mi regalerà un poco di vita, probabilmente non
direi tutto quello che penso,
ma in definitiva penserei tutto quello che dico.
Darei valore alle cose, non per quello che valgono,
ma per quello che significano.
Dormirei poco, sognerei di più,
capisco che per ogni minuto che chiudiamo gli
occhi, perdiamo sessanta secondi di luce.
Andrei avanti quando gli altri si fermano,
starei sveglio quando gli altri dormono,
ascolterei quando gli altri parlano e
come gusterei un buon gelato al cioccolato!!
Se Dio mi regalasse un poco di vita,
vestirei semplicemente,
mi sdraierei al sole lasciando scoperto non solamente
il mio corpo ma anche la mia anima.
Dio mio, se io avessi un cuore, scriverei
il mio odio sul ghiaccio e
aspetterei che si sciogliesse al sole.
Dipingerei con un sogno di Van Gogh
sopra le stelle un poema di Benedetti
e una canzone di Serrat sarebbe la serenata
che offrirei alla luna.
Innaffierei con le mie lacrime le rose,
per sentire il dolore delle loro spine
e il carnoso bacio dei loro petali...
Dio mio, se io avessi un poco di vita...
Non lascerei passare un solo giorno
senza dire alle persone che amo,
che le amo.Convincerei tutti gli uomini e le donne
che sono i miei favoriti e
vivrei innamorato dell'amore.
Agli uomini proverei
quanto sbagliano al pensare
che smettono di innamorarsi
quando invecchiano, senza sapere
che invecchiano quando smettono di innamorarsi.
A un bambino gli darei le ali,
ma lascerei che imparasse a volare da solo.
Agli anziani insegnerei
che la morte non arriva con la vecchiaia
ma con la dimenticanza.
Tante cose ho imparato da voi, gli Uomini!
Ho imparato che tutto il mondo ama vivere
sulla cima della montagna,
senza sapere che la vera felicità
sta nel risalire la scarpata.
Ho imparato che
quando un neonato stringe con il suo piccolo pugno,
per la prima volta, il dito di suo padre,
lo tiene stretto per sempre.
Ho imparato che un uomo
ha il diritto di guardarne un altro
dall'alto al basso solamente
quando deve aiutarlo ad alzarsi.
Sono tante le cose
che ho potuto imparare da voi,
ma realmente,
non mi serviranno a molto,
perché quando mi metteranno
dentro quella valigia,
infelicemente starò morendo.

Gabriel Garcia Marquez

nausea e dolore comprimono
le sabbie del tempo, riarse,
in attesa di chissà quali umori;
nel fido consesso ritiro
le frasi e i pensieri latenti
come un guscio racchiudo
le mani rovinate dal freddo...

sabato 28 aprile 2012

Addio a una vista
da "La fine e l'inizio"

Non ce l'ho con la primavera
perché è tornata.
Non la incolpo
perché adempie come ogni anno
ai suoi doveri.

Capisco che la mia tristezza
non fermerà il verde.
Il filo d’erba, se oscilla,
è solo al vento.

Non mi fa soffrire
che gli isolotti di ontani sulle acque
abbiano di nuovo con che stormire.

Prendo atto
che la riva di un certo lago
è rimasta - come se tu vivessi ancora -
bella come era.

Non ho rancore
contro la vista per la vista
sulla baia abbacinata dal sole.

Riesco perfino ad immaginare
che degli altri, non noi
siedano in questo momento
su un tronco rovesciato di betulla.

Rispetto il loro diritto
a sussurrare, a ridere
e a tacere felici.

Suppongo perfino
che li unisca l'amore
e che lui la stringa
con il suo braccio vivo.

Qualche giovane ala
fruscia nei giuncheti.
Auguro loro sinceramente
di sentirla.

Non esigo alcun cambiamento
dalle onde vicine alla riva,
ora leste, ora pigre
e non a me obbedienti.

Non pretendo nulla
dalle acque fonde accanto al bosco,
ora color smeraldo,
ora color zaffiro,
ora nere.

Una cosa soltanto non accetto.
Il mio ritorno là.
Il privilegio della presenza -
ci rinuncio.

Ti sono sopravvissuta solo
e soltanto quanto basta
per pensare da lontano.

Wislawa Szymborska


così, a precipizio tra i flutti,
annaspo nel senso comune
incespico gradini di ansie
e corrompo candida mente
in riflessi e giochi di luce...

venerdì 27 aprile 2012


nè le corde del suono
si stinsero in  quadri sonori
quasi schizzi sinfonici
su tavolozze di note sparse;
dispersi le gioie al vento
attraversando mari e procelle;
alfin vissi e vivo ancora...

anonimo del XX° secolo
frammenti ritrovati

giovedì 26 aprile 2012

La fonte

Gelida, cristallina
dalla rupe zampilla
l’onda; giù per la china
fugge guizzando, brilla
del sole al lume, e franta
ride fra i sassi, in mezzo all’erba e canta
« Io son la dolce e pura
acqua che vien dal cielo,
onda che in nube e in gelo,
si muta e trasfigura;
la lucida e gioconda
acqua son io che terge e che feconda.

Arturo Graf


malinconiche immagini risaltano
le pendici del colle, assolate,
vedo i riflessi del sognato vago
in un canto di gioia racchiuso;
la sete che provo è scandita
da scorrere di luci e riflessi...

mercoledì 25 aprile 2012

Una Farfalla Di Cenere

Sarà festa grande
al taglio del maggese
per coriandoli di farfalle innamorate
libere dalle culle
dell’amore agreste
Voleranno
verso la vela
tenera del cielo
tra grida pulite
di bambini
frammenti ansiosi
d’albe serene
nati dalla brace
della carne accesa
E tornerà puntuale
il ricordo
della bimba di Bologna
che sognava
una farfalla di fiordaliso
da chiudere
nella gabbia del cuore
Vedo la sua immagine
dibattersi prigioniera
fra i rovi delle schegge
come rosa di macchia
nella siepe
Ogni anno
- per non dimenticare -
un filo di calendule d’oro
illuminerà
il sentiero di cenere
grigio
come la dolcezza
d’un settembre
Angela
non rivedrà più
gronde di luna
né si scalderà
all’abbaino del sole
con occhi
di passero sperduto
Di lei resta solo
un volo immenso
di cenere
che si posò leggero
sui suoi capelli
“come solinga
lampada di tomba”

Giuseppe Bartoli


il silenzio trafigge un ricordo
che lieve si scioglie nel tempo
in un lungo passato lontano...

martedì 24 aprile 2012


pioggia sui vetri della mia finestra,
gocce indecise scivolano lente
grigia si annuncia l'alba
e il silenzio è scosso dal vento;
nei tanti vorrei rifugio
la mia solitaria visione
in un angolo ripongo i pensieri...

anonimo del XX° secolo
frammenti ritrovati

lunedì 23 aprile 2012

V

Se la parola perduta è perduta, se la parola spesa è spesa
Se la parola non detta e non udita
E' non udita e non detta,
Sempre è la parola non detta, il Verbo non udito,
Il Verbo senza parola, il Verbo
Nel mondo e per il mondo;
E la luce brillò nelle tenebre e
Il mondo inquieto contro il Verbo ancora
Ruotava attorno al centro del Verbo silenzioso
.
0 mio popolo, che cosa ti ho fatto.

Dove ritroveremo la parola, dove risuonerà
La parola? Non qui, che qui il silenzio non basta
Non sul mare o sulle isole, né sopra
La terraferma, nel deserto o nei luoghi di pioggia,
Per coloro che vanno nella tenebra
Durante il giorno e la notte
Il tempo giusto e il luogo giusto non sono qui
Non v'è luogo di grazia per coloro che evitano il volto
Non v'è tempo di gioire per coloro che passano in mezzo al rumore e negano la voce

Pregherà la sorella velata per coloro
Che vanno nelle tenebre, per coloro che ti scelsero e si oppongono
A te, per coloro che sono straziati sul corno fra stagione e stagione, tempo e ternpo,
Fra ora e ora, parola e parola, potenza e potenza, per coloro che attendono
Nelle tenebre? Pregherà la sorella velata
Per i fanciulli al cancello
Che non lo varcheranno e non possono pregare:
Prega per coloro che ti scelsero e ti si oppongono

0 mio popolo, che cosa ti ho fatto.

Pregherà la sorella velata fra gli alberi magri di tasso
Per coloro che l'offendono e sono
Terriffcati e non possono arrendersi
E affermano di fronte al mondo e fra le rocce negano
Nell'ultimo deserto e fra le ultime rocce azzurre
Il deserto nel giardino il giardino nel deserto
Della secchezza, sputano dalla bocca il secco seme di mela.

0 mio popolo.

Thomas Stearns Eliot
(da mercoledi delle ceneri)


ho rivisto il passato negli occhi
ne ho ascoltato i ricordi
fino a farli riverberi lucidi
scorrere in lacrime tristi;
quanto ho amato,
quanto amo...

domenica 22 aprile 2012

SCARBOROUGH FAIR
scottish trad.

Are you going to Scarborough Fair?
Parsley, sage, rosemary and thyme.
Remember me to one who lives there.
For once she was a true love of mine.
Tell her to make me a cambric shirt.
Parsley, sage, rosemary and thyme.
Without any seam or fine needlework,
and then she'll be a true love of mine.
Tell her to wash it in yonder dry well,
parsley, sage, rosemary and thyme;
where water never have sprung, nor drop of rail fell,
and then she'll be a true love of mine.
Oh, will you find me an arce of land,
parsley, sage, rosemary and thyme;
between the sea foam and the sea sand
or never be a true love of mine.
Oh, will you plough it with a lamb's horn,
parsley, sage, rosemary and thyme;
and sow it all over with one peppercorn,
or never be a true love of mine.
And when you have done and finished your work,
parsley, sage, rosemary and thyme;
then come to me for your cambric shirt,
and you shall be a true love of mine.


Scarborough Fair
trad. scozzese 

Quando andrai a Scarborough Fair
salvia, menta, prezzemolo e timo
Tu porta il segno del mio rimpianto
alla donna che allora io amavo.
Vorrei in dono una camicia di lino
salvia, menta, prezzemolo e timo
tu dille che non voglio ricami
ma che sappia che ancora io l'amo.
(Per me basta un acro di terra
salvia, menta, prezzemolo e timo
Quella casa tra il mare e le dune
e la donna che allora io amavo.
Tornerò a coltivare i miei campi
salvia, menta, prezzemolo e timo
e distese di erica in fiore
perchè sappia che ancora io l'amo.


finirà il passaggio di nubi verso est,
cariche di pioggia e rumori;
nel grigio il mio grigio si stempera
e un battito d'ali mi fa compagnia...

sabato 21 aprile 2012

Come è forte il rumore dell'alba!
Fatto di cose più che di persone.
Lo precede talvolta un fischio breve,
una voce che lieta sfida il giorno.
Ma poi nella città tutto è sommerso.
E la mia stella è quella stella scialba
mia lenta morte senza disperazione.

Sandro Penna
da una strana voglia di vivere
(1949-1955)


vivere costa gioia e fatica
in un crescendo di passioni,
attimi irrisori di breve entità;
poi rimane il riflesso opaco
di giovanili sbagli, di errori
calpestati da irruenza e rabbia
e si cerca il riposo...

venerdì 20 aprile 2012


un riscoperto mantra
avvolge il mio esile guscio
come una coltre silente
lo abbraccia e protegge;
 miseri, umili, polverosi sentieri
si alternano agli occhi
susseguirsi di ombra e di luci
quasi eterni continuano oltre;
il sospiro ora quieto stempera
le ansie del giorno e la notte,
la pace e l'angoscia con me...

anonimo del XX° secolo
frammenti ritrovati

giovedì 19 aprile 2012

Dietro il paesaggio
da "Dietro il paesaggio"

Nei luoghi chiusi dei monti
mi hanno raggiunto
mi hanno chiamato
toccandomi ai piedi.

Sulle orme incerte delle fontane
ho seguito da vicino
e senza distrarmi
le tenebre tenere del polo
ho veduto da vicino
le spoglie luminose
gli ornamenti perfettissimi
dei paesi dell'Austria.

Hanno fatto l'aria tutta fresca
di ciliegi e di meli nudi
hanno lasciato soltanto
che un piccolo albero crescesse
sua soglia della sua tristezza
hanno lasciato fuggire in un riverbero
un tiepido coniglio di pelo.

Per le estreme vie della terra caduta
assistito da giorni tardi e scarsi
discendo nel sole di brividi
che spira da tramontana.

Andrea Zanzotto


frivoli illusi si accalcano
a porte su spazi indistinti,
la ricerca continua ci spinge
verso lidi irrisolti e contigui
là cerchiamo la pace...

mercoledì 18 aprile 2012

Con alterna chiave
da "Di soglia in soglia" ("Von Schwelle zu schwelle")

Con alterna chiave
tu schiudi la casa dove
la neve volteggia delle cose taciute.
A seconda del sangue che ti sprizza
da occhio, bocca ed orecchio
varia la tua chiave.

Varia la tua chiave, varia la parola
cui è concesso volteggiare coi fiocchi.
A seconda del vento che via ti spinge
s'aggruma attorno alla parola la neve.

Paul Celan

 
Mit wechselndem Schlüssel

Mit wechselndem Schlüssel
schließt du das Haus auf, darin
der Schnee des Verschwiegenen treibt.
Je nach dem Blut, das dir quillt
aus Aug oder Mund oder Ohr,
wechselt dein Schlüssel.

Wechselt dein Schlüssel, wechselt das Wort,
das treiben darf mit den Flocken.
Je nach dem Wind, der dich fortstößt,
ballt um das Wort sich der Schnee.

Paul Celan


pensosi minimali si alternano
in giochi di arabescate frasi
come fossimo compieta da scrivere
ci muoviamo nell'aria tersa
e cerchiamo di toccare le stelle,
mandate doppie chiudono
il nostro cuore bambino...

martedì 17 aprile 2012

Un sorriso

Non costa nulla e produce molto, arricchisce chi lo riceve
senza impoverire chi lo dona.
Non dura che un istante, ma nel ricordo può essere eterno.
E' il segno sensibile di un'amicizia profonda.
Nessuno è così ricco da poterne fare a meno
e nessuno è così povero da non meritarlo.
Un sorriso dà riposo alla stanchezza e allo scoraggiamento;
rinnova il coraggio, nella tristezza è consolazione.
Un sorriso è un bene che ha valore nell'istante in cui si dona.
Se incontrerai chi il sorriso a te non dona, sii generoso e dà il tuo,
perché nessuno ha tanto bisogno di sorriso
come chi non sa darlo

Kahlil Gibran


si stempera sul volto mio teso
un sorriso velato di tristezza,
si appannano gli occhi e lo sguardo
più non vaga lontano, si ferma
in quell'attimo dove riflettere,
in quella terra di nessuno, una landa
che è solo solitudine assoluta... 

lunedì 16 aprile 2012

Il sonno

Maledetti voi, veleni oscuri,
bianco sonno!
Questo stranissimo giardino
d'alberi crepuscolari
popolato di serpi e di falene,
di ragni, pipistrelli.
L'ombra, straniero, che hai perduta
nel rosso del tramonto:
un truce corsaro
nel salso mar della tristezza.
Sul ciglio delle notte
s'alzano a volo uccelli bianchi
sopra crollanti città d'acciaio.

Georg Trakl


fenditure notturne allineano
le dense coltri di polvere
in unico grigio contesto,
fuori di me il mondo
che traffica giorni di pioggia
dove vado stamani è deciso
dove porto il mio cuore non sò... 

domenica 15 aprile 2012


...nè volsi sguardi arditi
in compagnia dei sogni,
nel corso di attimi infiniti
consoni ai miei troppi bisogni;
toccai cieli duri con le mani
fino a provar tanto dolore
ma in me consueti fili e strani
pensieri assunti che pensavo amore;
sfuma il colore a toni grigi
con nuvole basse, temporale
che lava anima e cuore, ligi
a chissà quale dovere morale...

anonimo del XX° secolo
frammenti ritrovati

sabato 14 aprile 2012

E se non puoi la vita che desideri...

E se non puoi la vita che desideri
cerca almeno questo
per quanto sta in te: non sciuparla
nel troppo commercio con la gente
con troppe parole in un viavai frenetico.
Non sciuparla portandola in giro
in balía del quotidiano
gioco balordo degli incontri
e degli inviti,
fino a farne una stucchevole estranea.

Costantinos Kavafis


cime di alberi svettano
nel mio giardino segreto,
si piegano a raffiche di vento
torreggiano nel cielo di pioggia;
completa consuetudine piange
le casuali venute dal buio...

venerdì 13 aprile 2012

Alla pioggia

Scendi a torrenti, giù, pioggia feconda.
Riga il ciel de le tua fila infinite,
Ravviva i germi, suscita le vite
Nel seno de la terra sitibonda!

Scroscia ne la città negra ed immonda,
Gorgoglia ne le piazze inaridite,
Lava i sobborghi, spazza la mefite,
Corri, schizza, ringorga, inaffia, inonda!

Vedi, tutto si scote e si ridesta
Sotto ai sonanti sprazzi cristallini,
Tutto sgocciola, tremola e fa festa,

E dai vetri t’applaudono i bambini
E i fiori verso te levan la testa
E le donne ti mostrano i piedini.

Edmondo De Amicis


scorre il sentimento nel cuore
come la sabbia nel vetro,
come l'acqua in un fosso;
nel fiero ritorno dell'io
si scompone un suono lontano
e brontola il cielo al crepuscolo...