Dicembre, a Porta nuova
Mi raccoglie nel suo gomito
inerte la fredda sera d'autunno.
Scorre deserta sulle foglie
e mi ridesta a ogni tonfo
dei castagni. Tutto il bene
che mi resta forse è in quest'ora
calma che si accerta
a questa svolta che si gonfia
d'acque perchè la ripa si fa stretta.
Poi rotta la dolcezza dell'indugio
ogni cosa decade con più fretta .
e non mi duole l'alito d'ombra
che mi gela la fronte.
Sopra la spalletta curvo m'assale
il vento dalla buca del ponte
Leonardo Sinisgalli
sterili congetture sfilano
in processioni silenziose e lente
come un consiglio mai seguito
le rifletto nel tempo di un mentre;
ecco, appare un attimo
e la luce prende il sopravvento,
la flebile sete s'incunea
in un freddo risvolto...
Nessun commento:
Posta un commento