Il Caprimulgo
Tornerà sempre l' ironia serena
del sortilegio sulle tue corolle,
fiore disfatto.
E tu che voli e piangi
stridendo coi tuoi grandi occhi oscuri,
o caprimulgo dalle piume molli,
il buio sempre ingoierà la notte
delle farfalle nere, le lucenti
blatte in cui l' uomo misero rattrae
le mani e gli occhi a rispettarle,
umane della pietà per sé.
Per la scala degli inferi discende
il consenso perenne, l' ordinata
congrega delle vittime plaudenti.
O misura dell' uomo in sé dipinto
costretto oltre la morte, mummia salva
a schermo delle mani,
a non aver più limiti, distratta
è la forza latente, il bruco insonne
della materia che ci traccia e insegue.
Un fenomeno oscuro il divenire
l' enfasi sorda che alle sue parole
non crede più, ma giura. Ancora scende
questa scala degli inferi e l' informe
che chiede un senso smania di figure.
Alfonso Gatto
Escher, Relativity, 1953 |
infinitesimali rimasugli
il tempo preclude gli spazi,
come musica tonale ricredo
le assidue, spossanti, veglie
le attese ed i giorni di vento;
in un soffio riluce lo sguardo
e si attenua la stretta continua,
un contiguo ricordo rasserena...
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