Non ho che le mani, e le uso
per stringere i pugni, chiusi,
a confinare le rabbie,
le tante, consuete, portanze
come fossero solidi guardiani
a muragliare emotive devianze.
Quanta voglia di sonno negli occhi,
quanto vigore perso in inutili sforzi,
quanti singhiozzi, e le lacrime.
"Nè potei sussurrare parole..."
Pensieri imprecisi, indecisi, divisi,
si assiepano oltre i declivi del cuore,
in attimi spenti sfavillano intermittenti
come deboli stelle nel mio cielo di Marzo.
anonimo del X° Secolo
frammenti ritrovati
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